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18 Dicembre 2024 - 07:28
Bartoli in Ucraina con zaino chirurgico
"Ci uccidono perché vogliamo essere liberi", ha detto con voce ferma Iryna Karabut, sindaca di Krasnokutsk, davanti ai Consiglieri regionali del Piemonte. Parole che pesano come macigni e che hanno toccato profondamente i presenti all’incontro organizzato a Torino. La delegazione ucraina è giunta in Piemonte per ringraziare chi, nel tempo, ha costruito un ponte di solidarietà tra il Canavese e la regione di Kharkiv, devastata dalla guerra.
A promuovere e rafforzare questo legame è stata l’associazione La Memoria Viva, con il sostegno dell’ex sindaco di Ozegna e attuale Consigliere regionale Sergio Bartoli (Lista Civica Cirio Presidente – Piemonte Moderato e Liberale). “Sono lieto di aver potuto organizzare questo evento”, spiega Bartoli. “Negli anni, grazie all’associazione e al comune di Ozegna, abbiamo inviato oltre a numerosi carichi di aiuti umanitari, due ambulanze, uno scuolabus donato dal comune di Pertusio e perfino uno zaino chirurgico, una sorta di mini sala operatoria portatile, che ho personalmente consegnato attraversando a piedi la frontiera tra Polonia e Ucraina”. Mezzi oggi vitali per evacuare civili dalle zone martoriate dai combattimenti.
Sergio Bartoli con Irina Karabut
La città di Krasnokutsk, a pochi chilometri dalla linea del fronte, è diventata un rifugio per oltre 29mila profughi. Una comunità che non vuole spingersi oltre, pronta a tornare alle proprie case appena possibile. “Aiuteremo Iryna e la sua città”, ribadisce Bartoli.
Per sostenere l’Ucraina, l’iniziativa ora si arricchisce di un simbolo speciale: le bambole Vilna – che in ucraino significa libertà – saranno confezionate dai bambini, costretti a restare chiusi nelle loro abitazioni senza poter giocare all’aperto. Queste bambole, distribuite in cambio di una donazione, permetteranno alla comunità ucraina di acquistare materiali essenziali senza sostenere i proibitivi costi della logistica internazionale. “La solidarietà non ha confini”, sottolinea Bartoli.
Un sentimento di gratitudine e amicizia reciproca ha dominato l’incontro. La sindaca Karabut ha voluto omaggiare Bartoli con una maglia fatta a mano e una pergamena di ringraziamento, simboli tangibili di un legame che si consolida giorno dopo giorno. Al Consiglio Regionale, rappresentato dal presidente Davide Nicco, sono stati consegnati una pergamena e una ceramica dipinta a mano, doni che testimoniano la riconoscenza della comunità ucraina.
L’evento è stato reso possibile anche grazie al Comitato Diritti Umani e al supporto dell’Unione Italiana Ciechi, che ha organizzato l’ultima spedizione di aiuti a Krasnokutsk. Bartoli ha concluso ribadendo l’impegno del Piemonte e del Canavese a mantenere viva questa rete di solidarietà: “Conoscere da vicino la realtà ucraina attraverso le parole di Iryna significa comprendere davvero l’urgenza di continuare ad agire”.
La linea che unisce Canavese e Ucraina è molto più di una semplice catena di aiuti: è un ponte umano che si erge contro la sofferenza e la paura, dimostrando come la libertà e la dignità possano essere difese anche attraverso piccoli, ma preziosissimi gesti di solidarietà.
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