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29 Novembre 2024 - 11:44
Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio con la sindaca di Settimo Torinese, Elena Piastra
Alberto Cirio stringe mani, si siede sui letti dei pazienti: “Torna a casa per Natale?” chiede premuroso. “Ha fatto l’anca?”
“No, tutte e due.”
“Ah bene. È in buone mani, vedrà che tornerà nuovo.”
Questa mattina, all’Ospedale di Settimo, Alberto Cirio sembrava più un figlio premuroso in visita agli anziani genitori che un presidente di Regione. Eppure, è proprio lui ad aver appena annunciato uno stanziamento di 15 milioni di euro per salvare questa struttura dalla chiusura o dalla privatizzazione.
“Armando, dopo passo a trovarla, gliel’ho promesso!” urla Cirio dall’androne centrale a un paziente affacciato al secondo piano, dove si trova la lungodegenza.
“Armando è qui da tre mesi” spiega Cirio. “Mi ha chiesto di andare a ringraziare il medico che l’ha rimesso in sesto. Dopo salirò a farlo.”
Poi, rivestendo la giacchetta istituzionale, dichiara: “È anche per Armando che la Regione ha deciso di fare questo investimento. Perché io sono un liberale, ma sanità e scuola sono i pilastri della società e devono essere pubblici.”
Tra le corsie della riabilitazione, la sindaca Elena Piastra si muove con familiarità. In molti la conoscono, la abbracciano. Un po’ nipote, un po’ crocerossina. “Questa signora” racconta, “domenica ha ottenuto un permesso speciale per venire in Comune a festeggiare i 50 anni di matrimonio.”
“Mi racconti il suo segreto” interviene Cirio sedendosi accanto. “Sa, io sono sposato da 15 anni e mi sembrano mille.”
“Eh, ci vuole pazienza… molta pazienza” risponde la donna, storica commerciante settimese.
Tra le corsie di una struttura dove il tempo passa lentamente tra visite e terapie, le storie da raccontare sono mille. I tre piani dell’ospedale brulicano di umanità: gli anziani si confortano a vicenda in questo tempo sospeso, gli operatori si dimostrano pazienti e sorridenti.
“È uno di quei luoghi della sanità in Piemonte dove la soddisfazione dei pazienti è visibile” dichiara l’assessore Federico Riboldi prima di affrontare questioni più complesse: “Non sarà un passaggio semplice, ma ci sono fior fiore di studi legali ad occuparsene.”
Cirio seduto in un letto con una paziente
Più complessa appare la gestione del personale: circa 160 lavoratori, tra medici, infermieri, operatori socio-sanitari (OSS) e un paio di amministrativi. Chi oggi opera in distacco continuerà a lavorare nella struttura con questa formula, mentre i dipendenti di Saapa saranno assorbiti dalla società incaricata di erogare i servizi sanitari. Per il personale interinale, invece, sarà possibile partecipare al concorso pubblico.
Per Cirio, un unico rammarico: “Questa manovra meritava l’unanimità in Consiglio Regionale. Peccato... sarebbe stato assurdo perdere una struttura così strategica per il Piemonte.”
Dal fondo della sala, il dirigente dell’AslTo4, Stefano Scarpetta, ascolta senza intervenire. Sembra uno del pubblico.
Quando l’incontro termina, Cirio sale i tre piani dello scalone centrale per raggiungere Armando. “Oggi lui è il tribuno dei pazienti piemontesi. Li rappresenta tutti” dice prima di scomparire tra la spirale dello scalone.
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