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06 Marzo 2025 - 01:41
Da Piero Fassino ("Abbiamo una banca") a Stefano Lo Russo ("Abbiamo una multiutility"). I sindaci che diventano imprenditori sono ormai una costante della politica italiana, in bilico tra il sogno manageriale e l’inevitabile sospetto che, dietro le operazioni finanziarie, ci sia sempre qualcosa di più di una semplice strategia di sviluppo.
Torino, la città dell’industria che fu, ha deciso di rilanciarsi con una mossa degna di un film di Wall Street: un blitz finanziario che ha portato il capoluogo piemontese a diventare il primo azionista di Iren, superando Genova e consolidando la propria influenza su una delle più grandi multiutility italiane.
83 milioni di euro investiti, di cui 80 presi in prestito dalle banche e 3 da risorse proprie. Un'operazione da veri squali della finanza, con il Comune che si muove come una holding d'assalto, alla faccia delle solite lamentele su bilanci in rosso e casse vuote.
E così, dopo mesi di trattative segrete degne di una spy story, ieri è arrivata la fumata bianca: Torino ha conquistato il controllo di Iren. Il sindaco Stefano Lo Russo, con un sorriso che trasuda soddisfazione, ha spiegato che la città “diventa ancora più centrale nel settore energetico, della transizione ecologica, dell’innovazione e della ricerca”. Traduco per i non addetti ai lavori: abbiamo tirato fuori 83 milioni di euro con la speranza che i dividendi futuri ci ripaghino, e ora possiamo comandare un po’ di più dentro Iren.
La partita si è giocata in silenzio, tra consiglieri metropolitani convocati in gran segreto e decisioni prese in velocità, con tempistiche quasi chirurgiche per non lasciare spazio a troppi dubbi o opposizioni. Solo due voci fuori dal coro, il sindaco di Beinasco Daniel Cannati (centrodestra) e quello di Pinerolo Luca Salvai (M5S), che hanno osato dire noall'operazione. Per il resto, una macchina politica perfettamente oliata, come il miglior ingranaggio di una multiutility.
Ma cosa significa tutto questo per i cittadini?
Facciamo due conti. L’operazione si basa su un prestito ponte, che verrà rimborsato con un avanzo di bilancio a fine aprile. E nel frattempo, si spera nei dividendi, stimati a 4,31 milioni di euroquest'anno, che dovrebbero crescere fino a 5,5 milioni nel 2028. Un guadagno teorico che dovrebbe rendere l’operazione sostenibile. Dovrebbe, appunto. Perché nel mondo delle multiutility e della politica, tra crisi economiche e cambi di governance, tutto può succedere.
Genova, intanto, mastica amaro. La città ligure, fino a ieri primo azionista di Iren, si è ritrovata scalzata dal comando in un blitz degno del miglior Gordon Gekko. Lo dimostra il silenzio imbarazzato del sindaco genovese Marco Bucci e l’ira del Pd ligure, che già accusa il proprio governatore di aver permesso questo colpo di mano.
E intanto, a Torino, ci si gode il successo con un occhio già rivolto al futuro: perché nel 2027, quando si riequilibreranno gli assetti, Torino potrà esprimere l’amministratore delegato di Iren. Un dettaglio non da poco in un’azienda che gestisce acqua, energia, gas e rifiuti per 7 milioni di italiani.
Insomma, dopo anni di scelte discutibili – dal ridimensionamento dell’industria al declino della Città Metropolitana – Torino ora gioca a fare la grande potenza economica del Nord-Ovest. Chissà se questa operazione porterà benefici concreti ai cittadini o se ci troveremo con un Comune che, tra qualche anno, si lamenterà della sostenibilità del debito. Per ora, resta il dato di fatto: il sindaco di Torino si è comprato una multiutility. Altro che banca.
Iren S.p.A.: la multiservizi italiana tra energia, acqua e ambiente
Iren S.p.A. è una delle principali multiutility italiane, operante nei settori dell'energia, dell'acqua e dell'ambiente. Fondata il 1º luglio 2010, la società nasce dalla fusione tra Iride (che a sua volta aveva unito AEM Torino e AMGA Genova) ed Enìa, azienda risultante dall'integrazione di AGAC Reggio Emilia, AMPS Parma e TESA Piacenza. Oggi Iren serve milioni di clienti e gestisce servizi essenziali su gran parte del territorio nazionale.
La storia di Iren è il risultato di un processo di aggregazione e crescita, iniziato con la fusione delle società municipalizzate attive nella produzione e distribuzione di energia, nella gestione del servizio idrico e nello smaltimento dei rifiuti. Queste fusioni hanno permesso alla multiutility di espandere il proprio raggio d'azione, diventando un player strategico per il settore energetico italiano. Nel corso degli anni, Iren ha consolidato la sua presenza attraverso acquisizioni significative. Tra le operazioni più rilevanti si segnalano l'acquisto di Amiat (società di igiene ambientale di Torino) nel 2014, di TRM (gestore del termovalorizzatore di Torino) nel 2016 e di Acam La Spezia nel 2018. Nel 2024, Iren ha rafforzato ulteriormente la sua posizione acquisendo il 50% di Egea Holding, società multiservizi con sede ad Alba.
Oggi, Iren figura tra le 25 maggiori aziende italiane per fatturato ed è quotata alla Borsa di Milano nell'indice FTSE Italia Mid Cap. La multiutility gestisce un bacino di 2 milioni di clienti nel settore energetico, 2,8 milioni di abitanti nel ciclo idrico integrato e oltre 3,1 milioni di abitanti nei servizi ambientali. La produzione di energia è basata su un mix di fonti rinnovabili e impianti di cogenerazione a ciclo combinato. Tra gli impianti più importanti figurano quelli idroelettrici situati in Piemonte e Campania e le centrali di cogenerazione di Torino, Genova e Reggio Emilia. Iren è anche il maggior operatore italiano nel teleriscaldamento, con una rete che copre Torino, Moncalieri, Nichelino, Reggio Emilia, Parma, Piacenza e Genova.
Negli ultimi anni, il gruppo ha rafforzato il proprio impegno nella finanza sostenibile, emettendo diversi Green Bonddestinati a progetti di efficienza energetica e sostenibilità ambientale. Nel 2022 ha acquisito Puglia Holding, proprietaria del più grande parco fotovoltaico italiano, mentre nel 2023 ha annunciato la nascita di Iren Green Generation, società interamente dedicata allo sviluppo delle energie rinnovabili. Attraverso la controllata Ireti, Iren gestisce la distribuzione di gas ed energia elettrica, servendo cittadini in Liguria, Piemonte, Emilia-Romagna e Lombardia. Inoltre, con Iren Smart Solutions, il gruppo fornisce servizi di efficienza energetica a imprese, condomini e pubbliche amministrazioni.
Il Consiglio di Amministrazione della società, in carica per il triennio 2022-2024, è guidato dal Presidente Esecutivo Luca Dal Fabbro. Nel 2024, a seguito di vicende giudiziarie che hanno portato al licenziamento dell'ex amministratore delegato Paolo Signorini, il Consiglio ha nominato Gianluca Bufo come nuovo Amministratore Delegato e Direttore Generale. Con un piano industriale da 13 miliardi di euro in 10 anni, Iren punta su transizione energetica, innovazione tecnologica e crescita sostenibile, consolidando il suo ruolo di riferimento nel panorama delle multiutility italiane.
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