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Sanità al collasso nelle Valli di Lanzo: chi si prende la responsabilità?

A un anno dall'avvio della Strategia Aree Interne, medici insufficienti, servizi ridotti e pronto soccorso chiuso. I cittadini costretti a viaggiare per cure essenziali mentre l’ASL promette investimenti futuri

Il direttore generale dell'Asl To4 Luigi Vercellino

Il direttore generale dell'Asl To4 Luigi Vercellino

La sanità nelle Valli di Lanzo continua a navigare tra difficoltà e progetti di rilancio. Mercoledì 29 gennaio, l'ASL TO4, l'Unione Montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone e l'Unione Montana Alpi Graie hanno organizzato un incontro con gli Amministratori locali per valutare lo stato della Strategia Aree Interne, a un anno dall’inizio delle attività. In un contesto in cui la carenza di personale medico e la progressiva riduzione dei servizi sanitari destano preoccupazione tra cittadini e istituzioni, l'evento ha rappresentato un'importante occasione di confronto.

I lavori sono stati aperti dal Direttore Generale dell'ASL TO4, Luigi Vercellino, da Tina Assalto, referente del progetto, e da Daniela Majrano, presidente dell'Unione Montana Alpi Graie. Successivamente, Maria Luigia Spaccapietra, Direttore del Distretto Ciriè-Lanzo, e Clara Occhiena, Responsabile della Direzione delle Professioni Sanitarie dell'ASL TO4, hanno illustrato i risultati ottenuti e le strategie per il futuro.

 l'ospedale di Lanzo

Uno dei punti centrali dell'incontro ha riguardato il ruolo dei quattro Presidi della Salute attivi sul territorio, situati a Ceres, Lanzo, Pessinetto e Viù. Tali strutture dovrebbero garantire un'assistenza capillare alla popolazione, ma devono fare i conti con personale insufficiente e con la difficoltà di attrarre nuovi medici in una zona logisticamente complessa. La riduzione dei servizi ospedalieri e la chiusura del pronto soccorso di Lanzo nel 2020 hanno aggravato la situazione, costringendo i residenti a spostarsi verso il presidio di Ciriè, con un aumento dei tempi di attesa e delle difficoltà logistiche.

A fronte di queste problematiche, è stata sottolineata l'importanza del lavoro svolto dagli Infermieri di famiglia e di comunità e dalle Ostetriche di continuità, figure chiave per garantire un'assistenza sanitaria più vicina ai cittadini, anche a domicilio. Tra le soluzioni discusse, vi è l'incremento dei servizi di telemedicina, che consentirebbe ai medici di gestire diagnosi e terapie da remoto, riducendo la necessità di spostamenti e migliorando la tempestività degli interventi.

Tra i temi affrontati anche il Punto Pediatrico Aree Interne, una misura pensata per garantire assistenza ai più piccoli nelle zone montane. Tuttavia, la sostenibilità economica di queste iniziative è in bilico: il bilancio preventivo dell'ASL TO4 per il 2025 prevede una perdita stimata di oltre 56 milioni di euro, sollevando interrogativi sulla capacità di mantenere attivi questi servizi nel lungo periodo.

In chiusura, sono state presentate nuove proposte di collaborazione, illustrate da Fabrizio Bogliatto, Direttore del Dipartimento Materno Infantile, da Gaetano Senatore, Direttore della Cardiologia Ciriè e del Dipartimento Area Medica, e da Marcello Giove, Responsabile della Psicologia della Salute degli Adulti. Nonostante le promesse di investimenti in nuove attrezzature e bandi per l'assunzione di personale, resta alta la preoccupazione tra i cittadini e gli amministratori locali.

La speranza è che i piani di sviluppo e la collaborazione tra enti possano garantire un servizio sanitario adeguato alle esigenze della popolazione, senza ulteriori tagli che comprometterebbero il diritto alla salute di chi vive nelle aree interne.

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