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Torino 2006, si smantella la pista da bob di Cesana, simbolo del fallimento delle politiche di rilancio turistico del Piemonte

Un annuncio che segna la fine di un'era e l'inizio di nuove possibilità

La pista da bob di Cesana

La pista da bob di Cesana

Cosa resta di un sogno olimpico quando i riflettori si spengono?

È una domanda che molti si pongono, specialmente quando si parla di infrastrutture sportive costruite per eventi di portata mondiale. La pista da bob di Cesana, eredità delle Olimpiadi invernali di Torino 2006, è al centro di un dibattito che intreccia passato, presente e futuro. La notizia del suo smantellamento, già nell'aria da tempo, è stata ufficializzata dal ministro dello sport Andrea Abodi durante la trasmissione "Un giorno da pecora" su Rai Radio 1. Un annuncio che segna la fine di un'era e l'inizio di nuove possibilità.

Il ministro Abodi ha chiarito che la decisione è stata presa in accordo con il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e il sindaco metropolitano Stefano Lo Russo. "Nei prossimi giorni – ha detto Abodi – il presidente della regione Piemonte Alberto Cirio e il sindaco metropolitano Stefano Lo Russo spiegheranno che hanno deliberato di toglierla e che al suo posto ci sarà una ricucitura ambientale".

Un destino segnato per una struttura che, dopo il 2006, ha visto svanire le sue possibilità di rilancio, specialmente con la scelta di costruire un nuovo impianto a Cortina per le Olimpiadi invernali del 2026.

Ma cosa significa "ricucitura ambientale"? Le parole del ministro lasciano intendere un ritorno alla natura, con la possibilità di trasformare l'area in un prato verde. Tuttavia, non mancano le proposte alternative, come la creazione di un parco avventura o di una struttura più rispettosa dell'ambiente. Il presidente Cirio ha sottolineato l'importanza di concertare con il territorio il futuro dell'area, definendo la decisione come "una conferma dell’impegno preso nei mesi scorsi di voler sanare una ferita aperta sul territorio".

La pista da bob di Cesana

Non tutti, però, vedono di buon occhio la semplice rinaturalizzazione. Il sindaco di Cesana, Daniele Mazzoleni, ha espresso il desiderio di una vera e propria riqualificazione. "Preferiremmo si parlasse di riqualificazione. Ci dispiacerebbe se lo smantellamento portasse solo a un ripristino del manto erboso", ha dichiarato. La sua visione è quella di uno skidome, un grande capannone dove poter sciare tutto l'anno, un progetto unico in Italia che potrebbe attrarre atleti e turisti. "Sarebbe l’unica struttura nel suo genere in Italia: solo tra Vialattea e Bardonecchia gravitano circa 3mila atleti che ogni anno si spostano per allenarsi in strutture simili in Francia, Belgio o Lituania", ha spiegato Mazzoleni.

Il progetto dello skidome, sebbene ambizioso, si scontra con la realtà dei costi: circa 60 milioni di euro.

Attualmente, il "tesoretto olimpico" e i fondi regionali coprirebbero solo una parte della spesa, lasciando il resto da finanziare tramite investitori privati. Tuttavia, il sindaco Mazzoleni rimane ottimista, confidando nella possibilità di attrarre capitali privati per realizzare un'infrastruttura che potrebbe beneficiare anche il nuovo Club Med in costruzione nelle vicinanze.

Il destino dell'area di Cesana è ancora incerto, sospeso tra la nostalgia di un passato glorioso e la speranza di un futuro innovativo.

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