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Carnevale di Ivrea: troppa gente, troppi problemi. I "Diavoli" da Piazza Rondolino a Piazza Freguglia?

Il dibattito del giorno dopo: le soluzioni in vista per migliorare la manifestazione

Alberto Alma presidente Fondazione Storico Carnevale e il sindaco di Ivrea Mateo Chiantore

Alberto Alma presidente Fondazione Storico Carnevale e il sindaco di Ivrea Mateo Chiantore

La Battaglia delle Arance è senza dubbio la parte più emozionante e bella del Carnevale di Ivrea, il cuore di una festa che ogni anno richiama migliaia di visitatori da tutta Italia e oltre. Ma quest’anno, il problema è stato proprio questo: troppa gente, troppi disagi, troppe polemiche. La festa sta letteralmente esplodendo!

Da un lato, gli aranceri, pronti a combattere con il solito entusiasmo, ma costretti a destreggiarsi tra una folla ingestibile. Dall’altro quei tanti visitatori e turisti, che si sono lamentati di non essere riusciti a vedere lo spettacolo, schiacciati in strade così gremite da rendere ogni spostamento un’impresa. Senza contare quelli che con il biglietto in mano pretendevano di tirare le arance e venivano bloccati e redarguiti.

Nel mezzo, un Comune, un sindaco e un assessore al bilancio che si ritrovano a dover fare i conti con una spesa che ha abbondantemente superato i 400 mila euro – soldi che potrebbero essere destinati alla manutenzione della città – da sommare ai 700 mila euro in bilancio della Fondazione dello Storico Carnevale. 

E’ evidente che con tutti questi denari da tirare fuori, limitare l’afflusso di gente non si può. Peraltro sarebbe contrario ad una filosofia sul turismo su cui non si vuole più tornare indietro.

soldi

Altrettanto evidente che non si possono contenere i costi gravando ulteriormente sulle tasche degli aranceri, già alleggerite da imbandieramento della città e acquisto delle arance. Al massimo si può dire loro, ma sarebbe una tragedia, “Sai che c’è: gli aranceri che non sono di Ivrea, dal 2026 pagano il biglietto intero per entrare…”.

Morale?

Si valuta, per ora solo come ipotesi, un biglietto d’ingresso anche il lunedì e il martedì, per scoraggiare chi sceglie questi giorni proprio per non pagare.

Si valuta e si spera che da Regione e Governo arrivino più soldi, più di quanti se ne danno a Santhià

E poi c’è il problema della fruibilità. Una delle soluzioni sul tavolo è l’installazione di una tribuna in piazza del Rondolino, un’idea che potrebbe migliorare l’esperienza del pubblico, ma che apre una questione spinosa: chi si sposta?

Attualmente, in piazza del Rondolino si danno battaglia Diavoli, Mercenari e Pantera Nera. Le voci di corridoio parlano di un primo tentativo di spostare la Pantera Nera in piazza Freguglia, con un retroscena subito spifferato dai soliti maldicenti: in cambio del sacrificio, la squadra si sarebbe "guadagnata" la vittoria della battaglia del 2025. Ovviamente, tutto smentito.

In realtà, la proposta è stata avanzata ai Mercenari, che hanno declinato gentilmente l’invito. Rimangono quindi i Diavoli, che già da anni allestiscono il padiglione Diavolandia proprio in piazza Freguglia. 

Accetteranno di trasferire lì anche il loro campo di battaglia? Difficile. 

La verità è che nessuno vuole lasciare piazza del Rondolino.

E a proposito dei vincitori. Quest’anno il titolo è andato alla Pantera Nera. C’è chi dice, non solo per l’abilità nel lancio. La squadra festeggiava infatti quest’anno i 60 dalla fondazione. Secondo i beninformati la vittoria avrebbe seguito una logica consolidata nel tempo.

Negli anni del Consorzio guidato da Elvio Gambone, prima della nascita della Fondazione, infatti, le vittorie venivano assegnate secondo un criterio “diplomatico”: si trovava sempre un motivo per premiare una squadra, fosse un anniversario di 10, 30 o 50 anni. Un sistema che, pur generando qualche malumore, era accettato da tutti, perché prima o poi sarebbe toccato a chiunque. 

Poi è arrivata la Fondazione, con  la volontà di dare più struttura alla competizione. 

Il problema è che stabilire chi tira meglio è sempre stato complicato. Lo è stato anche quest’anno nonostante l’inserimento del Palio (Tuchini primi, Pantere seconde).

Morale? Alla fine, si sarebbe tornati all’antico. Al diavolo la bravura evviva le "ricorrenze".

Insomma, come tradizione sul Carnevale di Ivrea si continuerà a discutere per tutto l’anno fino al prossimo 6 gennaio con una battuta d’arresto per San Savino. Ed è proprio questo il suo fascino.

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