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Apre una "Stanza della rabbia" a Chivasso? No, sono solo i vandali che si sfogano nei bagni pubblici

Distrutti il water, la porta e ora anche il lavandino. Quando il parco giochi diventa il "centro benessere" della rabbia cittadina

Apre una "Stanza della rabbia" a Chivasso?

Apre una "Stanza della rabbia" a Chivasso? No, sono solo i vandali che si sfogano sui beni pubblici

Avete mai sentito parlare delle rage room? Quelle stanze super trendy dove, armati di mazza da baseball, ci si sfoga spaccando piatti, elettrodomestici e mobili? È una trovata giapponese che ormai sta spopolando ovunque: un posto sicuro dove scaricare stress e frustrazione senza danneggiare sé stessi o altri. Ma pare che qualcuno a Chivasso abbia interpretato il concetto a modo suo.

Infatti, i bagni pubblici del parco giochi di via Po sono stati completamente devastati, come se fossero stati scambiati per una rage room gratuita a cielo aperto. Qualche settimana fa, i vandali si erano già accaniti contro il water e la porta del bagno. Oggi, con invidiabile determinazione, hanno completato l’opera: il lavandino è stato distrutto.

La scena: uno scempio annunciato

Non è la prima volta che questi bagni pubblici diventano il bersaglio di mani (e menti) poco educate. Ma stavolta è impossibile non notare la perizia con cui sono stati ridotti a pezzi. Viene quasi da chiedersi se i vandali fossero spinti da un istinto distruttivo o da una ricerca interiore di "liberazione emotiva". Peccato solo che, a differenza delle vere rage room, qui non c’è un responsabile che raccolga i cocci. E soprattutto, chi pagherà il conto?

Scempio totale al parco giochi di via Po

Vandali o filosofi dell’assenza di controllo?

Ironia a parte, resta una domanda seria: chi dovrebbe controllare questi luoghi pubblici? È troppo facile dare la colpa ai "soliti vandali" senza riflettere su un problema più grande: l’assenza totale di vigilanza. I parchi giochi dovrebbero essere spazi sicuri per le famiglie, non terreni di prova per aspiranti demolitori.

Non c’è telecamera, non c’è supervisione, e i bagni di via Po finiscono per diventare il campo libero di chiunque voglia sfogarsi a colpi di violenza. E se la prossima vittima non fosse un lavandino, ma qualcosa – o peggio, qualcuno – di più importante?

Mentre i bagni si trasformano in set di un film post-apocalittico, forse è il caso di chiedersi chi debba intervenire. La comunità? Il Comune? Le forze dell’ordine? Una cosa è certa: i vandali prosperano dove i controlli latitano. E intanto, nel parco giochi di via Po, c’è una nuova lezione di "civiltà" per tutti noi: se la rabbia è il problema, forse servirebbe davvero una rage room ufficiale. Almeno lì si paga per distruggere.

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