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“Caro Babbo Natale vorrei…”: i sogni e le emozioni prendono vita tra i rami scintillanti del grande albero della stazione di Porta Nuova

Tra turisti, pendolari e torinesi, ogni messaggio appeso racconta un sogno, una speranza, un po’ di magia...

Porta Nuova Torino

Ei desideri sotto il grande albero di Porta Nuova

Con l’arrivo delle festività, anche quest’anno la stazione di Torino Porta Nuova si trasforma in un luogo magico, dove i desideri si intrecciano tra le luci sfavillanti e il suono dei treni che partono e arrivano. Un imponente albero di Natale, carico di speranze, sogni e emozioni, domina l’atrio della stazione, creando un’atmosfera unica e incantata. Ogni ramo è adornato con palline dorate, rosse e argentate, ma ciò che realmente cattura l’attenzione sono i biglietti appesi con cura, scritti da chi, ogni giorno, attraversa questo spazio: pendolari, studenti, turisti, viaggiatori che, con un piccolo gesto, decidono di lasciare un segno del proprio cuore. 

Il grande albero di Porta Nuova 

In ogni parola, in ogni desiderio scritto su quei fogli, c’è un frammento di vita, una speranza, un sogno. Alcuni chiedono un amore che li faccia sentire speciali, altri una risposta a desideri più pratici, come il superamento di un esame importante o un regalo tanto atteso. “Sofia ti amo”, leggiamo su uno dei biglietti, un messaggio semplice, ma potente, capace di attraversare l’anima. “Stop alle guerre”, chiede un cuore che sogna un mondo migliore. E poi, ci sono i desideri più materiali, come “Vorrei tanto degli occhiali 3D” o la semplice richiesta di “fammi passare analisi 2”. C’è anche chi sogna serenità, come la lettera di un bambino che chiede a Babbo Natale di rendere più buono il suo fratellino appena nato, in modo che tutti possano dormire finalmente tranquilli: “Babbo Natale, per favore, fai che il mio fratellino diventi più buono, così possiamo dormire tutti tranquilli. Grazie!” 

Ma tra questi sogni, ce ne sono altri che non passano inosservati, come quello di Francesca di Cefalù, che si rivolge a Babbo Natale con un cuore che non ha bisogno di altro: “Sono felice così, accontentatevi di quello che ho”. C’è poi Jason, che in inglese augura felicità a chiunque legga il suo messaggio, diffondendo un’energia positiva e universale. 

E poi, c’è la lettera che colpisce nel profondo: “Quest’anno regalami amore, quello vero, e la felicità. Non chiedo altro che sentirmi ancora parte di una famiglia. Mi mancherai per sempre, mamma”. Questo biglietto, tra tutti, è quello che parla con la voce più sincera e fragile, rivelando che, a volte, il più grande desiderio non è un oggetto o un successo, ma la speranza di non essere mai dimenticati, di non essere soli. 

Ma tra i desideri più toccanti, c’è anche quello che non può lasciare indifferenti: “Sta morendo un popolo di bombe e di fame”. Un desiderio che porta con sé il peso della sofferenza di chi vive in contesti di guerra, fame e disperazione. È la richiesta di una pace che sembra lontana, di un futuro migliore per chi, ogni giorno, lotta per la sopravvivenza, per chi è intrappolato in un conflitto senza fine. Un grido silenzioso, ma profondo, che ci ricorda che, mentre ci prepariamo a festeggiare, ci sono milioni di persone nel mondo che non conoscono il calore del Natale, che non hanno un albero da adornare, ma solo la speranza di un giorno migliore. 

Accanto a questi desideri così intensi e profondi, troviamo anche quelli più leggeri, ma che rispecchiano il cuore appassionato di chi scrive. “Fai che Cairo venda il Toro”, è il sogno di un tifoso che spera in un futuro migliore per la sua squadra del cuore, una speranza che risuona forte tra le mura della stazione, come il desiderio di chi vuole vedere realizzati i propri sogni sportivi. E poi, c’è anche un desiderio che ci riporta alla semplicità della vita quotidiana: “Grazie per quello che ho già, non voglio più niente”. Un messaggio di gratitudine, che ci ricorda di apprezzare quello che abbiamo, di essere riconoscenti per le piccole gioie che rendono ogni giorno speciale. 

Non tutti vivono il Natale con la stessa intensità di gioia. Per alcuni, questa stagione è un richiamo alla solitudine, alla distanza da chi amano. È un tempo che fa emergere anche il dolore più nascosto, quello di chi ha perso una persona cara, di chi vive in difficoltà, di chi non può permettersi una festa serena. Un Natale di felicità per qualcuno può essere un Natale di silenzio per altri, ma la bellezza di questi desideri è che sono unici e veri, capaci di trasformare anche il più piccolo gesto in un atto di speranza. 

Questi biglietti sono un’autentica testimonianza della speranza e dell’amore che, in questo periodo, esplodono nei cuori di tutti. Un albero che diventa simbolo di quel legame invisibile che unisce ogni essere umano, anche nel silenzio di un passaggio quotidiano. Le parole scritte lì, sospese tra la frenesia dei viaggi e il rumore dei treni, sono un riflesso di chi siamo e di cosa desideriamo, un omaggio a una parte di noi che, spesso, rimane nascosta tra le pieghe della vita frenetica. 

Ogni messaggio è un racconto, una testimonianza di chi spera, ama, sogna. Un grido silenzioso di chi chiede di essere ascoltato, un desiderio di chi, pur nel caos, cerca un angolo di pace. È un Natale che arriva con la forza di una promessa: quella che anche nelle situazioni più difficili, c’è sempre un motivo per sperare, per credere in qualcosa di più grande. E mentre l’albero di Natale di Porta Nuova continua a illuminare i volti dei passanti, ogni biglietto appeso porta con sé una piccola scintilla di felicità, un messaggio che si diffonde nell’aria come un soffio di speranza. 

In questo Natale, anche in un luogo di passaggio come la stazione, i sogni trovano casa, e le parole scritte tra le sue fronde si trasformano in una grande e calda promessa di amore, serenità e speranza per tutti. Perché, alla fine, non importa quanto siano grandi o piccoli i nostri desideri: è l’amore che li rende speciali, l’amore che ci unisce e ci fa sentire più vicini, anche quando il mondo sembra troppo lontano. 

I desideri scritti

 

 

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