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30 Dicembre 2024 - 17:17
Presentazione del IX Dossier delle criticità strutturali e logistiche delle carceri piemontesi. Monica Cristina Gallo, Garante di Torino
Il nono Dossier sulle criticità strutturali e logistiche delle carceri piemontesi, presentato oggi a Palazzo Lascaris, offre uno spaccato che oscilla tra speranze e problemi irrisolti.
Secondo il Garante regionale delle persone detenute, Bruno Mellano, “sono disponibili 250 milioni di euro per migliorare le 189 carceri italiane, ma è essenziale che gli interventi siano tempestivi e mirati. Non basta parlare di sicurezza: servono strumenti per formazione, istruzione e lavoro, elementi chiave per ridurre la recidiva”.
Presentazione del IX Dossier delle criticità strutturali e logistiche delle carceri piemontesi. Interviene il Garante regionale delle persone detenute Bruno Mellano
Una visione chiara che, però, si scontra con una realtà fatta di sovraffollamento, strutture fatiscenti e lentezze burocratiche.
La Casa Circondariale di Ivrea, con i suoi 262 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 195 posti, è un simbolo tangibile di una crisi che va ben oltre le mura locali.
Le celle sono sovraffollate e prive di dotazioni di base come acqua calda e docce. Gli infissi, in ferro e plexiglass, sono corrosi dalla ruggine e non garantiscono né il benessere dei detenuti né un minimo risparmio energetico. Le grate a maglie strette oscurano le finestre, trasformando le camere in ambienti soffocanti. Gli spazi per il passeggio, le sezioni di isolamento e collaboratori sono in condizioni disastrose e necessitano di interventi radicali.
Presentazione del IX Dossier delle criticità strutturali e logistiche delle carceri piemontesi. Raffaele Orso Giacone, Garante di Ivrea
Il Garante comunale di Ivrea, Raffaele Orso Giaccone, non usa mezzi termini: “È urgente intervenire con lavori di manutenzione straordinaria, ridefinire gli spazi, creare una biblioteca accessibile e migliorare le aree per attività sportive. Le richieste dei detenuti, come il rifacimento del campo di calcio e di quello da tennis, sono più che legittime”. Gli interventi compiuti finora – come la tinteggiatura di alcune aree e il restauro dei locali per i colloqui – sono passi in avanti, ma troppo timidi rispetto alla mole di problemi che rimangono irrisolti.
La mancanza di spazi adeguati non è solo una questione interna. L’assenza di strutture temporanee per i detenuti in permesso e i loro familiari evidenzia un limite che ostacola il reinserimento sociale. La comunità locale e i volontari fanno del loro meglio, ma l’appoggio istituzionale sembra arrancare dietro la solita lentezza delle procedure.
La situazione non è diversa nel resto della regione. A Torino, Monica Cristina Gallo, Garante comunale, denuncia un sovraffollamento pari al 130% della capienza al carcere Lorusso e Cutugno. “Mancano mediatori culturali, figure indispensabili per comunicare con detenuti stranieri che spesso non conoscono l’italiano”, ha aggiunto.
L’urgenza di agire è stata ribadita anche da Mario Salvatore Castello, componente dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale: “Le condizioni dei detenuti, del personale di polizia penitenziaria e degli operatori riguardano tutta la società. Non possiamo ignorare questi problemi”.
Eppure, come ha evidenziato il Garante di Cuneo, Alberto Valmaggia, “il vero problema non sono i fondi, ma le tempistiche degli interventi. Troppe promesse si trasformano in ritardi che penalizzano tutti, dai detenuti agli operatori”.
Insomma, il carcere in Piemonte è un microcosmo che riflette le sfide del sistema penitenziario nazionale. I fondi stanziati ci sono, ma la loro concretizzazione è ancora un miraggio. Tra luci che faticano ad accendersi e ombre che persistono, il rischio è che i problemi di oggi diventino il fardello del futuro.
IVREA – Casa Circondariale
Capienza regolamentare dichiarata sul sito del Ministero: 195 posti, di cui 6 non disponibili al 16 dicembre 2024.
Presenza al 16 dicembre 2024: 262 detenuti.
Garante: Raffaele Orso Giacone.
Caratteristiche e storia
L'istituto, costruito negli anni '80, presenta problematiche di vario genere. Le criticità strutturali sono tipiche degli istituti edificati in quel periodo: le camere di pernottamento non garantiscono i 3 mq calpestabili a persona e non sono dotate di acqua calda né di doccia.
Come si raggiunge con i mezzi pubblici:
Ferrovie dello Stato, tratta Torino-Aosta, stazione di Ivrea.
Come si raggiunge in auto:
Autostrada Torino-Aosta, uscita Ivrea.
Criticità strutturali
Gli infissi delle camere di pernottamento, in ferro e plexiglass, sono completamente obsoleti e inadeguati sia per il benessere dei detenuti sia per ottenere il necessario risparmio energetico. Gli infissi in ferro, inoltre, sono in gran parte intaccati dalla ruggine in tutto il carcere.
Le finestre delle camere di pernottamento sono dotate di grate a maglie troppo fitte, che creano un ambiente soffocante e non vivibile.
Le aree di passeggio necessitano di una ristrutturazione completa, sia per la sezione collaboratori che per quella dell’isolamento.
Occorrono nuove soluzioni per:
Appare condivisibile la richiesta avanzata dagli stessi detenuti di uno spazio per attività sportive indoor, oltre al rifacimento del campo di calcio e di quello da tennis.
Ulteriori interventi necessari
Interventi recenti e problematiche aperte
Negli ultimi dodici mesi sono stati effettuati lavori di tinteggiatura in molti spazi detentivi. Tuttavia, nonostante l’impegno dei volontari e il supporto della Città, resta problematica la disponibilità di alloggi temporanei per i detenuti “permessanti” e per i loro familiari.
Questi problemi strutturali, sommati alla sovrappopolazione, continuano a rendere la gestione della Casa Circondariale di Ivrea estremamente complessa e lontana dagli standard minimi richiesti.
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