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24 Febbraio 2025 - 22:44
La Scomparsa delle Cassette Postali: Un Segnale dei Tempi Moderni
C’era un tempo in cui scrivere una lettera significava metterci il cuore, scegliere la carta, calcolare bene lo spazio, chiudere la busta con cura e poi, con un misto di emozione e ansia, imbucarla in una cassetta rossa, nella speranza che il destinatario la ricevesse il prima possibile. Oggi? Un messaggio vocale su WhatsApp e via, risolto in tre secondi, magari con un'emoji per dargli quel tocco umano che una volta richiedeva una calligrafia leggibile.
Il risultato di questa accelerazione senza freni è sotto gli occhi di tutti: le cassette postali sono diventate pezzi d’arredo urbano inutilizzati, monumenti di un’epoca in cui la pazienza esisteva ancora. Le lettere d’amore si sono trasformate in "ti penso" inviati su Telegram, le cartoline in foto sgranate su Instagram e le raccomandate? Quelle si fanno online, con tanto di firma digitale.
E così, come le cabine telefoniche e le schede telefoniche, anche le buche delle lettere vanno in pensione. Poste Italiane ha deciso che a Torino e provincia ne verranno smontate la metà. E pazienza per chi ancora le usa, per chi ogni tanto imbuca una cartolina – giusto per il gusto di farlo – o per quei pochi irriducibili che ancora scrivono lettere a mano. Il progresso non guarda in faccia a nessuno: avanti tutta con la digitalizzazione.
Ma c’è chi non ci sta. Per alcuni, quelle cassette erano ancora un punto di riferimento: lettere, documenti, perfino gli abbonamenti alla sosta venivano infilati dentro e sparivano nelle mani di un postino. Adesso, per spedire qualcosa, bisognerà andare direttamente all'ufficio postale. Con buona pace di chi aveva ancora la comodità di una buca sotto casa e ora dovrà aggiungere una tappa in più alla sua giornata.
E le cassette superstiti? Quelle resteranno nei punti strategici, ovvero accanto agli uffici postali, nelle stazioni, nei pressi dei monumenti storici. In pratica, per trovare una buca delle lettere bisognerà dotarsi di una mappa e di una buona dose di fortuna. Ma niente paura: Poste ha la soluzione "smart". Arrivano le cassette intelligenti, dotate di un piccolo display e capaci di segnalare automaticamente il livello di riempimento, così da ottimizzare il lavoro degli addetti.
Un’idea geniale, se solo ci fosse ancora qualcuno che le usa. L’innovazione arriva proprio mentre le lettere sono diventate rare quanto i francobolli venduti nei tabaccai. Ma non importa, perché oggi tutto dev’essere "intelligente": smartphone, smart TV, smart working e ora anche le cassette postali. Peccato che, in realtà, basterebbe una cassetta normale e un servizio efficiente.
E mentre spariscono le cassette rosse, chiudono anche diversi uffici postali. Alcuni sportelli sono stati chiusi nel silenzio generale, altri hanno visto proteste e persino tentativi di ricorsi, ma nulla ha fermato il piano di Poste Italiane: meno cassette, meno uffici, meno servizi. E più code, più attese, più difficoltà per chi ancora non si è rassegnato all’idea che tutto debba per forza passare da uno schermo.
Ma c’è qualcosa di peggio di una bolletta che non arriva o di una raccomandata che bisogna andare a ritirare di persona: le lettere a Babbo Natale.
Centinaia di migliaia di bambini, ogni anno, si sedevano al tavolo, prendevano un foglio, una penna e scrivevano i loro desideri. “Caro Babbo Natale, quest’anno sono stato bravo…”. Poi infilavano la lettera in una busta, scrivevano l’indirizzo più magico del mondo – Polo Nord – e la affidavano alla cassetta rossa, convinti che in qualche modo sarebbe arrivata davvero. Ed era proprio così.
Ora, con meno cassette in giro, a chi la daranno quei bambini? Gli diranno di mandare un’email? Di allegare una lista Amazon? Di girare un TikTok con la coreografia dei loro desideri? Dove andranno a finire i loro sogni scritti a mano?
Forse è solo nostalgia, forse il mondo va avanti così. Ma il giorno in cui un bambino smetterà di credere che imbucare una lettera possa farla arrivare fino al Polo Nord, avremo perso molto più di una cassetta della posta.
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