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25 Novembre 2024 - 14:32
Oltre 4 persone uccise su 10 sono minori e, di questi, la maggior parte ha un'età compresa tra i 5 e i 9 anni
Una tragedia umanitaria senza precedenti si sta consumando nel nord della Striscia di Gaza. Save the Children lancia l’allarme: 130.000 bambini sotto i 10 anni sono intrappolati da oltre 50 giorni senza accesso a cibo, acqua e medicinali. La guerra a Gaza si sta rivelando una vera e propria guerra contro i più piccoli, con il 44% delle vittime totali costituito da minori, in gran parte tra i 5 e i 9 anni.
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Ruba, madre di due bambini intrappolata nel nord di Gaza, racconta una realtà devastante: “Sono intrappolata con i miei figli sotto bombe, razzi e proiettili, senza un posto dove scappare. Mia madre è paralizzata e non posso lasciarla indietro. Mio fratello è stato ucciso, mio marito è stato rapito e non so se sia ancora vivo. La nostra casa è stata distrutta e siamo vivi per miracolo. Senza cibo, senza acqua pulita e con questa paura costante, entrambi i miei figli hanno eruzioni cutanee sul corpo e mia figlia sta perdendo sangue, ma non ci sono medicine, nessun aiuto e non posso fare assolutamente nulla. Piangono e mi chiedono perché non possiamo semplicemente andarcene, perché il loro padre non è con noi, perché non possiamo tornare a una vita normale”.
Dal 6 ottobre, il nord di Gaza è stato dichiarato “zona militare chiusa” dalle forze israeliane, impedendo l’accesso agli operatori umanitari. Le forniture di cibo, acqua e medicine sono state bloccate, nonostante gli allarmi lanciati dalle Nazioni Unite e dal Famine Review Committee, che parla di carestia imminente o già in corso. Save the Children non riesce a raggiungere l’area da oltre sette settimane.
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Secondo Jeremy Stoner, direttore di Save the Children nella regione: “La guerra a Gaza è una guerra contro i bambini. Non c'è modo più semplice per spiegarlo che guardare le cifre delle morti: oltre 4 persone uccise su 10 sono bambini. Di questi, la maggior parte ha un'età compresa tra i 5 e i 9 anni. Questi bambini oggi dovrebbero imparare a leggere e ad andare in bicicletta. Non dovrebbero finire negli obitori”.
La mancanza di accesso agli aiuti umanitari ha portato al collasso anche delle campagne mediche: circa 10.000 bambini non hanno ricevuto il vaccino contro la poliomielite, mentre ospedali come il Kamal Adwan, uno dei pochi operativi, lottano con scorte mediche quasi esaurite.
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Save the Children, presente nei Territori Palestinesi Occupati dal 1953, chiede con urgenza un cessate il fuoco e un accesso umanitario senza restrizioni per salvare vite. “La comunità internazionale deve farsi avanti e assicurarsi che ciò accada. Senza accesso e un cessate il fuoco, stiamo condannando i bambini a morire in un inferno sulla terra”, conclude Jeremy Stoner.
Il bilancio della guerra si fa sempre più drammatico e l’assenza di soluzioni concrete aggrava una crisi umanitaria che colpisce soprattutto i più vulnerabili.
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