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26 Dicembre 2024 - 10:45
La piccola Melina in braccio alla mamma. In foto il papà e l'equipe medica
Un regalo che va oltre ogni immaginazione, una testimonianza di amore puro e incondizionato. È la storia di un papà greco di 31 anni che ha deciso di donare parte del suo fegato per salvare la vita della sua bambina di appena 11 mesi, Melina. Questo gesto straordinario si è compiuto presso l’ospedale Molinette di Torino, dove è stato eseguito il primo trapianto di fegato pediatrico in Piemonte, nell’ambito di una collaborazione tra Italia e Grecia promossa dal Centro Nazionale Trapianti.
La piccola soffriva di una grave cirrosi epatica, conseguenza di una malformazione congenita, l’atresia delle vie biliari, che i medici in Grecia avevano tentato senza successo di correggere con due interventi chirurgici. Quando ogni altra speranza sembrava svanire, la famiglia si è rivolta al sistema sanitario internazionale. Grazie all’accordo tra il Centro Nazionale Trapianti italiano e l’Hellenic Transplant Organization greco, la bimba è stata trasferita a Torino ad agosto e affidata alle cure del dottor Pierluigi Calvo, direttore della Gastroenterologia pediatrica dell’ospedale Regina Margherita.
Nonostante fosse stata inserita nella lista nazionale per un trapianto pediatrico, i giorni passavano senza che si trovasse un donatore compatibile. È stato allora che il papà ha preso una decisione coraggiosa: diventare lui stesso il donatore. In tempi record, grazie al supporto della Direzione sanitaria dell’ospedale Molinette, sono state espletate tutte le procedure per autorizzare il trapianto da vivente.
L’intervento, eseguito dal professor Renato Romagnoli e dalla sua équipe, ha richiesto oltre 16 ore. Il prelievo della parte sinistra del fegato del padre e il suo trapianto nella bambina sono avvenuti simultaneamente. La situazione era estremamente delicata: la piccola, che pesa meno di 8 kg, presentava una grave ipoplasia della vena porta, che è stata sostituita con un’autotrapianto di una vena giugulare prelevata dalla stessa bambina.
Oggi, dopo 5 giorni in terapia intensiva, la bimba è ricoverata in area semintensiva, e il papà è già stato dimesso. Entrambi stanno bene, e i medici sono fiduciosi sul loro recupero.
Questo intervento non è solo un successo medico, ma una dimostrazione della straordinaria capacità di collaborazione tra paesi e del valore delle vite umane. Come ha sottolineato Federico Riboldi, assessore alla Sanità del Piemonte: «La sanità piemontese si conferma un’eccellenza, capace di rispondere con competenza e velocità a situazioni critiche. Il gesto di questo padre è un esempio di amore infinito, un dono di Natale che non ha prezzo».
Anche il direttore generale della Città della Salute, Giovanni La Valle, ha elogiato il lavoro della sua squadra: «Questo intervento conferma che le nostre strutture possono rispondere efficacemente a gravi problemi di salute non solo nazionali, ma anche internazionali».
In un mondo spesso segnato dall’indifferenza, questa storia ci ricorda che l’amore di un genitore può superare ogni confine, ogni paura, ogni ostacolo. La piccola, ora, ha una nuova possibilità di vita grazie al cuore grande di suo padre e al talento di una squadra medica straordinaria. Un Natale che nessuno di loro dimenticherà mai.
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