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Elezioni Presidenziali in Romania: polemiche, proteste e accuse di manipolazione. Voto sospeso dopo tre ore in diaspora

Frode elettorale o paura per il risultato? Un Paese sospeso tra dubbi e incertezze

Chivasso

Voti sospesi per le elezioni presidenziali del 2024 in Romania

Le elezioni presidenziali del 2024 in Romania sono state segnate da numerose controversie, in particolare a causa di un episodio che ha sconvolto la diaspora rumena. La decisione della Corte Costituzionale di annullare il voto all’estero, dopo che oltre 53.000 rumeni avevano già espresso la loro preferenza, ha innescato una serie di proteste, in particolare tra i rumeni residenti in Italia, Spagna, Anglia e altri paesi. 

Il 6 dicembre, le autorità romene hanno deciso di sospendere il processo elettorale, bloccando di fatto il voto nelle sezioni elettorali della diaspora. La Commissione Elettorale Centrale (BEC) ha dichiarato che la sospensione era necessaria per gestire l’afflusso di elettori, ma la decisione ha suscitato forti critiche. Infatti, dopo solo tre ore dall’apertura dei seggi, il voto è stato sospeso, suscitando la frustrazione tra i cittadini all’estero che si sono sentiti privati del loro diritto di voto. 

Questa vicenda ha riportato alla mente eventi simili del 1989, quando il diritto di voto dei cittadini all’estero fu messo in discussione durante uno dei periodi più difficili della storia della Romania, in pieno periodo di transizione politica. 

Nel contesto delle elezioni, Călin Georgescu e Elena Lasconi sono emersi come i principali contendenti. Georgescu, noto per le sue posizioni filorusse e le critiche all’Unione Europea, ha attirato una parte significativa dell’elettorato, ma anche suscitato preoccupazioni per la sua vicinanza ad alcune posizioni filo-russe. Le sue dichiarazioni sono state al centro di una campagna polarizzante, alimentando accuse di manipolazione dei flussi di voto e sospetti di interventi stranieri. La crescente influenza dei social media ha reso ancora più complicato il dibattito elettorale. Alcuni sospettano che il suo entourage o sostenitori abbiano usato piattaforme come TikTok per diffondere informazioni manipolate a favore della sua campagna, contribuendo così a polarizzare l’opinione pubblica. L’accusa di manipolazione dei flussi di voto e l’intensificarsi delle tensioni politiche sembrano essere state alimentate anche attraverso queste pratiche online, alimentando una campagna di disinformazione mirata. Sebbene non tutte le fonti siano concordi, l’implicazione di Georgescu in questi episodi di disinformazione è una delle questioni sollevate durante la campagna elettorale. 

Georgescu Calin e Lasconi Elena

D’altra parte, Elena Lasconi si è proposta come un’alternativa moderata, con un programma volto a promuovere un dialogo più inclusivo tra i vari settori della società rumena. Tuttavia, la sua campagna ha dovuto affrontare critiche, con accuse di tentativi di manipolazione dei voti che hanno minato la sua immagine di figura di cambiamento. 

Il blocco del voto all’estero ha acuito la frustrazione tra i rumeni fuori dalla RomaniaMolti cittadini rumeni all’estero, in particolare quelli in Italia, si sono sentiti privati del loro diritto di voto. “Non è possibile che, dopo soli tre ore di apertura dei seggi, tutto venga bloccato. E ora, con l’incertezza di un cambiamento radicale nel Paese, non posso fare a meno di pensare che ci sia qualcosa dietro questa decisione”, ha dichiarato un rumeno residente in Torino. Molti temono che l’annullamento del voto sia stato pianificato per favorire il risultato di un candidato specifico, temendo che una parte significativa dell’elettorato all’estero avrebbe potuto votare in modo contrario agli interessi di alcune fazioni politiche,dice un rumeno preoccupato, residente a Chivasso.

Il sospetto di manipolazione, alimentato dalle voci che circolano online, ha messo in dubbio l’intero processo elettorale. Alcuni cittadini si chiedono se la decisione sia stata presa proprio per evitare un risultato che avrebbe portato un cambiamento troppo grande per il Paese: "C’è qualcosa che non quadra, sembra quasi che abbiano voluto fermare il voto per proteggere uno status quo che potrebbe essere minacciato", ha aggiunto un altro

L’8 dicembre 2024, nonostante la sospensione del voto per la diaspora, Călin Georgescu si è recato personalmente alla sezione di voto a Mogoșoaia. Durante la sua visita, ha parlato con i giornalisti e ha criticato pubblicamente la gestione delle elezioni da parte delle autorità. Tuttavia, quando le domande sono diventate più pressanti, Georgescu è apparso visibilmente irascibile e ha scelto di andarsene senza rispondere ulteriormente. Il suo intervento ha suscitato reazioni contrastanti, con molti che lo hanno sostenuto, ma anche con critiche da parte di altri. 

Călin Georgescu, è coinvolto, anche in una controversia riguardante donazioni e criptovalute. Durante la sua campagna, sono emerse informazioni su donazioni significative, inclusi un milione di euro da un programmatore associato alle criptovalute. Inoltre, sono state scoperte criptovalute per un valore di 7 milioni di dollari in un portafoglio virtuale collegato a un suo finanziatore. Queste donazioni sono al centro di un’indagine, con connessioni a diverse entità nel campo delle tecnologie finanziarie e delle criptovalute. Le forze dell’ordine stanno indagando su questa somma, che è stata sequestrata nell’ambito di un’inchiesta su possibili illeciti legati alla campagna elettorale. Tuttavia, Georgescu ha dichiarato di non essere a conoscenza di questa persona e ha negato qualsiasi coinvolgimento diretto. 

Nel frattempo, il presidente Klaus Iohannis ha inviato un messaggio al popolo rumeno, riconoscendo le difficoltà del processo elettorale e ribadendo l’importanza dell’unità e della solidarietà. Ha esortato i cittadini a rimanere uniti per affrontare le sfide future, sottolineando che il futuro della Romania dipende dagli sforzi di ciascuno: “Restiamo uniti nella difesa della nostra democrazia.” 

Le elezioni presidenziali del 2024 in Romania si chiudono con una crescente frattura tra le istituzioni e la diaspora, fino a marzo 2025. Il blocco del voto all’estero ha suscitato una forte ondata di proteste e ha messo in evidenza le difficoltà del sistema elettorale rumeno nel garantire una rappresentanza equa per tutti i cittadini. Con la crescente polarizzazione politica e il ricorso a disinformazione, la situazione evidenzia l’urgenza di riforme strutturali che possano risolvere le disuguaglianze e le sfide interne ed esterne. Solo un sistema elettorale più inclusivo e moderno potrà ristabilire la fiducia dei cittadini rumeni, sia in patria che all’estero, nel processo democratico. 

 Si inviata a non credere alle informazioni false che circolano su piattaforme come TikTok, invitando la popolazione a informarsi solo da fonti sicure per evitare disinformazione. 

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