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Crisi Carrefour: lavoratori a rischio licenziamento. Chi pagherà il prezzo di scelte aziendali fallimentari?

La trattativa tra Carrefour e i sindacati si conclude senza successo: 93 lavoratori coinvolti nei tagli, tredici a Burolo

Crisi Carrefour

Crisi Carrefour: lavoratori a rischio licenziamento. Chi pagherà il prezzo di scelte aziendali fallimentari?

La crisi economica colpisce ancora, e questa volta a pagarne il prezzo sono i lavoratori di Carrefour, la multinazionale francese della grande distribuzione. Un piano di licenziamenti collettivi volontari, che coinvolge 93 dipendenti in Piemonte, segna l’ultimo capitolo di un triennio segnato da difficoltà finanziarie. Tra i sei ipermercati interessati, il caso di Burolo si distingue per la sua gravità, con tredici posti di lavoro a rischio.

Negli ultimi tre anni, Carrefour ha visto il proprio fatturato ridursi dell’8%, una contrazione che ha messo a dura prova la sostenibilità economica dell’azienda. Gli ipermercati di Burolo, Torino Montecucco, Collegno, Grugliasco, Moncalieri e Nichelino sono al centro della riorganizzazione aziendale, con tagli che hanno suscitato la preoccupazione dei lavoratori e delle loro famiglie.

Il punto vendita di Burolo è uno dei più colpiti. I tredici lavoratori che rischiano il licenziamento rappresentano non solo numeri su un registro, ma persone con volti, storie e famiglie che vedono il loro futuro traballare. La Trattativa con i Sindacati Il confronto tra Carrefour e i sindacati si è rivelato acceso.

L'intervento dei sindacati

Le sigle Uiltucs, Fisascat e Filcams hanno respinto le proposte dell’azienda, giudicandole insufficienti. Tra le idee presentate, un sistema di gift card progressive come incentivo per il lavoro domenicale, una misura che, però, è stata giudicata inadeguata rispetto alle reali necessità dei dipendenti. “I lavoratori non sono numeri. Ogni posto di lavoro perso rappresenta una ferita sociale ed economica”, ha dichiarato un rappresentante sindacale durante le trattative.

Licenziamenti Carrefour

I licenziamenti arrivano al termine di nove mesi di cassa integrazione straordinaria, avviata lo scorso febbraio come misura temporanea per tamponare la crisi. Tuttavia, il ricorso alla mobilità sottolinea il fallimento degli strumenti adottati finora per proteggere i lavoratori. Le trattative ora si spostano in Regione Piemonte, dove nei prossimi 30 giorni si cercherà un compromesso per salvaguardare i posti di lavoro. Ma il tempo stringe, e l’ansia tra i dipendenti cresce.

A Burolo, la crisi non è solo aziendale, ma colpisce un’intera comunità. Ogni licenziamento rappresenta una famiglia che deve affrontare incertezze economiche, costringendo molti a ripensare il proprio futuro. La speranza è che le trattative regionali possano portare a soluzioni che vadano oltre i meri tagli, offrendo opportunità di riqualificazione o alternative sostenibili.

La crisi di Carrefour riflette un problema più ampio nel mondo della grande distribuzione. Il settore si trova di fronte a una trasformazione epocale: il calo dei consumi, la crescita dell’e-commerce e la pressione della concorrenza spingono le aziende a rivedere modelli consolidati. La sfida per Carrefour e altre catene è quella di adattarsi rapidamente ai cambiamenti senza scaricare il peso sulle spalle dei lavoratori.

In questo scenario, è fondamentale che tutte le parti coinvolte—azienda, sindacati e istituzioni—agiscano con responsabilità e lungimiranza. I dipendenti di Carrefour non sono solo numeri in un bilancio, ma persone che meritano un futuro più stabile e dignitoso. La crisi in corso è un banco di prova importante, non solo per Carrefour, ma per l’intero settore della grande distribuzione, chiamato a dimostrare che competitività e rispetto per i lavoratori possono convivere.

In merito alla crisi del colosso della GDO, riceviamo e pubblichiamo i chiarimenti dell'ufficio stampa di Carrefour Italia:

"Di fronte a un contesto economico complesso e caratterizzato da una prolungata contrazione dei consumi, Carrefour Italia sta adottando ulteriori misure organizzative al fine di garantire sostenibilità di lungo periodo alle attività sul territorio torinese. 
 
Nonostante gli sforzi iniziali volti a contenere l’impatto della situazione attraverso l’utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni (CIG), le dinamiche di mercato sfavorevoli, ormai strutturali, hanno reso necessario un ulteriore intervento con l’avvio di una procedura di mobilità nella provincia.
 
L’azienda ribadisce, comunque, il proprio impegno a implementare questo piano in un dialogo continuo con le parti sociali, per individuare soluzioni esclusivamente volontarie, condivise e sostenibili con l’obiettivo di minimizzare il più possibile l’impatto sociale."

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