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Lago Sirio, il gelo che scalda i cuori: successo per il cimento invernale

Diciannove coraggiosi “orsi piemontesi” sfidano le acque a 7°C sotto gli applausi del pubblico. Una tradizione che unisce sport, emozioni e comunità

Cimento Lago Sirio

Cimento Lago Sirio

È mezzogiorno del primo gennaio 2025. Sulle rive del Lago Sirio, a Chiaverano, il sole splende alto, ma il vero protagonista è il gelo che avvolge le acque, ferme a 7°C. Qui, 24 temerari “orsi piemontesi” si sono tuffati in uno dei rituali più attesi del Canavese: il cimento invernale, giunto alla sua diciannovesima edizione.

Nonostante il freddo pungente, lo spettacolo è stato accolto da una folla di spettatori che, sulle rive del lago, applaudiva e incoraggiava i partecipanti.

Prima del tuffo, la giornata è stata inaugurata dal Nono Memorial Coniugi Moia, una corsa ad anello di 3.600 metri attorno al lago, dedicata a Gennaro ed Elda Moia, genitori di Dario Piergiorgio Moia, l’ideatore e instancabile organizzatore di questa avventura, nonché capo "indiscusso" della banda.

I partecipanti, dopo aver affrontato il percorso di corsa, si sono cambiati rapidamente per affrontare il momento clou: l’immersione.

Alle 12, il suono del via ha segnato l’inizio dell’impresa: scalette pronte, acque gelide e lo sguardo determinato di chi sfida il freddo non solo per una tradizione, ma per il piacere di far parte di qualcosa di speciale.

I sorrisi e le grida di chi si immerge, seguiti da applausi scroscianti, hanno riscaldato l’atmosfera, creando un clima di festa.

Ad attendere i partecipanti al termine dell’impresa c’erano bevande calde, vin brûlé e paste secche offerte dalla direzione.

Ma il vero protagonista del dopo-tuffo è stato il "Sacco di Babbo Natale", colmo di premi sorteggiati tra i partecipanti, che ha aggiunto un pizzico di sorpresa e allegria alla giornata.

Al Lago Sirio, il cimento invernale non è solo un evento sportivo, ma un simbolo del carattere della comunità eporediese, capace di sfidare il gelo per celebrare il nuovo anno in modo unico. La promessa di ritrovarsi l’anno prossimo è stata sancita con sorrisi e abbracci, mentre il sole calava sul Lago Sirio, testimone silenzioso di un’altra memorabile avventura.

Insomma, il cimento invernale del Lago Sirio è molto più di un tuffo nell’acqua gelida: è un’esperienza che unisce, diverte e riscalda i cuori. Una tradizione che continua a crescere, portando con sé l’energia e l’ottimismo di una comunità.

Gli orsi, oltre a Dario Piergiorgio Moia:  Paolo Drago (Albiano d’Ivrea), Giorgio Capello (Torino), Maurizio Pitti (Donnas), Marco Dalbard (Donnas), Cristina Cristilli (Biella), Libero Belotti (Biella), Eric Chaussignand (Zimone), Aldo Baratella (Strambino), Monica Tamagnone (Torino), Mario Paonessa (Borgofranco), Antonella Magarotto (Biella), Filippo Avetta (Chiaverano), Savio Gillio (Ivrea), Marco Capello (Rivarossa), Andrea Paoloni (Ivrea), Enzo Vigo (Chiaverano), Luisa Ciampi Tartaglia (Ivrea), Giovanni Reviglio (Torino) e Antonino Spezzano (Ivrea). A loro si è aggiunto, come sempre, l’inossidabile Dario Moia. 

I partecipant

il tuffo

ecc

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u

e ancora

e poi

e

la folla

Il Ciménto

Ciménto, dal latino caementum indica sia “prova pericolosa, rischio” sia  “dura prova morale”.

Non si sa quale definizione si accosti di più all’esperienza del cimento invernale, ma sicuramente gli amanti di questa pratica dimostrano un grande coraggio. Si tratta di un appuntamento tra temerari che, in pieno inverno, con qualsiasi temperatura, si tuffano in acqua (mare o lago) insieme, giovani e meno giovani, nuove leve e veterani.

Dopo il bagno “ristoratore”, di solito, i cimentisti approfittano dell’occasione per passare una giornata insieme, tra cibo, vino e chiacchiere. Per avere maggiori informazioni sui singoli eventi visitare il sito cimento.it.

In ogni caso, a differenza di quel che si può pensare, un tuffo invernale non è un’esperienza eccentrica ed estrema. È, invece, qualcosa che può fare davvero bene al corpo e alla mente. I paesi del nord Europa lo hanno capito prima di noi.


In termini medici avviene quella che si chiama “sindrome di adattamento generale”: ci adattiamo ad uno stress ambientale, sia mentale che fisico e questo ci rinforza. Al tuffo segue una fase di resistenza in cui il nostro sistema endocrino rilascia cortisolo e brucia gli zuccheri e poi i grassi. Con l’abbassarsi della temperatura, questo meccanismo si attiva e ci adattiamo a superare lo stress rinforzando le nostre difese immunitarie. È stato dimostrato che nel cavo orale, in questi casi, aumentano le immunoglobuline e si è più protetti.


Non dobbiamo poi trascurare gli effetti sulla mente, sullo spirito: l’accoglienza e la coralità che si trovano durante i cimenti invernali ci possono esserci d’aiuto, soprattutto durante questo periodo di distanziamento sociale. 

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