Cerca

Attualità

Svastica al Sacrario della Benedicta: un oltraggio alla memoria della Resistenza

Un simbolo nazista imbratta il luogo sacro dei partigiani in Piemonte, richiamando l'importanza della memoria storica

Svastica al Sacrario della Benedicta: Un Oltraggio alla Memoria della Resistenza

Svastica al Sacrario della Benedicta: un oltraggio alla memoria della Resistenza

Un simbolo di odio ha deturpato la strada che conduce al Sacrario della Benedicta, luogo di memoria della Resistenza situato tra le colline di Bosio, in Piemonte. Su un cartello stradale che indica la direzione verso il sacrario è comparsa una svastica, un segno che richiama il terrore nazista e insulta il sacrificio dei 147 partigiani massacrati nell’aprile del 1944. Un gesto vile che non solo calpesta il ricordo di chi ha combattuto per la libertà, ma che lancia un segnale inquietante sul presente.

L’atto vandalico è stato denunciato da Daniele Borioli, presidente dell’Associazione Memoria della Benedicta, che ha espresso sdegno e preoccupazione: “Imbrattare il nome della Benedicta con il simbolo nazista è il riflesso di un pensiero distorto e privo di coscienza storica”. La svastica non è solo una scritta tracciata su un cartello, è un’offesa a una delle pagine più dolorose della lotta partigiana.

Per comprendere la gravità di quanto accaduto, è necessario ricordare cosa rappresenta questo luogo. Nell’aprile del 1944, i nazifascisti scatenarono una repressione brutale dopo l’uccisione di quattro soldati tedeschi. 75 partigiani vennero fucilati sul posto, altri 351 deportati nei lager, di cui 140 non fecero mai ritorno. Il sangue versato sulle colline piemontesi è il simbolo di un sacrificio estremo per la libertà, un sacrificio che oggi viene vilipeso da gesti ignobili come quello compiuto sul cartello stradale.

Sacrario della Benedicta

Quello che è accaduto alla Benedicta non è un semplice sfregio, ma un campanello d’allarme. In un’epoca in cui rigurgiti di odio e ideologie estremiste trovano spazio nelle piazze e sul web, gesti come questo devono essere condannati con fermezza. La memoria storica è un argine contro l’ignoranza, e chi prova a riscriverla o a sporcarla compie un attacco diretto ai valori democratici.

L’associazione che custodisce la memoria della Benedicta chiede che gli autori di questo scempio vengano identificati e sanzionati. "La croce nazista che ha imbrattato l'indicazione stradale verso il Sacrario della Benedicta è solo il miserabile simbolo di un pensiero contorto e ignorante. Il sacrificio, la lezione morale e civile dei partigiani fucilati e deportati, a seguito del rastrellamento della Benedicta, nell'aprile del 1944, non temono lo sfregio dell'ignoranza e del fanatismo. È il nostro tempo presente, invece, a dover temere il ritorno dei fantasmi che hanno umiliato l'Italia e l'Europa nel secolo scorso. Per questo chiediamo fermezza e vigilanza, affinché gli autori dello sfregio siano individuati e chiamati a rispondere del loro gesto" ha scritto su Facebook Daniele Borioli, Presidente Associazione Memoria della Benedicta.

L’episodio si aggiunge a una lunga lista di atti simili avvenuti negli ultimi anni, segnali di un preoccupante ritorno di ideologie che sembravano sepolte dalla storia.

La svastica comparsa sulla strada per la Benedicta è più di un atto vandalico: è un insulto alla Resistenza, alla Costituzione e ai valori su cui si fonda la nostra democrazia. Il ricordo di chi ha sacrificato la vita contro la dittatura non è un fardello del passato, ma un dovere del presente. Ogni tentativo di riscrivere la storia con la menzogna e la provocazione va contrastato senza esitazioni. La libertà, conquistata con il sangue di quei giovani partigiani, non può essere infangata da chi nega il passato e mina il futuro.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori