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La Lega contro Gobetti: polemica sull’incontro all’Istituto Aldo Moro

Il partito attacca la decisione della scuola di invitare lo storico Eric Gobetti, parlando di “negazionismo” e valutando un’interrogazione parlamentare. Al centro del dibattito il ruolo della politica nelle scelte educative

Alessandro Giglio Vigna

Alessandro Giglio Vigna

In un comunicato diffuso in queste ore Lega del Canavese prende una posizione netta contro la decisione dell’Istituto “Aldo Moro” di Rivarolo di invitare Eric Gobetti, storico specializzato nel Novecento, per un incontro con gli studenti sulle foibe e l’esodo giuliano-dalmata. Il partito definisce l’iniziativa inaccettabile, sostenendo che dare spazio a Gobetti significhi promuovere una narrazione “negazionista” su una pagina tragica della storia italiana.

“Non possiamo avallare una narrazione che induce a rivedere in chiave negazionista una pagina di storia tragica e che non deve essere reinterpretata, per rispetto dei tanti martiri e delle tante vittime colpevoli solo di non aver rinnegato la loro italianità”, sottolinao i dirigenti del partito.

L’On. Alessandro Giglio Vigna aggiunge: “Ringrazio gli studenti dell'Aldo Moro per aver segnalato alla Lega quanto stava per accadere, è positivo che studenti delle superiori si rivolgano a noi per segnalare una stortura all'interno del loro Istituto. Al di là del biasimo verso chi dà ancora voce e spazio a personaggi che negano o minimizzano la grande tragedia delle Foibe e dell'esodo istriano, non possiamo che rilevare come portare queste tesi in Canavese sia anche un insulto verso il nostro territorio, un territorio che fu particolarmente accogliente grazie ad Adriano Olivetti che diede lavoro e rifugio agli esuli di quelle terre.”

Il deputato leghista sostiene poi di voler approfondire il tema anche dal punto di vista economico, per verificare eventuali spese sostenute per l’organizzazione dell’incontro. “Nei prossimi giorni parlerò ancora con alcuni studenti, in particolare per capire gli aspetti economici della visita del personaggio in questione, e valuterò la possibilità di una Interrogazione Parlamentare per informare il Governo e per chiedere al Governo che fatti di questo genere non si ripetano non solo in Canavese, ma in tutto il Paese”.

Anche i neo dirigenti della sezione cittadina della Lega ribadiscono la loro contrarietà, affermando che pur nel rispetto dell’autonomia scolastica, la scuola deve garantire un’educazione “pluralista e lontana da pressioni ideologiche”.

La posizione della Lega è poi rafforzata da Giorgia Povolo, referente per gli Enti Locali, secondo cui la vicenda dimostra come sia necessaria una gestione più rigorosa della didattica su questi temi. “La storia non può essere rivisitata, le Foibe e l’Esodo sono eventi drammatici e vanno narrati con neutralità, la soluzione ottimale sarebbe stata proprio affidarsi ad associazioni qualificate da statuto ad affrontare certi temi”.

Dello stesso avviso Anna Bono, che esprime preoccupazione per la scelta dell’istituto. 

“Che una istituzione scolastica per inerzia, distrazione o deliberata scelta - afferma - si faccia strumento di propaganda ideologica e politica è sempre riprovevole, inaccettabile. Se si tratta di una tragedia come quella delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, è incomprensibile che dei docenti decidano di dare voce a chi la nega e di proporre a dei giovani una versione falsa di fatti storici accertati”.

Il dibattito sull’incontro con Eric Gobetti, autore di numerose pubblicazioni sulla Seconda Guerra Mondiale e il confine orientale, si inserisce in una più ampia discussione su come la scuola italiana debba affrontare i temi storici controversi.

Da un lato, la Lega chiede che a trattare questi argomenti siano solo associazioni ritenute “qualificate”, dall’altro, chi difende l’autonomia scolastica e il pluralismo nella didattica sottolinea l’importanza di poter ascoltare anche studiosi con approcci diversi, proprio per formare studenti capaci di pensiero critico.

L’intervento politico su questa iniziativa lascia aperta una questione più ampia: fino a che punto le scelte educative degli istituti scolastici devono essere condizionate dalle pressioni della politica?

E ancora non basta. In quale altro paese europeo i ragazzi delle scuole superiori vanno a lamentarsi con un partito perché un docente organizza un incontro con uno storico?

gobetti

Ma cosa ha fatto di così pericoloso Eric Gobetti? Semplice: ha studiato e raccontato la storia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata non come un evento isolato, ma nel contesto più ampio della Seconda Guerra Mondiale e delle violenze dell’occupazione fascista nei Balcani.

Il problema, per la Lega, è proprio questo: un approccio critico, che mette in discussione il mito di una storia “pulita”, fatta solo di vittime italiane e carnefici slavi.

Gobetti, che per il suo lavoro ha già subito insulti e minacce da parte dell’estrema destra, non nega affatto le foibe, né l’esodo. Anzi, il suo studio analizza proprio le cause e le conseguenze di quei tragici eventi.

Ma nell’Italia sovranista e revisionista, chiunque non si adegui alla narrazione ufficiale viene messo all’indice, accusato di mistificare e censurare con il pretesto di “difendere la memoria”. Il paradosso è evidente: chi si riempie la bocca di parole come “libertà” e “pluralismo” è il primo a voler limitare il dibattito storico. E così, mentre la Lega vuole decidere quali storici possano parlare nelle scuole, ci si avvicina sempre più a una riscrittura della storia di stampo autoritario.

Se c’è un punto su cui la vicenda di Rivarolo dovrebbe far riflettere, è il pericoloso precedente che si sta creando.

Oggi il bersaglio è Eric Gobetti, domani chi altro? Quante scuole saranno costrette a rivedere i propri programmi per paura di ritorsioni politiche? Quanti docenti decideranno di evitare certi argomenti per non finire nel mirino di qualche partito?

Il diritto allo studio e alla ricerca sono principi sanciti dalla Costituzione. La scuola non è (o non dovrebbe essere) un luogo in cui si impongono verità di partito, ma uno spazio di confronto, dove gli studenti imparano a ragionare con la propria testa.

In attesa di capire se l’On. Giglio Vigna avrà il coraggio di portare davvero questa “emergenza” in Parlamento, una cosa è certa: la storia non si scrive con le interrogazioni parlamentari.

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