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Settimo Torinese: dopo aver cementificato tutto, ora vogliono fare gli ambientalisti

Gli assessori Raso e Cirillo parlano di consumo di suolo, ma ormai a Settimo non è rimasto nemmeno un fazzoletto di terra libero. Nel frattempo, il treno per Torino accumula 160 minuti di ritardo: forse un nuovo concetto di mobilità sostenibile?

Settimo Torinese: dopo aver cementificato tutto, ora vogliono fare gli ambientalisti

A Roma

A Settimo Torinese il futuro è già qui: sostenibilità, Agenda 2030, riduzione del consumo di suolo. Lo dice il Comune, lo ribadiscono gli assessori Alessandro Raso e Arnaldo Cirillo, lo certifica la loro partecipazione all'assemblea nazionale della Rete dei Comuni Sostenibili a Roma. Due giorni di incontri, discorsi e grandi annunci che, nel migliore stile della politica moderna, non hanno risolto un bel cavolo di niente.....

Una grande novità però c'è. C'è che Settimo la città che tutti gli Stati del mondo invidiano all'Italia, ha annunciato d'aver  avviato la "fase due" della sostenibilità. Una notizia così importante che gli addetti stampa del Comune ci hanno dedicato un intero comunicato...  Peccato non si capisca esattamente cosa sia questa fase due. Si parla di fissare "risultati da raggiungere entro il 2030", di "strumenti di governance", di "equilibri finanziari", ma la sostanza?

Per fortuna arriva in soccorso Alessandro Raso, noto alle cronache per la sua battaglia a favore dell’erba alta nei parchi perché, si sa, gli insetti impollinatori hanno la precedenza sui cittadini che vorrebbero sedersi su una panchina senza dover aprire una pista nella giungla. Ebbene, Raso ci illumina: «Abbiamo ridotto l’edificabilità di 250mila metri quadrati».

Aspetta un momento. Settimo? Riduzione dell’edificabilità? Ma sta scherzando o dice sul serio? Parliamo della stessa città che negli ultimi anni ha costruito palazzi su palazzi, centri commerciali a ripetizione, capannoni a perdita d’occhio, con l’Outlet del lusso e Settimo Cielo Retail Park che ormai coprono un’area più grande del centro storico? Una città che, nell'ultimo decennio, ha visto ogni fazzoletto di terra trasformarsi in cemento, con le gru che hanno lavorato a pieno regime?

Diciamo le cose come stanno: non è che Settimo abbia deciso di ridurre l’edificabilità, è che non c’è più un metro quadro da edificare, a meno che qualcuno non proponga di costruire palazzi sul Po o grattacieli nelle aiuole...

Da qui in avanti siamo all'apoteosi: ridurre l’edificabilità - spiega Raso - significa anche ridurre gli oneri di urbanizzazione, cioè i soldi che il Comune incassava dai costruttori e che servivano per pagare manutenzioni, opere pubbliche, illuminazione e servizi vari. Senza questi introiti, la domanda è: con che soldi il Comune farà i lavori che servono?

La soluzione geniale di Raso & Cirillo: chiedere al Governo di premiare i Comuni che non costruiscono più.

Insomma, prima hanno cementificato Settimo, poi, visto che non possono più farlo, vogliono un premio per "preservare il suolo". Furbi, no? Come Gariboja...

Nel frattempo, i cittadini devono fare i conti con strade dissestate, quartieri che crescono senza servizi adeguati, trasporti pubblici insufficienti e una città che ha perso ogni identità. Ma tranquilli, ora siamo un esempio di sostenibilità.

Tant'è! Se non altro nel viaggio di ritorno da Roma, Alessandro Raso ha avuto l’onore di sperimentare la sostenibilità della mobilità italiana. Il suo treno per Torino era in ritardo di 160 minuti. Chissà che nell’attesa non abbia avuto modo di elaborare la "fase tre", quella in cui Settimo diventa una città a misura di anziano, senza topi, senza buche nelle strade, marciapiedi scassati e con l'illuminazione pubblica che funziona.

 

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