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Gianduiotto, il re del cioccolato verso la corona IGP

Torino celebra il suo gioiello di dolcezza: il cammino del Gianduiotto verso l'Indicazione Geografica Protetta è sempre più vicino. Storia, passione e qualità per un simbolo del Piemonte da tutelare in Europa

Gianduiotto, il re del cioccolato verso la corona IGP

Guido Castagna

Si è tenuta oggi pomeriggio, a Torino, l'audizione pubblica convocata dal Ministero dell'Agricoltura con il Comitato promotore del riconoscimento IGP del Gianduiotto di Torino e il suo presidente Guido Castagna, i produttori, le aziende e le istituzioni del territorio, "per condividere la bozza del disciplinare che verrà presentato all'Unione Europea". Ad annunciarlo, attraverso un post su Facebook, è stato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che ha commentato: "Un altro passo importante per dare a uno dei simboli di Torino e del Piemonte un riconoscimento internazionale di eccellenza e qualità!".

Un traguardo atteso, un riconoscimento che potrebbe finalmente consacrare il gianduiotto tra le eccellenze gastronomiche tutelate a livello europeo. Ma che cos’è davvero il gianduiotto, questo piccolo lingotto di dolcezza che profuma di storia e tradizione?

Nato quasi per necessità e poi diventato simbolo dell’arte cioccolatiera torinese, il gianduiotto affonda le sue radici nella Torino dell’Ottocento, in un periodo storico travagliato: l’epoca delle guerre napoleoniche. Nel 1806, il Blocco Continentale imposto da Napoleone impedì l’importazione di molte materie prime, compreso il cacao, che scarseggiava e aveva prezzi proibitivi. I maestri cioccolatieri torinesi, abili e ingegnosi, trovarono una soluzione straordinaria: tagliare la massa di cacao con un ingrediente locale, abbondante e dal sapore unico, la nocciola Tonda Gentile delle Langhe. Nacque così un impasto vellutato e aromatico che, nel 1865, venne modellato in piccoli cioccolatini dalla tipica forma a barchetta rovesciata. Il nome? Lo si deve alla maschera di Carnevale torinese Gianduja, simbolo del popolo e della tradizione piemontese.

Da allora, il gianduiotto è diventato un ambasciatore del gusto piemontese nel mondo, un'eccellenza che ha conquistato generazioni di appassionati. La sua ricetta si è affinata nel tempo, ma il segreto è rimasto immutato: un perfetto equilibrio tra cacao, zucchero e nocciole Piemonte IGP, tostate e ridotte in pasta per regalare quella cremosità inconfondibile. Ogni produttore ha la sua formula segreta, ma la qualità della materia prima e la lavorazione artigianale restano i pilastri di questa delizia.

Il percorso per il riconoscimento IGP (Indicazione Geografica Protetta) rappresenta una svolta fondamentale per tutelare il vero gianduiotto torinese dalle imitazioni e garantirne l’autenticità. Il disciplinare in fase di definizione stabilirà i criteri precisi di produzione, dalla selezione degli ingredienti ai metodi di lavorazione, fino all’obbligo di produzione nel territorio piemontese. Un passaggio cruciale per proteggere un'icona gastronomica e renderla un simbolo riconosciuto a livello europeo, al pari di prodotti come il Parmigiano Reggiano, il Prosciutto di Parma o il Panettone di Milano.

L’iter non è ancora concluso, ma la strada sembra tracciata. Il gianduiotto di Torino potrebbe presto entrare ufficialmente nel pantheon delle specialità protette dall’Unione Europea, portando con sé una storia secolare fatta di ingegno, passione e sapore autentico. Un successo non solo per i maestri cioccolatieri piemontesi, ma per tutto il Made in Italy gastronomico.

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