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09 Marzo 2025 - 14:08
"La tragedia di Leinì ci addolora profondamente e ci indigna, siamo vicini alla famiglia della giovane vittima. Questo ennesimo dramma sul lavoro impone una riflessione sulle condizioni di sicurezza nei cantieri, con particolare attenzione alla tutela dei lavoratori stranieri, che rappresentano il 55% nel sistema bilaterale torinese e in tantissime realtà, soprattutto del nord Italia".
Lo hanno detto Enzo Pelle, segretario generale della Filca-Cisl nazionale e reggente della Filca di Torino, e Mario De Lellis, segretario generale Filca Piemonte.
Il dramma ieri.
Ramadan Abdelkarim Alaa Ragarb, trentacinque anni, di origini egiziane è morto in ospedale dopo essere stato trasportato dai colleghi di lavoro, ormai agonizzante, con gravissime lesioni riportate precipitando dal tetto di un capannone dove erano in corso lavori di ristrutturazione. Un'altra croce che si aggiunge alla lunga lista di morti bianche, un'altra tragedia che riaccende il dibattito sulla sicurezza nei cantieri, tra norme spesso disattese e controlli insufficienti.
Ma questo episodio solleva anche interrogativi inquietanti, perché la vittima non è arrivata in ospedale su un'ambulanza del 118, ma trasportata d'urgenza dai compagni di lavoro. E, come se non bastasse, una volta al pronto soccorso, questi ultimi hanno persino tentato di depistare i medici, raccontando che l'uomo era caduto in casa.
La verità è venuta a galla poco dopo. Un volo di dieci metri dal tetto del capannone di via Edoardo Agnelli 20 a Leini si è rivelato fatale per il giovane operaio.
Ramadan Abdelkarim Alaa Ragarb viveva a Torino e lavorava per un'azienda esterna incaricata del montaggio di un ponteggio. Secondo le prime ricostruzioni, l'uomo stava camminando sul tetto quando, sotto il suo peso, la struttura ha ceduto. Non c'erano protezioni. Nessuna imbracatura, nessuna rete di sicurezza: un salto nel vuoto senza appigli, una caduta senza speranza.
A quel punto, invece di chiamare immediatamente i soccorsi, i colleghi di lavoro hanno scelto un'altra strada, carica di ombre e di domande ancora senza risposta. Hanno caricato il 35enne su un’auto e lo hanno portato direttamente al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino. Un gesto disperato, forse dettato dalla paura di conseguenze legali. Ma quella bugia, raccontata ai medici, non ha retto a lungo. Le fratture e le lesioni riportate dalla vittima non erano compatibili con una caduta domestica. Sono stati proprio i sanitari a intuire che qualcosa non tornava e ad allertare i carabinieri.
Purtroppo, per Ramadan Abdelkarim Alaa Ragarb non c’era più nulla da fare.
"Abbiamo il dovere di mettere in campo tutte le misure per la sicurezza, l'integrazione e l'inclusione di questi lavoratori, per evitare che si ripetano tragedie come quella di Leinì e come il drammatico episodio di qualche giorno fa a Rivoli, che ha visto coinvolto un edile peruviano e che ha molte analogie con la morte del giovane lavoratore egiziano", commentano Pelle e De Lellis.
"La Filca - spiegano - ha costituito un Coordinamento nazionale migranti proprio per favorire il giusto inserimento dei lavoratori stranieri e dei loro familiari nei luoghi di lavoro e nella società. La formazione è un elemeto chiave in questo percorso, a partire dalla conoscenza della lingua italiana e dalla percezione del rischio, considerando che spesso le condizioni di lavoro nei Paesi di origine sono molto diverse dalle nostre. È però fondamentale adottare politiche strutturali che garantiscano un'effettiva tutela per tutti i lavoratori edili, indipendentemente dalla loro provenienza. Oltre alla formazione - proseguono - serve un impegno concreto per la sicurezza: per questo abbiamo proposto l'istituzione della figura del promotore della sicurezza, per rafforzare le attività di prevenzione nei luoghi di lavoro più rischiosi. Tuttavia, è altrettanto urgente potenziare le ispezioni nei cantieri, perché il contrasto alle irregolarità deve essere sistematico e incisivo".
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