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San Nicola, la storia che continua a ispirare nel mondo: scarpe pulite, cuori pieni di speranza

I bambini aspettano il 6 dicembre con la speranza di ricevere dolci e regali dal santo della generosità, rinnovando una tradizione che supera le distanze

Chivasso

San Nicola

Il 6 dicembre si celebra San Nicola (Moș Nicolae - in rumeno), una delle festività più amate in Romania e in molti Paesi europei. Simbolo di generosità e compassione, San Nicola, vescovo di Myra, è ricordato per le sue opere di carità e il suo messaggio di bontà, che continua a ispirare famiglie rumene, anche quelle emigrate in Italia. 

La storia di San Nicola 

San Nicola nacque intorno al 270 d.C. a Patara, nell’attuale Turchia, in una famiglia benestante. Orfano in giovane età, decise di dedicare la sua vita agli insegnamenti cristiani, diventando vescovo di Myra (oggi Demre). È famoso per numerosi atti di altruismo, molti dei quali compiuti in segreto. 

La leggenda più nota racconta che salvò tre sorelle dalla schiavitù lasciando sacchi di monete d’oro nella loro casa, di notte, per consentire loro di avere una dote e sposarsi. Questo gesto alimentò la tradizione di San Nicola come portatore di doni. 

San Nicola si spense il 6 dicembre del 343 d.C., data in cui viene celebrato, e le sue reliquie furono successivamente trasferite a Bari, in Italia, dove il santo è venerato come patrono della città. 

In Romania, la sera del 5 dicembre i bambini puliscono le loro scarpe e le lasciano vicino alla porta o alla finestra, sperando nei doni del santo. I bambini più bravi ricevono dolci, frutta e piccoli regali, mentre ai più disobbedienti spetta una verga, simbolo di ammonimento. Questo rito riflette il carattere di San Nicola, che premiava la bontà e correggeva con saggezza chi sbagliava. 

Anche in Italia, le comunità rumene mantengono viva questa usanza. A Chivasso, per esempio, molte famiglie si riuniscono per celebrare San Nicola. “Abbiamo raccontato ai nostri figli il significato della tradizione e li abbiamo aiutati a pulire le scarpe, come facevamo da piccoli,” racconta Elena, mamma rumena da dieci anni in Italia. “La mattina del 6 dicembre, le loro scarpe erano piene di dolci e frutta, proprio come succedeva in Romania.” 

L’atmosfera della celebrazione è stata resa speciale dalla partecipazione entusiasta dei bambini, che hanno vissuto la magia di San Nicola attraverso la tradizionale consegna dei doni. 

Nonostante la distanza dalla Romania, i rumeni a Chivasso e in altre città italiane non rinunciano alle tradizioni delle festività invernali: “Festeggiare San Nicola ci fa sentire più vicini alla nostra cultura,” afferma Mihai, membro della comunità rumena. “È importante che i nostri figli conoscano le nostre radici.” 

Le famiglie riuniscono i bambini per raccontare le storie del santo e il suo messaggio di generosità. In questo modo, la tradizione si tramanda e resta viva, unendo passato e presente. 

San Nicola non è solo un santo portatore di regali, ma un esempio di altruismo e solidarietà. “Spieghiamo ai nostri figli che questa festa non riguarda solo i doni,” aggiunge Ana da Chivasso, madre di due bambini. “San Nicola ci insegna a essere generosi e a pensare agli altri.” 

Questo insegnamento è un modo per trasmettere valori come l’altruismo e la bontà. Ogni anno, quando mettono le scarpe vicino alla finestra, i bambini rumeni in Italia sentono di essere più vicini a casa, mantenendo vivo un legame con le loro origini. 

San Nicola è molto più di un santo festivo. È un ponte tra culture e generazioni, un simbolo di bontà e di generosità che unisce le famiglie, anche lontano dalla patria. Celebrarlo è un modo per ricordare l’importanza di fare del bene e di aiutare chi è in difficoltà, ovunque ci si trovi. 

San Nicola e arrivato a Chivasso con i dolci

 

I bambini che puliscono le loro scarpe...

 

 

 

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