AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
28 Dicembre 2024 - 08:30
Una scena del film The Last of Us!
A Chivasso c’è un parco giochi che sembra uscito da un film su un futuro post apocalittico, dove una bomba nucleare ha lasciato solo desolazione, o da un videogioco di fantascienza sulla fine dell'umanità, come "The last of us".
Parliamo dei Pogliani. O, meglio, del suo parco.
L’area giochi di Pogliani, nata come opera di compensazione per la presenza della discarica SMC, avrebbe dovuto essere un simbolo di rinascita e armonia tra necessità ambientali e qualità della vita. Invece, oggi, giace in uno stato di completo abbandono, tra vetri rotti, strutture pericolanti e degrado.
Passano gli anni, si susseguono mozioni, interrogazioni, interpellanze e proteste. Ma a Pogliani, frazione di Chivasso, nulla cambia. L’area giochi, nata come opera di compensazione per la presenza della discarica SMC, giace in uno stato di totale abbandono, tra vetri rotti, strutture pericolanti e incuria. Un fallimento evidente che pesa non solo sui residenti di Pogliani, ma sull’intera città.
Un'immagine del parco giochi dei Pogliani
Marco Riva Cambrino, attivista chivassese, non usa mezzi termini: “Questo parco doveva rappresentare un equilibrio tra la necessità di avere infrastrutture ambientali e la qualità della vita della comunità locale. Oggi, invece, è un monumento al degrado e all’inerzia dell’amministrazione comunale guidata da Claudio Castello”.
La gestione dell’area era stata affidata a Green Up, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti: nulla viene fatto per garantire la manutenzione, e i residenti, esasperati, si chiedono perché nessuno intervenga. “Le famiglie si sentono tradite. Questo spazio avrebbe dovuto essere un luogo sicuro e accogliente per i bambini, ma è stato lasciato a marcire, mentre si spendono soldi in progetti meno urgenti”, denuncia Riva Cambrino.
L’indignazione cresce, così come la sensazione di essere cittadini di serie B. “Pogliani non è una periferia dimenticata, ma parte integrante di Chivasso. Lasciare il parco in queste condizioni non è solo un insulto ai residenti, ma un simbolo del disinteresse verso tutta la comunità”, continua l’attivista.
E la responsabilità? Secondo Riva Cambrino, non ci sono alibi: “Se Green Up non è in grado di gestire il parco, allora il Comune deve intervenire. Non bastano promesse vuote o parole di circostanza, servono azioni concrete”.
Il silenzio del sindaco Claudio Castello e della sua amministrazione su questa vicenda è assordante. La comunità chiede risposte e, soprattutto, soluzioni. Ripristinare il parco non è solo una questione di decoro urbano, ma un atto di rispetto verso chi abita Pogliani e verso la città intera.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.