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05 Dicembre 2024 - 13:13
Il Palazzo di Giustizia di Torino
Prosegue con gli interventi degli avvocati della difesa il processo «Eternit Bis» di fronte alla Corte d’Assise d’Appello di Torino, presieduta da Cristina Domaneschi, nei confronti del magnate svizzero dell’Eternit Stephan Schmidheiny, condannato il 7 giugno 2023 a 12 anni di reclusione in primo grado dalla Corte d’Assise di Novara.
Nell’udienza del 4 dicembre 2024, sono continuate le arringhe della difesa. Presenti in aula i rappresentanti di Sicurezza e Lavoro, ammessa come parte civile nel processo.
Astolfo Di Amato, avvocato di Schmidheiny, sempre assente durante il processo, ha espresso dolore per una «tragedia» che ha colpito «migliaia di vittime», uccise da una «malattia orribile come il mesotelioma pleurico», a causa della quale «si muore soffocati».
Un dramma che «ha colpito una comunità esemplare, moralmente integra» – ha aggiunto, dicendo che «siamo orgogliosi di aver conosciuto Romana Blasotti Pavesi», presidente dell’associazione dei familiari delle vittime Afeva, scomparsa l’11 settembre 2024, a 95 anni.
L’avvocato Astolfo Di Amato ha poi però messo in discussione che l’amianto rinvenuto nella città di Casale Monferrato (Alessandria) e dintorni, anche in tantissime abitazioni private, sia stato distribuito dall’imputato. Ha quindi ribadito che sarebbero stati fatti ingenti investimenti negli stabilimenti Eternit in Italia per migliorare le condizioni di lavoro e ambientali.
La prossima udienza è in programma nella maxi aula 1 del Tribunale di Torino alle ore 9 di mercoledì 11 dicembre 2024. Interverrà l’avvocato della difesa Guido Carlo Alleva. Seguiranno le repliche delle parti.
È però difficile che si possa arrivare a sentenza entro la fine dell’anno, come si era inizialmente ipotizzato. La sentenza dovrebbe arrivare a inizio 2025.
Eternit è il nome commerciale di un materiale composto da cemento e fibre di amianto, ampiamente utilizzato nel XX secolo per la produzione di manufatti destinati all'edilizia, come tetti, tubature e pannelli. L'azienda omonima, fondata in Svizzera, aveva stabilimenti in diversi paesi, tra cui l'Italia. L'uso dell'amianto è stato successivamente vietato in molti paesi, compresa l'Italia, a causa della sua comprovata pericolosità per la salute umana, essendo causa di gravi malattie come il mesotelioma e l'asbestosi.
Stephan Schmidheiny
Stephan Schmidheiny, nato il 29 ottobre 1947 a Balgach, Svizzera, è un imprenditore svizzero ed ex proprietario del gruppo Eternit. Sotto la sua gestione, l'azienda ha continuato la produzione di materiali contenenti amianto, nonostante fossero noti i rischi per la salute associati all'esposizione a questa sostanza. A seguito delle numerose morti legate all'amianto negli stabilimenti Eternit, Schmidheiny è stato imputato in vari procedimenti giudiziari in Italia, tra cui l'Eternit bis, per rispondere delle responsabilità legate alla gestione dell'azienda e alla mancata tutela della salute dei lavoratori e delle comunità locali.
Il processo Eternit bis rappresenta una tappa cruciale nella lunga battaglia legale per ottenere giustizia per le vittime dell'amianto. La Regione Piemonte, insieme ad altre istituzioni e associazioni, continua a perseguire il riconoscimento delle responsabilità e il risarcimento dei danni subiti dalle comunità colpite.
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