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29 Gennaio 2025 - 16:13
Santina Calleri, 80 anni, è deceduta dopo tre anni di lotta contro il mesotelioma
Si allunga ancora la dolorosa lista di vittime dell’amianto. Santina Calleri, 80 anni, è deceduta dopo tre anni di lotta contro il mesotelioma, la più aggressiva e tristemente nota tra le patologie connesse all’esposizione alle fibre di asbesto. Membro del direttivo di Afeva (Associazione familiari e vittime amianto), Santina era parte attiva nella battaglia per ottenere giustizia e fermare quella che da molti è considerata una vera e propria strage silenziosa.
“Adesso abbiamo un motivo in più per unirci a contrastare l’amianto killer. Ciao Tina, porteremo nel cuore il tuo dolce sorriso e la tua sorprendente forza e voglia di reagire. Ribadiamo la volontà di contrastare in tutti i modi questa terribile malattia che, nonostante l’efficacia di nuove cure, ancora ci priva dei nostri amici più cari”, ha dichiarato l’associazione nel dare la triste notizia.
La comunità di Casale Monferrato, epicentro simbolico della lotta all’amianto in Italia, piange la scomparsa di Santina e rinnova la volontà di portare avanti la battaglia per la ricerca, la giustizia e il coinvolgimento della politica.
“L’amarezza per la scomparsa di Tina deve farci trovare un motivo in più per sopportare la tragedia legata al polverino killer e continuare a combattere affinché finisca”, ha sottolineato Bruno Pesce, storico portavoce di Afeva, ribadendo i tre principi cardine dell’associazione.
La storia di Santina è purtroppo solo una delle tante.
Secondo gli ultimi dati epidemiologici, il numero di coloro che si ammalano a causa dell’esposizione all’amianto – soprattutto in ambito lavorativo, ma non solo – è in costante crescita. La latenza di queste patologie è estremamente lunga: per molte malattie correlate all’amianto possono passare anche 20-40 anni dall’esposizione iniziale prima che i sintomi si manifestino. Questo rende particolarmente difficile arginare un fenomeno che, nonostante il bando dell’asbesto in Italia risalga al 1992, continua a mietere vittime.
Le principali malattie collegate all’amianto
Il contesto giudiziario: dal processo Eternit all’Eternit-bis
La vicenda Eternit, che ha coinvolto l’ex stabilimento di Casale Monferrato, è uno dei casi giudiziari più noti al mondo in materia di amianto. Il primo processo (concluso in Cassazione nel 2014) portò all’annullamento della condanna di Stephan Schmidheiny per prescrizione, destando sconcerto tra i familiari delle vittime e l’opinione pubblica.
Processo Eternit
Nel successivo filone giudiziario, detto Eternit-bis, si è proceduto con nuove contestazioni per omicidio volontario e disastro. A Torino si attende una nuova udienza in corte d’appello, la cui sentenza è prevista per il 5 marzo: un appuntamento cruciale per le famiglie dei lavoratori e dei cittadini esposti all’amianto, che chiedono da anni giustizia per la strage silenziosa che ha colpito il territorio.
La scomparsa di Santina Calleri, così come quella di moltissime altre vittime, ci ricorda quanto sia urgente continuare a investire nella ricerca scientifica, per migliorare le cure e individuare test di diagnosi precoce, e nell’attività di bonifica dei siti contaminati. Il coinvolgimento delle istituzioni resta fondamentale: lo sforzo congiunto di associazioni come Afeva, comitati cittadini, forze politiche e magistratura rappresenta l’unico modo per sperare di sconfiggere definitivamente l’“amianto killer”.
Oggi, mentre il dolore per la scomparsa di Santina è ancora vivo, la comunità di Casale Monferrato ribadisce la propria determinazione: difendere la memoria di chi non c’è più e tutelare la salute dzio elle generazioni presenti e future. Un impegno che, come ricorda l’Associazione familiari e vittime amianto, deve diventare un dovere collettivo.
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