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14 Novembre 2024 - 06:15
Domenica 10 ottobre, a Verolengo, si è tenuta la tradizionale Fiera di San Martino, un evento che ha richiamato persone profondamente legate al territorio, desiderose di riscoprire un angolo d’Italia ricco di storia, situato tra il Po, il Canale Cavour e la Dora Baltea. Questo triangolo di terra, conservato nella memoria di chi lo ha vissuto, rappresenta un pezzo del passato che merita di essere raccontato.
Tra i luoghi di maggior interesse spicca la Colonia Elioterapica, una struttura immersa nel verde del Parco fluviale del Po, lungo il corso del Corno Chiaro. Ancora oggi, molti verolenghesi amano fare tappa qui durante le passeggiate nel parco, per un momento di riposo e contatto con la natura. La Colonia richiama alla mente i ricordi di vecchie Pasquette, celebrate con giochi e risate in un’atmosfera spensierata.
Costruita intorno alla metà degli anni Trenta, la Colonia Elioterapica fu una delle molte volute dal regime fascista. Nata come luogo di svago e attività per bambini e adolescenti, faceva parte di un piano più ampio per creare strutture simili lungo le coste e nelle località montane e rurali. In particolare, il regime fascista promuoveva queste colonie per sostenere le famiglie meno abbienti e incentivare la pratica sportiva tra i più giovani.
La giornata tipo comprendeva giochi all’aperto lungo il fiume al mattino, il pranzo, un momento di riposo e, nel pomeriggio, il bagno di sole sulle sedie a sdraio, seguito dalla merenda.
Questa tradizione era già presente in Italia: la prima colonia elioterapica risale al 1856 a Viareggio, fondata con finanziamenti privati dal medico Giuseppe Barellai. Con il fascismo, però, le colonie si diffusero su tutto il territorio nazionale, sovvenzionate direttamente dallo Stato, con l’obiettivo di formare giovani fisicamente robusti e pronti a sostenere la nazione.
Conclusa la guerra, la Colonia di Verolengo continuò a rappresentare un luogo d’incontro per generazioni di bambini e ragazzi, che qui trascorrevano intere giornate all’aria aperta. Situata in un autentico “polmone verde”, la Colonia è tuttora cara agli abitanti del luogo.
Un passaggio evocativo tratto dal libro Il violinista e la torre di Gualtiero Marana racconta l’esperienza di uno dei personaggi, Gino, che trova una vecchia barca nel Corno Chiaro, la sistema e si avventura lungo il fiume, scoprendo la bellezza del paesaggio. “È proprio un luogo incantato. Il rio si snoda all’ombra di alberi secolari, e il silenzio è rotto solo da risate argentine…” Un’atmosfera che rende la Colonia ancora oggi un luogo magico.
Chiedendo agli abitanti di Verolengo della Colonia, molti ricordano affettuosamente un particolare: “Negli anni ’40 c’era anche un campo da calcio.”
Gualtiero Marana stesso conferma: “Negli anni ’50 esisteva ancora, e andavo in bici con mio padre per assistere alle partite del Verolengo.”
Questo luogo, intriso di ricordi, continua a rappresentare una testimonianza viva della storia e della cultura locale. Per chi volesse scoprirlo, una visita alla Colonia per un picnic offre l’occasione di immergersi in un angolo prezioso di storia e natura, dove ogni passo rievoca un passato carico di emozioni e memorie.
La Colonia Elioterapica di Verolengo anni 30/40
Il campo di calcio a Verolengo negli anni 40/50
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