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05 Marzo 2025 - 00:27
Sciopero trasporti
Nessuna pace per i lavoratori del trasporto pubblico locale e, soprattutto, nessun passo avanti concreto sul rinnovo del contratto collettivo. Dopo mesi di trattative, due intese raggiunte a dicembre e una vertenza che va avanti da settembre 2023, il nodo dei fondi statali promessi e mai arrivati ha nuovamente bloccato tutto. Risultato? La mobilitazione è pronta a ripartire, e questa volta i sindacati annunciano una protesta che potrebbe avere un impatto pesante, soprattutto in un periodo cruciale come quello del Giubileo.
"Senza i finanziamenti statali sarà inevitabile un nuovo sciopero, con il pericolo di un forte scontro sociale mentre a Roma si svolge il Giubileo", ha dichiarato il segretario generale della Filt Cgil, Stefano Malorgio, durante una conferenza stampa congiunta con Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna.
Una situazione paradossale e al tempo stesso emblematica di una crisi ormai strutturale. Come hanno spiegato i sindacati, a fine 2023 si era giunti a un accordo con le parti datoriali, con il riconoscimento di un nuovo contratto. Ma a una condizione: che il governo garantisse i finanziamenti necessari.
"A dicembre il governo si era impegnato a trovare i fondi, per un valore complessivo del rinnovo contrattuale pari a 530 milioni di euro", ha ricordato Malorgio. Ai sindacati era stato detto che le risorse sarebbero state ricavate dalle accise, ma da allora la situazione si è arenata, lasciando i lavoratori nell'incertezza. Il risultato? Il ministero dei Trasporti ha cancellato tutti gli incontri previsti, rendendo impossibile qualsiasi avanzamento concreto.
I sindacati non ci stanno. "Non vorremmo arrivare a bloccare un'altra volta il Paese", ha dichiarato Salvatore Pellecchia, segretario generale Fit Cisl, "ma ci sono persone che ogni giorno affrontano difficoltà enormi. E non è solo una questione di sciopero: i mezzi potrebbero fermarsi perché il settore non è più attrattivo. Chi vuole fare questo mestiere se non ha certezze?"
E proprio per questo motivo si sono riattivate le procedure di raffreddamento e conciliazione, l’iter obbligatorio per arrivare allo sciopero. La prima fase si è chiusa a fine febbraio, mentre oggi è partita la lettera dei sindacati per avviare la seconda. Entro cinque giorni il ministero del Lavoro dovrà convocare un incontro e, se non si troverà una soluzione, nel giro di dieci giorni scatterà l'annuncio della mobilitazione.
Ma per gli oltre 110mila autisti del trasporto pubblico locale, la protesta non è solo una minaccia. A febbraio, infatti, non hanno ricevuto i 500 euro di una tantum che erano stati promessi per il 2024. E a marzo dovrebbe arrivare la prima tranche dell'aumento della retribuzione tabellare: senza i fondi statali, però, il cedolino sarà lo stesso di sempre.
"Dobbiamo uscire da questo continuo ricatto del sottofinanziamento del trasporto pubblico locale", ha tuonato Roberto Napoleoni, segretario nazionale Uiltrasporti.
E mentre il settore dei trasporti locali si prepara alla mobilitazione, nel fine settimana sarà la volta dei dipendenti di Ferrovie dello Stato. Alcune sigle sindacali autonome hanno proclamato uno sciopero dalle 21 di venerdì 7 marzo alle 21 di sabato 8 marzo, rischiando di creare pesanti disagi alla circolazione ferroviaria.
Insomma, la protesta è già partita. E se il governo continuerà a rimanere fermo, i lavoratori risponderanno fermandosi a loro volta.
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