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06 Dicembre 2024 - 22:18
Un'epidemia di un virus sconosciuto sta seminando il panico nella Repubblica Democratica del Congo, con oltre 70 decessi confermati e più di 370 contagiati nella regione di Panzi, a circa 700 chilometri a sud-est di Kinshasa. I primi casi sono stati registrati alla fine di ottobre e, sebbene le autorità stiano cercando di contenere il focolaio, la situazione appare ancora fuori controllo. La malattia si presenta con sintomi gravi come febbre alta, mal di testa, raffreddore, tosse persistente, difficoltà respiratorie e anemia. Il decorso è spesso rapido e letale, colpendo in particolare bambini sotto i cinque anni e adolescenti tra i quindici e i diciotto anni. La regione, una delle più povere del Paese, registra un tasso di malnutrizione del 61%, una condizione che aggrava ulteriormente la gravità della situazione.
Le autorità locali, guidate dal ministro della Difesa Samuel-Roger Kamba, hanno dichiarato la massima allerta, mentre esperti e medici sul campo stanno lavorando per identificare il patogeno responsabile. Nonostante l'ipotesi iniziale che si trattasse di un'infezione respiratoria come l'influenza, altre possibilità, tra cui zoonosi o malattie come la malaria e il morbillo, sono ancora sotto esame. Secondo Carlo Perno, responsabile della Microbiologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, il decorso rapido del virus potrebbe ricordare, anche se solo parzialmente, patogeni come i filovirus, tra cui Ebola. Tuttavia, manca ancora una diagnosi certa, mentre la letalità, stimata attorno al 30%, e i sintomi atipici sollevano ulteriori preoccupazioni.
In Italia, il Ministero della Salute ha alzato il livello di attenzione, chiedendo ai propri Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera di intensificare i controlli, soprattutto sui voli provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo. Pur non essendoci collegamenti diretti tra i due Paesi, Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione del Ministero, ha invitato alla prudenza senza creare allarmismi. "Attenzione, mai sottovalutazione ma mai allarme", ha scritto in un post sui social, sottolineando che la situazione è monitorata con sorveglianza attiva e che il livello di rischio per l'Italia è al momento molto basso.
Gli esperti italiani hanno ribadito l'urgenza di una risposta rapida e coordinata. Massimo Ciccozzi, epidemiologo del Campus Bio-Medico di Roma, ha spiegato che l’epidemia potrebbe essere legata a una zoonosi, considerati i focolai nei villaggi remoti della regione di Panzi, ma ha anche evidenziato la necessità di ragionare in termini di salute globale. Gianni Rezza, professore di Igiene e Sanità Pubblica, ha invece sottolineato come la letalità osservata e la diffusione limitata rendano improbabile, per ora, una situazione di emergenza globale. Tuttavia, la mancanza di una diagnosi definitiva richiede l'uso immediato di laboratori mobili, disponibili in Italia, Europa e Stati Uniti, capaci di fornire risultati rapidi e di identificare il patogeno con strumenti avanzati e personale altamente specializzato.
L'epidemia arriva in un momento critico per il Congo, già provato quest’anno da un’epidemia di mpox (vaiolo delle scimmie) che ha causato oltre mille decessi. La combinazione di queste crisi sanitarie sta mettendo a dura prova il sistema sanitario nazionale, già fragile e con infrastrutture insufficienti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e altri partner internazionali stanno collaborando con le autorità locali, ma le difficoltà logistiche e il limitato accesso alle risorse rendono complicato ogni intervento.
Nei villaggi colpiti, la paura cresce mentre la malattia continua a mietere vittime. La mancanza di informazioni chiare alimenta il senso di insicurezza e incertezza, lasciando la popolazione in balia di un nemico invisibile. Gli esperti sottolineano che è cruciale fare presto per contenere il focolaio e prevenire una possibile diffusione su scala più ampia. Questo focolaio, ancora circoscritto, rappresenta non solo una sfida per la Repubblica Democratica del Congo, ma un monito per la comunità internazionale sull'importanza di investire in sistemi di salute globale in grado di rispondere con rapidità ed efficacia a nuove minacce.
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