AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
06 Dicembre 2024 - 22:36
“Guarda che Luna (sulla Mole)”: il nuovo straordinario capolavoro fotografico firmato da Valerio Minato.
Dopo il trionfo globale di “Cathedral, Mountain, Moon”, il fotografo piemontese Valerio Minato torna a stupire con un nuovo capolavoro: “Guarda che Luna (sulla Mole)”. Pubblicato sui social media, lo scatto ha rapidamente conquistato il cuore dei suoi numerosissimi follower, raccogliendo una pioggia di apprezzamenti e commenti entusiasti. Un’immagine di straordinaria armonia, dove la Mole Antonelliana si innalza maestosa, sormontata da una falce di luna dorata che sembra dialogare silenziosamente con la città. Una composizione che non solo celebra l’anima di Torino, ma la proietta in una dimensione poetica e senza tempo, sospesa tra sogno e realtà.
Non è la prima volta che Valerio Minato regala alla città sabauda una cornice straordinaria. Lo scorso dicembre, il suo scatto “Cathedral, Mountain, Moon”, immortalando il Monviso e la Basilica di Superga sotto la luce della luna piena, aveva ricevuto il prestigioso riconoscimento della NASA come Astronomy Picture of the Day.“Un onore indescrivibile”, racconta Minato. “Quel premio è stato un momento di svolta per la mia carriera. Ha portato il mio lavoro all’attenzione del mondo, superando ogni aspettativa”.
Opera fotografica di Valerio Minato, intitolata “Cathedral, Mountain, Moon”, realizzata nel dicembre 2023.
La nuova immagine, che è stata capace di rimanere impressa fin dal primo sguardo nella nostra retina dritta al cuore, è diventata anch’essa un simbolo d’orgoglio per i piemontesi, condivisa ovunque e celebrata per la sua capacità di elevare un paesaggio familiare a icona internazionale.
Creare “Guarda che Luna (sulla Mole)” richiede una combinazione di visione artistica, conoscenza tecnica e una profonda connessione con il territorio. Tra uno scatto e l'altro, Minato ci svela i dettagli e la passione che hanno dato vita a questo capolavoro: “Tutto parte dalla conoscenza del luogo e dai sopralluoghi. Ho iniziato accostando la Mole al Monviso, ma cercavo qualcosa di più, a compendio della loro imponente staticità. La luna è entrata come terzo elemento, completando l’equilibrio della composizione”.
Valerio Minato, fotografo di talento, catturato durante uno dei suoi viaggi ispirati dalla natura, sempre alla ricerca dell'armonia tra paesaggi e architettura.
Dal punto di vista tecnico, lo scatto è una dimostrazione di maestria e precisione. “Ho utilizzato una reflex con obiettivo 100-400 mm montato su treppiede, senza l’ausilio di filtri", ha dettagliato l'artista. "La parte più complessa è stata esporre correttamente per mettere in risalto la parte cinerea della luna, quella in ombra, evitando qualsiasi intervento in post-produzione. La bellezza era già lì, bastava solo coglierla”.
E l’allineamento perfetto? Minato sorride e spiega: “È stato relativamente rapido grazie a una pianificazione scrupolosa. Ho studiato il tutto in autunno e ho realizzato lo scatto adesso, in inverno. La vera magia sta nel trovare quell’istante unico e irripetibile”.
Ma cosa si cela davvero dietro le quinte di “Guarda che Luna (sulla Mole)”?
Valerio Minato, mosso dal suo amore viscerale per Torino e la fotografia, racconta con trasporto: “Mi affascina l’idea di intrecciare natura e architettura, creando un dialogo tra elementi che spesso diamo per scontati.Torino è una fonte inesauribile di ispirazione: ogni angolo, ogni prospettiva si trasforma in un invito a scoprire e raccontare nuove storie".
Non c’è solo talento dietro la magia dei suoi scatti, ma anche un’incredibile dedizione. “Ogni immagine nasce da uno studio accurato e da una preparazione meticolosa”, spiega. “Questa fusione tra tecnica e sensibilità è ciò che trasforma un’idea in un’opera capace di emozionare”.
Guidato da una profonda passione e da una straordinaria sensibilità, Minato trasforma i paesaggi urbani in autentici capolavori capaci di parlare direttamente al cuore. Con quest’opera, non si limita a immortalare un’immagine: invita chi guarda a osservare Torino con occhi nuovi, a riscoprire una bellezza che supera le barriere del tempo e si fa eterna.
Lo scatto richiama spontaneamente, senza alcuna intenzionalità da parte dell’autore, l’iconico brano “Guarda che luna” di Fred Buscaglione, uno dei figli più celebri di Torino. Pubblicata nel 1959, la canzone racchiude una malinconia dolce e un fascino irresistibile, emozioni che sembrano riecheggiare nella fotografia di Minato. Un richiamo involontario, ma potente, che dimostra come l’arte visiva e musicale possano intrecciarsi per celebrare, ognuna a modo suo, l’anima eterna di una città unica.
Con questo suo recente capolavoro fotografico, Valerio Minato ha regalato alla città un’immagine capace di emozionare e far riflettere. Non è solo una fotografia, ma un’opera di poesia visiva che coglie l’essenza di un istante irripetibile, trasformandolo in un prezioso frammento di eternità.
Mentre la luna dorata sovrasta la Mole in un abbraccio di luce, il cuore dei torinesi si riempie di orgoglio e stupore. Sullo sfondo, maestoso e silenzioso, il Monviso osserva la scena, meno appariscente ma sempre protagonista, come un guardiano eterno del paesaggio sabaudo. Come non notarlo? Grazie ad artisti come Valerio Minato, Torino continuerà a brillare, sospesa tra cielo e terra, un luogo dove la poesia si innalza sopra ogni confine e il tempo sembra fermarsi per celebrare la bellezza.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.