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Nuovo Piano Regolatore a Chivasso. E l'argine di Pratoregio?

Promesso da decenni e ancora da fare...

Nuovo Piano Regolatore a Chivasso. E l'argine di Pratoregio?

Nuovo Piano Regolatore a Chivasso. E l'argine di Pratoregio?

Ci stiamo leggendo, pagina per pagina, la proposta tecnica del nuovo Piano Regolatore adottata dal Consiglio Comunale nel dicembre scorso.
Ricordate le due grandi alluvioni del 1994 e del 2000? Gli episodi alluvionali minori degli anni successivi? Le ondate di piena del Po, col sindaco Castello che passava le notti a controllare il livello in salita? E prima ancora la corsa a realizzare “opere di messa in sicurezza” dopo il 2000: argini e scolmatori.
Ebbene, in una pagina del nuovo PRGC il Comune elenca le esigenze e le richieste emerse negli incontri dell’anno scorso con i cittadini. Sono undici punti, tutti importanti: la cura delle frazioni e le misure contro il loro spopolamento, le piste ciclabili, il rilancio del commercio, il contenimento del consumo di suolo, l’economia circolare e la realizzazione di un centro del riuso, l’agricoltura e l’accorciamento della filiera fra coltivatori e consumatori, il contrasto agli impianti di pannelli fotovoltaici su terreni agricoli, la costruzione di bacini idrici come rimedio alla siccità e agli eventi estremi.

CITTÀ VERDE, O AZZURRO ACQUA?

Come si vede, c’è molta attenzione all’ambiente. Chivasso città verde. Però bisogna anche evitare che diventi una “città azzurra”, cioè coperta dalle acque del Po, dell’Orco e delle tante rogge che attraversano il territorio chivassese, che aspirano ad esondare.
E invece no: non c’è un solo punto dedicato alla questione idrogeologica e al rischio alluvione, se si fa eccezione per l’accenno agli eventi estremi contenuto nel passaggio sui bacini idrici. La questione è sicuramente trattata accuratamente negli specifici elaborati geologici. Ma non compare nella sintesi degli incontri fra amministrazione e cittadini.
Bisogna riconoscere che le amministrazioni di Castello, la prima e la seconda, si sono date da fare per eseguire i lavori di messa in sicurezza delle sponde dell’Orco. Numerosi interventi, molta attenzione a non lasciarci sfuggire i contributi della Regione.

E L’ARGINE DI PRATOREGIO?

Ma questi interventi sono finiti? Pensiamo solo al mitico “argine di Pratoregio”, promesso da decenni e ancora da fare. Ricordo un affollato incontro in frazione del sindaco e degli assessori con i residenti. L’assessore Barengo srotolava davanti ai presenti grandi carte geografiche di Chivasso per mostrare che l’argine era notte e giorno nel cuore e nei pensieri degli amministratori comunali. Ma siamo arrivati al 2025 e l’argine non c’è ancora.
L’argine di Pratoregio non è di secondaria importanza. Gli agricoltori di Chivasso Ovest, che naturalmente possono sbagliare pure loro, ci dicevano che se l’Orco sfonda a Pratoregio arriva fino a Chivasso. Adesso ci dicono: il Comune ha ordinato ai proprietari di liberare i terreni espropriati. Gli espropriati hanno tutti svuotato gli orti, i frutteti e i pollai. Ma i lavori sono sempre fermi prima del paese.

TUTTE LE ALLUVIONI, O FORSE NO

Un altro dettaglio del Piano Regolatore: la “Relazione geologica illustrativa” fa la lista degli “eventi alluvionali” che hanno colpito la città e in particolare Chivasso Ovest, fra Pratoregio e il ponte sulla strada Torino – Milano. Una lista che parte dal Settecento: 1783, 1829, 1890, 1931, 1968, 1976, 1977. Si arriva all’alluvione del 1993, e alle due disastrose alluvioni del 1994 (quando crollò il ponte sul Po) e del 2000. Infine l’evento del novembre 2016.
C’è tutto? Forse sì, e forse no. Manca un episodio del 2010. Un evento minore, nemmeno paragonabile a quelli del 1994 e del 2000. Però lo ricorda la sentenza del TAR 2017 sulla questione Mauriziano, quella che bocciò per la prima volta il progetto edilizio del Comune. Un progetto che era stato concepito anni prima, e che il Consiglio comunale approvò nel 2011, quando era sindaco Bruno Matola, assessori all’urbanistica Salvatore Marino e all’ambiente Enzo Falbo.
La sentenza del TAR rammentava che nel 2010 il terreno dove avrebbe dovuto venire realizzato il progetto edilizio, dopo alcuni giorni di pioggia si riempì d’acqua. Quel terreno è più basso rispetto a quelli adiacenti. Riempendosi d’acqua fece la funzione di bacino di laminazione. Accogliendo l’acqua di pioggia, aveva salvaguardato le cantine delle case d’intorno. Se venisse impermeabilizzato, come prevede il progetto del Comune, assolverebbe ancora alla funzione di vasca naturale di laminazione?

Claudio Castello sindaco di Chivasso

TUTTE LE OPERE DI MESSA IN SICUREZZA, TRANNE UNA

Si dirà: negli anni precedenti erano stati realizzati gli scolmatori ed altre opere di messa in sicurezza. Ma il TAR si domanda: siamo sicuri che tali opere siano efficaci? In che cosa consiste, concretamente, la loro manutenzione? Ogni quanto tempo deve essere effettuata, da chi ed a spese di chi? Aggiungiamo per scrupolo che nella successiva sentenza del Consiglio di Stato, che nel 2021 respinse definitivamente il progetto, l’accenno all’evento del 2010 scompare. Il CdS sottolinea le anomalie del procedimento, cita in termini più generali la questione idrogeologica, non si diffonde nei particolari. Ma nella sentenza del TAR 2017 la pioggia che riempì l’area c’è, e ci sono i dubbi sulle opere di messa in sicurezza.
Torniamo al Piano Regolatore. I tecnici che lo hanno redatto elencano le opere di messa in sicurezza già eseguite: benissimo, sono molte e tanto di Castello, pardon di cappello. Epperò, attenzione, ci sono quelle non ancora eseguite. Che sono ancora “in fase progettuale più o meno avanzata”. Cioè sono bozze di progetti, nemmeno progetti finiti, meno che mai opere già effettuate.
Ed ecco che, fra i progetti “commissionati”, rispunta l’argine di Pratoregio: che non c’è ancora, ma è certamente nel cuore di Castello e Debernardi, e questo ci rassicura, o almeno rassicura chi abita all’altro capo di Chivasso. Citiamo dal PRGC:
“Un ulteriore progetto definitivo, commissionato dal Comune di Chivasso per gli interventi di sistemazione idraulica del torrente Orco A PROTEZIONE DELLA FRAZIONE PRATOREGIO, HA PREVISTO: LA REALIZZAZIONE DI UNA NUOVA LINEA ARGINALE A PROTEZIONE DELLA FRAZIONE DEI DEFLUSSI DI PIENA DELL’ORCO…. “
Ecco, cari concittadini di Pratoregio che da tanto sospirate l’argine: state sereni, il Comune ha già persino commissionato il progetto.

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