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08 Febbraio 2025 - 15:54
La responsabile Serenella Quarello durante gli appluasi finali
Chissà se è stato lo spirito della poesia a dare l’energia necessaria al cast, chiamato ad affrontare difficoltà, imprevisti e malanni di stagione. Uno spettacolo che ha dovuto sdoppiarsi in due date a causa di un imprevisto tecnico: lo scorso martedì 17 dicembre 2024, nei suoi 20 minuti finali, un cortocircuito ha mandato in tilt la struttura elettrica dell’Istituto calusiese, incapace di reggere i continui giochi di luce, attivando così l’illuminazione di emergenza.
A quel punto, la professoressa Serenella Quarello e la direttrice Katia Milano hanno dovuto, per prassi, far allontanare il pubblico e risolvere il problema prima del rientro in classe degli studenti. Alla fine, solo un piccolo guasto senza alcun rischio, ma la delusione del cast è stata evidente. “Ci scusiamo davvero”, ha detto Quarello, ma il dispiacere si è trasformato presto in una nuova spinta creativa, portando a una rappresentazione ancora più immersiva.
Giovedì 6 febbraio, alle ore 21, nell’Aula Magna dell’Istituto Superiore Piero Martinetti di Caluso, è risorto Federico García Lorca con la sua Poesia che non muore mai, interpretato dalla compagnia teatrale Las Màscaras. Finalmente, lo spettacolo è potuto andare in scena nella sua interezza, senza interruzioni.
"La compagnia teatrale Las Màscaras, formata esclusivamente da studenti del Martinetti, nasce nell’ambito del Progetto Lingue del nostro Istituto, che da anni promuove lo studio delle lingue straniere anche attraverso il potente mezzo espressivo del teatro", si legge nel dépliant. Lo spettacolo, infatti, è un intreccio di lingue e arti diverse: recitazione, canto, danza e musica, alternando spagnolo, italiano e inglese. Di recente, il progetto ha ricevuto un finanziamento dai fondi del PNRR per sostenere iniziative legate al benessere scolastico e all’inclusione sociale.
La trama racconta la tragica vicenda del poeta spagnolo Federico García Lorca, fucilato nel bosco di Víznar all’alba del 19 agosto 1936. Nel tentativo di riscrivere la storia ed evitare il drammatico epilogo, quattro studenti di Barcellona, provenienti dal futuro, provano a salvarlo, incontrandolo insieme alla sua compagnia La Barraca a Madrid. Ma ogni interferenza potrebbe compromettere il normale corso degli eventi: Lorca dovrebbe morire per i suoi ideali repubblicani, opponendosi al regime monarchico e fascista di Francisco Franco.
Il poeta si trova così di fronte a un dilemma: salvarsi, abbandonando i suoi compagni, le sue opere e i suoi personaggi, oppure accettare il proprio destino, consapevole che il suo sacrificio sarà un inno alla libertà. Sul palco, momenti comici e riflessivi si intrecciano in un confronto tra due epoche diverse, gli anni ’30 e il nuovo millennio. Un gioco di meta-teatro in cui gli attori, più volte, abbattono la quarta parete, coinvolgendo direttamente il pubblico.
Il momento più atteso dalla platea è arrivato proprio nei fatidici 20 minuti finali, con il timore che un altro inconveniente potesse interrompere lo spettacolo. Ma stavolta tutto è filato liscio e le scene conclusive sono state interpretate con ancora più intensità, nonostante le condizioni di salute precarie della maggior parte del cast.
"Immagino il vostro timore quando siamo arrivati alla scena in cui, la scorsa volta, il cortocircuito ci ha fermati", ha scherzato la professoressa Quarello, tornando poi subito seria: “Questa volta è andata bene. Nonostante le difficoltà e i malanni di stagione, siamo riusciti a portare in scena il miglior risultato possibile”.
La direttrice Milano, invece, si è complimentata con gli studenti per la loro dedizione e con il pubblico per la pazienza dimostrata nel tornare in Aula Magna per assistere all’intera rappresentazione. Un “lieto fine”, almeno per lo spettacolo. Perché la storia, purtroppo, si conclude comunque con l’esecuzione di Lorca da parte di una guardia franchista, accompagnata dal brano Ovunque Sarai di Irama.
Questa nuova prova ha aggiunto ulteriore valore al lavoro della compagnia teatrale Las Màscaras, che ha dimostrato grande resilienza e spirito di squadra. Uno spettacolo che, oltre a far rivivere il poeta andaluso, ha portato in scena temi di grande attualità, come l’omosessualità, la parità di genere e il valore della democrazia.
L'inizio dello spettacolo
Molte scene avvenivano fuori dal palco, in questa doppia immersione tra racconto e riflessione da parte dei protagonisti narrati
Il momento del canto con grande ospite Beatrice Colosso, ex-martinettiana e cantante di professione, molto legata alla sua Compagnia teatrale Las Màscaras dove ha iniziato a debuttare
Il momento dell'incontro tra due generazioni differenti, accompagnati ai lati dall'impersonificazione di alcune sue opere: a sinistra la Luna e a destra la Zapatera
La scena successiva all'interruzione avvenuta il 17 dicembre 2024, quando Federico prende coscienza che alterando la storia si perderanno anche parti di memoria sul suo operato
Il sostegno reciproco durante il momento del canto di gruppo
La fine per Federico Garcìa Lorca, ma non per la sua Poesia che può regnare in eterno senza perdere frammenti della propria memoria storica
L'atto conclusivo con tutto il cast al completo insieme alla Responsabile Professoressa Serenella Quarello
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