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16 Novembre 2024 - 17:25
«Non aprite quella porta... neppure a noi carabinieri senza verificarlo!». È questo il consiglio tanto semplice quanto cruciale emerso dall’incontro organizzato martedì pomeriggio presso i locali della Fondazione Troglia. L’appuntamento, guidato dal tenente Felice Meo, comandante della Tenenza di Ciriè, ha visto una partecipazione numerosa e attenta, nonostante l’orario postprandiale che solitamente invoglia al riposo. Un segnale chiaro: il problema delle truffe, soprattutto a danno delle fasce più vulnerabili, è percepito come un vero allarme sociale.
Gli incontri dei carabinieri con la cittadinanza sono diventati ormai appuntamenti periodici, indispensabili per aggiornare la popolazione sulle nuove e sempre più sofisticate tecniche truffaldine messe in campo dai malintenzionati. Se da un lato il campionario delle truffe continua ad arricchirsi, dall’altro gli uomini dell’Arma si stanno adattando prontamente per diffondere una consapevolezza fondamentale: difendersi è possibile, ma solo conoscendo le strategie dei truffatori.
Durante l’incontro, i carabinieri hanno illustrato le più recenti modalità di raggiro, avvalendosi di contributi audiovisivi e racconti di casi reali avvenuti nella zona. Non sono mancati episodi a lieto fine, grazie al tempestivo intervento delle forze dell’ordine, ma anche tristi esempi di truffe andate a segno, a testimonianza della necessità di restare sempre all’erta.
Ecco alcune delle tecniche più ingegnose messe in atto dai truffatori.
La bottiglia di plastica
Una tecnica tanto semplice quanto efficace: i truffatori posizionano una bottiglia di plastica tra lo pneumatico anteriore e il parafango dell’auto della vittima. Quando il veicolo si muove, il rumore causato dalla bottiglia induce il conducente a fermarsi e scendere per controllare. È in quel momento che i malintenzionati entrano in azione, simulando un danno o un urto per chiedere un risarcimento in denaro. Un caso di questo tipo è stato sventato proprio martedì in via Gazzera a Ciriè, grazie alla prontezza di alcuni cittadini e all’intervento dei carabinieri.
Il raggiro del “chupa chupa”
Un’evoluzione del cosiddetto “gioco dello specchietto”, questa truffa prevede l’uso di un grosso lecca-lecca, lanciato contro la portiera dell’auto della vittima. Il forte rumore provocato dal colpo crea scompiglio, inducendo il conducente a fermarsi. Anche in questo caso, i truffatori sfruttano la confusione per avanzare richieste di denaro. Una trovata che dimostra la capacità dei malintenzionati di adattarsi e inventare sempre nuove strategie.
Falsi tecnici e falsi carabinieri
È forse il raggiro più subdolo, quello che punta sulla fiducia delle vittime. «Nessun tecnico o carabiniere si presenterà mai senza preavviso per controllare alcunché», hanno sottolineato i militari durante l’incontro. Eppure, i truffatori continuano a utilizzare divise contraffatte o simboli maldestramente imitati per farsi aprire la porta. In un caso recente, sempre a Ciriè, un falso carabiniere con un berretto improbabile è riuscito a farsi dire dove era nascosto l’oro di famiglia: nella legnaia. Per fortuna, l’intervento tempestivo dei veri carabinieri ha evitato il peggio.
L’importanza della prevenzione
Il messaggio finale lanciato dal tenente Meo è chiaro: «Non aprite mai la porta senza verificare. Chiamate la caserma o l’ente di riferimento per sincerarvi dell’identità di chi si presenta a casa vostra». Un gesto che potrebbe sembrare eccessivo, ma che è spesso l’unico modo per proteggersi da truffatori sempre più scaltri.
Questi incontri non rappresentano solo un’occasione per informare, ma anche un momento per rafforzare il legame tra cittadini e forze dell’ordine, creando una rete di sicurezza e collaborazione fondamentale per arginare la piaga delle truffe. Perché, come dimostrato, la prevenzione passa anche attraverso una maggiore consapevolezza delle insidie quotidiane.
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