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Brucia il bosco, muore il volontariato: l’AIB di Cafasse lancia l’allarme

Sempre meno volontari, sempre più emergenze. Silvano Spezzamonte, da 40 anni in prima linea, denuncia la crisi delle associazioni e invita la comunità ad agire prima che sia troppo tardi

Corpo Volontari Antincendi Boschivi

Luana Murru è la nuova arrivata per la squadra di Cafasse

Viviamo in un’epoca in cui le emergenze ambientali non sono più eventi eccezionali, ma una costante. Incendi devastanti, frane, alluvioni e fenomeni climatici estremi mettono quotidianamente a rischio il territorio e chi lo abita. In uno scenario in cui la sicurezza sembra sempre più precaria, cresce il bisogno di figure che siano un vero e proprio punto di riferimento, capaci di intervenire con tempestività e competenza. Eppure, il volontariato, nonostante il suo ruolo cruciale, sta vivendo una crisi senza precedenti. L’aumento del costo della vita e la precarietà lavorativa stanno rendendo sempre più difficile portare avanti l’associazionismo. E così, mentre le emergenze aumentano, chi le fronteggia è sempre di meno.

Da oltre quarant’anni, Silvano Spezzamonte è una colonna portante dell’Associazione Antincendi Boschivi (AIB) di Cafasse, oggi un vero e proprio Corpo riconosciuto a livello regionale. Attualmente responsabile legale della squadra antincendi della zona, ha dedicato la sua vita alla protezione del territorio e alla salvaguardia di persone e animali. Il suo impegno non ha mai conosciuto pause: tuta, protezioni, mezzi di soccorso e via, verso l’ennesima emergenza.

Silvano Spezzamonte, legale della squadra antincendi boschivi di Cafasse 

Il mezzo di soccorso dell'AIB 

aib

Il secondo mezzo di soccorso 

L’AIB di Cafasse nasce nel 1977, quando un vasto incendio colpì il Monte Basso. All’epoca, i Vigili del Fuoco e il Corpo Forestale dello Stato intervennero con difficoltà, a causa delle condizioni impervie della montagna. A quel punto, una squadra di volontari si unì ai soccorsi con strumenti rudimentali: qualche attrezzo, un equipaggiamento essenziale e delle semplici pompette a mano. Da quell’esperienza nacque la consapevolezza che, per operare con efficacia in contesti difficili, serviva un gruppo specializzato, pronto a intervenire rapidamente laddove i mezzi tradizionali faticavano ad arrivare.

Negli anni, l’AIB di Cafasse è cresciuta e si è strutturata, tanto che la Regione Piemonte ha deciso di unificare le varie squadre di volontari sotto un’unica organizzazione: il Corpo Antincendi Boschivi del Piemonte. Grazie a questo riconoscimento, il gruppo ha ottenuto strumenti e mezzi adeguati, come un camioncino dismesso dall’Enel, che ha segnato un’evoluzione significativa nelle operazioni di soccorso.

Oggi, oltre alla lotta agli incendi boschivi, l’AIB di Cafasse è una realtà strategica anche per la Protezione Civile. Il piccolo comune, situato all’imbocco delle Valli di Lanzo e parte dell’Unione dei Comuni montani, ha dovuto adattarsi a sfide sempre più complesse. In questo contesto, è stato inevitabile condividere mezzi e risorse tra l’AIB e la Protezione Civile, ottimizzando i costi e aumentando l’efficienza negli interventi.

Nonostante l’importanza del loro operato, il numero di volontari è in costante calo. Silvano Spezzamonte lancia un appello accorato: «Ultimamente tutte le associazioni stanno vivendo un periodo di crisi». La carenza di personale rischia di compromettere la capacità di rispondere tempestivamente alle emergenze. Eppure, diventare volontario non è complicato: «Chi vuole darci una mano non deve affrontare spese. Non c'è alcuna tassa di iscrizione, i costi sono interamente coperti dalla squadra e ammontano a circa 5 euro a testa all’anno. Dopo una visita medica e alcuni corsi di formazione, che si tengono nei fine settimana, forniremo tutto l’equipaggiamento necessario. Chiediamo solo la volontà di esserci quando serve».

Le emergenze a cui l’AIB di Cafasse ha risposto negli anni sono numerose e di grande rilievo. Tra le più recenti c’è quella del 13 agosto 2023 a Bardonecchia, quando una frana causata da una colata detritica nel bacino del Rio Frejus ha messo in ginocchio la località turistica. Ma la squadra è stata operativa anche in situazioni di rischio idrogeologico, come la gestione e il monitoraggio dei due canali artificiali di Cafasse, nella ricerca di persone scomparse e in numerosi altri interventi legati al cambiamento climatico.

L’AIB di Cafasse e la Protezione Civile non operano solo in Piemonte, ma sono pronte a intervenire ovunque sia necessario. In passato, le loro squadre sono state impegnate anche in Liguria e in Puglia, dimostrando che il volontariato non conosce confini quando si tratta di aiutare chi è in difficoltà.

Un segnale importante arriva anche dal fatto che sempre più donne stanno entrando a far parte dell’AIB. L’ultima arrivata è Luana Murru, 37 anni, la terza donna a unirsi alla squadra di Cafasse. Una dimostrazione che l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente non ha genere, ma solo una forte determinazione.

La squadra sta anche affrontando un passaggio di consegne importante. Matteo Trabucco, vent’anni più giovane di Silvano Spezzamonte, sta assumendo il ruolo di coordinatore, garantendo così la continuità di un impegno che dura da oltre quarant’anni. Spezzamonte rimarrà comunque un punto di riferimento fondamentale, continuando a svolgere il ruolo di responsabile legale.

In un’epoca di emergenze sempre più frequenti e devastanti, il valore del volontariato non è mai stato così alto. Eppure, senza nuove forze, anche i più preparati non potranno fare abbastanza. L’appello è chiaro: chiunque voglia contribuire può fare la differenza. Per chi fosse interessato a entrare nella squadra o semplicemente a saperne di più, tutte le informazioni sono disponibili sul sito ufficiale dell’AIB di Cafasse. Perché il fuoco non aspetta, e neppure le emergenze. E senza volontari, a spegnerlo non ci sarà più nessuno.

L'AIB di fronte ad un incendio nei boschi 

L'intervento della Squadra 

La squadra di Cafasse è sempre pronta a risolvere le varie sfide di questo periodo con tutti i mezzi a disposizione per farlo 

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