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18 Dicembre 2024 - 09:08
Caccia senza limiti? La nuova norma che potrebbe distruggere la fauna italiana
La caccia torna ad accendere il dibattito politico e sociale, con un gruppo di ambientalisti e animalisti che, in una lettera indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, denunciano l'incostituzionalità del nuovo emendamento alla manovra finanziaria. Si tratta, secondo le associazioni, del “sesto provvedimento di modifica pro-caccia della Legge 157/92 dall'inizio della legislatura”. Il testo, approvato dalla commissione Bilancio della Camera, è stato proposto dalla deputata Maria Cristina Caretta (FdI) e ha ottenuto l'ammissibilità grazie al parere positivo del presidente della Commissione, Giuseppe Mangialavori (Fi).
L'emendamento prevede la legittimazione della caccia per tutta l'annata venatoria, con periodi specifici in cui è consentito abbattere alcune specie di fauna selvatica elencate nella legge del 1992. Tra le novità più discusse vi è la riduzione del termine per impugnare i calendari venatori, fissato a 30 giorni dalla pubblicazione sul bollettino ufficiale regionale.
Inoltre, qualora un ricorso al Tar fosse accolto in via cautelare, l'attività venatoria potrebbe comunque proseguire sulla base del calendario precedente fino alla sentenza definitiva. Questa stretta sui ricorsi ha immediatamente allarmato le associazioni ambientaliste, che hanno definito il provvedimento un attacco diretto alla tutela della fauna selvatica.
La caccia torna ad accendere il dibattito politico
Quindici Ong, tra cui alcune delle principali sigle ambientaliste italiane, hanno preso carta e penna per scrivere al presidente Mattarella. La lettera sottolinea come l'emendamento violi “Costituzione, norme europee e lo stesso Regolamento della Camera” e non abbia alcuna attinenza con il bilancio. Le associazioni puntano il dito contro l'affidamento al Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale della facoltà di emanare pareri equivalenti a quelli scientifici dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Questo comitato, composto anche da rappresentanti del mondo venatorio, è stato voluto dal ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida per assecondare le richieste dei cacciatori, secondo quanto riportato dalle Ong.
“Questo provvedimento indebolisce l'Ispra e rischia di rendere cacciabili specie oggi protette, in violazione dell'articolo 9 della Costituzione”, dichiarano le associazioni. L'articolo, recentemente modificato, tutela esplicitamente l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, includendo anche gli interessi delle future generazioni.
La posizione della politica
A guidare l'opposizione politica è Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs) alla Camera, che definisce l'emendamento un “blitz della destra e delle lobby venatorie”. Secondo Zanella, la norma rischia di esporre l'Italia a ulteriori procedure di infrazione da parte dell'Unione Europea, aggravando il già complesso quadro delle politiche ambientali del Paese.
Di diverso avviso è la deputata Caretta, vicepresidente della Commissione Agricoltura, che difende la misura definendola un “passo importante per dare maggiore chiarezza al comparto venatorio”. La deputata sostiene che l'impugnazione dei calendari venatori dinanzi al Tar sia spesso utilizzata come strategia ostruzionistica per ostacolare la caccia, danneggiando il regolare svolgimento dell'attività.
La norma, che deve ancora essere approvata definitivamente in Parlamento, promette di dividere profondamente opinione pubblica e istituzioni. La mobilitazione delle Ong e degli ambientalisti rappresenta solo il primo capitolo di una battaglia legale e politica che rischia di protrarsi nel tempo. Intanto, l'attenzione si sposta sul Colle, da cui le associazioni si aspettano un intervento che possa fermare l'entrata in vigore di un provvedimento ritenuto lesivo per l'ambiente e i principi costituzionali.
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