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11 Gennaio 2025 - 21:50
Giorgia Lami: un’artista chivassese tra pittura, danza e musica
Giorgia Lami, nata e cresciuta a Chivasso, è una figura emergente nel panorama artistico locale, capace di conquistare l’attenzione dei cittadini con opere che parlano al cuore. La sua passione per l’arte è nata fin dall’infanzia, quando frequentava il liceo artistico sotto la guida del professor Francesco Capello, pittore iperrealista noto a Chivasso. “È stato più di un maestro, per me. È stato una figura paterna, sempre attento e incoraggiante. Mi ha dato le basi per diventare non solo pittrice, ma anche artista a tutto tondo”, racconta Giorgia.
Dopo il liceo, Giorgia non si è limitata a una sola forma di espressione artistica. Con una carriera che spazia tra pittura, danza e musica, è un’artista poliedrica che non ha paura di esplorare nuovi orizzonti creativi.
Body painting pigiama a righe eseguito su se stessa da Giorgia
Foto Roberto Veglio
Nel 2023, in occasione della Giornata della Memoria, Giorgia ha deciso di posare per una serie di scatti fotografici, dando vita a un progetto artistico carico di significato: “Così ho deciso di onorare il Giorno della Memoria,” spiega l’artista, che ha collaborato con il fotografo Roberto Veglio per realizzare immagini simboliche che raccontano la sofferenza e la resilienza umana: “Ho scelto di essere immortalata quasi nuda per richiamare la nudità forzata e l’umiliazione subita ad Auschwitz, come tutti sappiamo, e per sottolineare la sofferenza e gli orrori vissuti in quel luogo. Guardandomi allo specchio, ho dipinto sul busto del mio corpo una riproduzione del ben noto ‘Pigiama a righe.’ Ho truccato il mio volto per riprodurre ematomi, sporcizia e segni di denutrizione. In alcuni scatti, sul mio viso e corpo è presente anche del sangue, dipinto simbolicamente per rappresentare il dolore. Sul mio braccio, ho riprodotto il numero di matricola originale di Eva Maria, ‘168007,’ mentre sul cuore ho disegnato un numero dedicato a Dio: l’1 rappresenta il Dio Unico, il 3 la Trinità, il 7 lo Spirito Santo e lo 0 l’Infinito di Dio. Sul seno ho stretto una fascia nera, simbolo di lutto, rappresentando un seno che, nelle donne deportate, non avrebbe mai più potuto allattare, interrompendo così il ciclo della vita. Sul capo ho indossato una fascia retata, simbolo di cecità e di costrizione, come una metaforica ‘rete di prigionia.’ Dipingermi completamente da sola è stato molto difficile, ma necessario per creare un lavoro autentico e personale.”
Le sue opere, a metà tra il figurativo e l’impressionismo, raccontano un mondo in continuo movimento, “quadri in movimento”, dove la tecnica è solo uno strumento per esprimere emozioni profonde, utilizzando il corpo come un’opera animata. “Sono nata artista,” afferma. “Ogni giorno è una nuova scoperta, una nuova forma di espressione. Ogni forma d’arte mi permette di comunicare e di esprimermi in modo diverso. Non posso fermarmi a una sola disciplina; è nella mia natura esplorare e spingermi oltre”, spiega l’artista.
Giorgia ha esposto due volte con mostre personali a Chivasso e ha partecipato anche a una mostra collettiva, dove ha avuto l’opportunità di esporre insieme al suo mentore, Francesco Capello. “Ogni esposizione è un momento speciale. Quando mostro il mio lavoro, non è solo una questione di arte visiva, ma di comunicare un’emozione, una parte di me. Esibirmi insieme a Capello è stato un grande onore”, racconta Giorgia.
Il pubblico ha reagito con entusiasmo alle sue creazioni, lodandole sui social per la capacità di emozionare e trasmettere autenticità. “Quando vedo che le persone si commuovono davanti ai miei lavori, capisco di aver raggiunto il mio scopo: l’arte è un linguaggio universale che arriva al cuore,” afferma Giorgia.
L’artista, che si definisce “nata per creare”, continua a sperimentare e a vivere il processo creativo come un viaggio nel presente. La sua arte, con il suo potere di trasformare e unire, è un orgoglio per la comunità chivassese, portando un messaggio di emozione e bellezza che va oltre le parole.
Una delle tecniche preferite di Giorgia è il carboncino, che le consente di dar vita a tratti decisi ed energici. “Il carboncino mi permette di esprimere emozioni forti e contrastanti. È immediato, etereo e affascinante. Amo i contrasti di colore che riesco a ottenere con questo strumento”, afferma. Oltre al carboncino, Giorgia dipinge ad olio e sperimenta con pastelli, inchiostri e acrilici, ma non si è fermata qui: ha anche esplorato il mondo della scultura, realizzando opere in creta, gesso e materiali vari, tra cui quadri matematici e bassi rilievi.
“Ogni esperienza è interessante quando hai la curiosità di scoprire e sperimentare. Però, uno dei momenti più sorprendenti è quando dipingo gli occhi di una persona. In quel momento, è come se le dessi vita, perché catturo l’anima di quella persona”, racconta Giorgia con passione. La sua arte, che oscilla tra il figurativo, il simbolismo e l’impressionismo, non si limita mai a una sola direzione: “Non mi piace incasellarmi. L’arte è un mondo in continuo movimento, proprio come noi. Per questo continuo a cercare, a scoprire, a cambiare”.
Giorgia è anche molto riflessiva sulla percezione dell’arte al giorno d’oggi. “Purtroppo, oggi l’arte non ha lo stesso riconoscimento che aveva in passato. Penso ai grandi maestri come Leonardo, Michelangelo, Monet, Klimt… L’arte ha sempre avuto un potere trasformativo, ma anche un potere salvifico, che forse oggi non viene riconosciuto nella sua pienezza. L’arte è una medicina per l’anima, un antidoto contro la frenesia della vita quotidiana”, dice.
Nonostante la sua continua sperimentazione, Giorgia ha un futuro ricco di progetti. “Ho in mente tantissime idee, ma non progetto troppo in anticipo. L’ispirazione arriva al momento giusto. Creo nel momento, e questo è ciò che rende ogni opera unica”, conclude. L’arte di Giorgia Lami è un viaggio continuo, un’esplorazione senza fine di emozioni e materiali, che riflette la sua personalità curiosa e vivace.
Opere dipinte a olio
Opere dipinte a carboncino
Opere dipinte da Giorgia Lami
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