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Tutti contrari alla nuova strada in montagna

Pareti rocciose instabili e fenomeni di dissesto attivo nel Vallone di Sea: il Comune di Groscavallo dovrà decidere se procedere, ma i rischi geologici sollevano dubbi sulla fattibilità

Tutti contrari alla nuova strada in montagna

Il Vallone di Sea, una delle aree più selvagge e incontaminate del Comune di Groscavallo (To), al centro di un acceso dibattito legato al progetto di costruzione di una strada di accesso all’alpeggio Gias Balma Massiet.

Questa nuova viabilità, sostenuta per migliorare l’accessibilità alle aree di pascolo, è vista con preoccupazione sia dalle associazioni ambientaliste sia dagli abitanti storici della zona, che temono l’impatto di un intervento così invasivo in un’area fragile e geologicamente instabile.

Oggi c'è una novità. Dalla Regione Piemonte, che fino al 5 aprile 2024 aveva la competenza per l’autorizzazione dei lavori, è arrivata una valutazione tecnica che solleva dubbi non solo sull’opportunità ma anche sulla sicurezza dell’opera.

Marco Gabusi, assessore regionale alle Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Protezione Civile e Trasporti, ha fornito un aggiornamento preoccupante: l’area è infatti soggetta a fenomeni di dissesto attivo, frane e instabilità delle pareti rocciose, fattori che minacciano la realizzazione stessa del progetto in condizioni di sicurezza.

Abbiamo voluto lasciare a disposizione del Comune di Groscavallo tutte le informazioni tecniche utili per una valutazione attenta e responsabile,”  commenta  Gabusi, evidenziando l'importanza di decisioni informate in un contesto così delicato.

Oggi, con l’entrata in vigore della Legge regionale n. 10 del 4 aprile 2024, la competenza per interventi di minore impatto è stata trasferita ai Comuni, e spetta quindi ora al Comune di Groscavallo autorizzare o meno il progetto, considerandone tutte le implicazioni ambientali e di sicurezza. Questo passaggio di responsabilità arriva mentre le istituzioni locali si trovano sotto pressione da parte delle associazioni ambientaliste, prima fra tutte il Club Alpino Italiano (CAI), storicamente impegnato nella difesa del Vallone di Sea.

Già nel 2016, in occasione della presentazione di un progetto simile, il CAI Torino e altre associazioni, come il Club Alpino Accademico Italiano (CAAI) e Mountain Wilderness, si erano mobilitate contro la costruzione della strada, sostenendo che un’opera di questo tipo avrebbe compromesso l’integrità naturale della zona.

Valli di Lanzo in Verticale, un’associazione nata nel 2017 e fondata da soci CAI, continua ancora oggi a organizzare raduni ed eventi per promuovere un turismo sostenibile che preservi la bellezza del Vallone di Sea, puntando a un modello di sviluppo simile a quello della Val Maira, in cui natura e turismo convivono in armonia.

Solo pochi mesi fa, a maggio, il CAI ha ribadito la propria contrarietà al progetto con una lettera al Comune di Groscavallo, sottolineando che la costruzione della strada verso l’alpeggio Gias Balma Massiet potrebbe alterare profondamente l’equilibrio ambientale dell’area, che negli ultimi anni è diventata un punto di riferimento per escursionisti, trail-runner, rocciatori e alpinisti in cerca di un luogo autentico e selvaggio.

Abbiamo visto un aumento della frequentazione da parte di sportivi e amanti della montagna proprio perché il Vallone di Sea conserva ancora un’atmosfera incontaminata, un aspetto sempre più raro nelle aree montane italiane,” si legge nella comunicazione del CAI, che ha espresso il timore che la costruzione della strada riduca l’attrattività dell’area.

Il CAI Torino ha inoltre espresso l’intenzione di continuare a sostenere le manifestazioni come il raduno di settembre 2024, organizzato per sensibilizzare i partecipanti sulla situazione del Vallone di Sea e ampliare la comunità di coloro che vogliono contribuire alla sua salvaguardia e valorizzazione. La Sezione di Torino del CAI, insieme alla scuola di alpinismo "Giusto Gervasutti", si è detta disponibile a un dialogo con l’amministrazione per trovare soluzioni condivise che possano conciliare sviluppo economico e tutela ambientale, evitando interventi che rischiano di lasciare un’impronta duratura e distruttiva sul territorio.

La partita ora è nelle mani del Comune di Groscavallo, che dovrà decidere se dare il via a un progetto che divide la comunità, o se invece ascoltare le voci di chi chiede di mantenere il Vallone di Sea nella sua veste naturale.

Vallone sea

IN DIFESA DEL VALLONE DI SEA, maggio 2024

Il Consiglio Direttivo del CAI Torino apprende dall'Albo Pretorio Digitale del Comune di Groscavallo (TO) del progetto redatto nel Febbraio 2024, committente Unione Montana Alpi Graie, riguardante la realizzazione di un nuovo percorso (da qui in poi ‘strada’) volto al raggiungimento dell’alpeggio di proprietà del Comune di Groscavallo denominato Alpeggio “Gias Balma Massiet” nel Vallone di Sea.

L’attuale progetto ne riprende uno precedentemente presentato nell’autunno 2016, che con la speranza di accedere a fondi europei già proponeva di costruire la strada fino a Gias Balma Massiet, mentre oggi viene indicata la potenziale prosecuzione anche oltre tale alpeggio.

È doveroso ricordare che le motivazioni addotte al tempo dai progettisti coincidono con le attuali (Accessibilità delle aree a pascolo), che tuttavia non risultano oggi quanto ieri ragionevoli ed accettabili nel computo del rapporto costo/beneficio, non solo economico.

Preme ricordare come già sette anni fa il CAI Torino, il CAAI (Club Alpino Accademico Italiano), le Scuole di Alpinismo del CAI, le associazioni in difesa della natura selvaggia quali ‘mountainwilderness’ ed anche una rappresentanza degli abitanti storici di Forno Alpi Graie (Frazione di Groscavallo da cui si diparte il Vallone di Sea) si espressero coralmente a sfavore e si mobilitarono, non solo protestando, ma dimostrando efficacemente la non convenienza dell’opera proposta, che venne allora accantonata. 

L’esperienza passata ci porta a ribadire le ragioni per cui la maggioranza dei frequentatori del Vallone di Sea ritiene sconveniente l’esecuzione dell’opera, che sono emerse  su quotidiani e blog on-line e sono state esplicitate dalla Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano del CAI (CITAM-LPV) e presentate in parallelo a questa lettera. Qui si intende sottolineare come questi anni trascorsi ci abbiano lasciato in eredità un’evoluzione del Vallone di Sea che ha visto aumentare la frequentazione di escursionisti, trail-runner, rocciatori, alpinisti, ghiacciatori e scialpinisti che cercano in questi luoghi la natura incontaminata non più reperibile nella maggior parte degli ambienti montani, che la strada vorrebbe alterare anche in questo angolo ancora intatto.

Nel 2017 è nata dall’aggregazione di soci CAI appartenenti a varie sezioni tra cui quella di Torino l’associazione Valli di Lanzo in Verticale, che annualmente organizza una manifestazione / raduno, che è stata ed è tuttora strumentale allo sviluppo attivo di un turismo sostenibile (ispirandosi ad esempio al caso virtuoso della Val Maira), che garantirebbe tanto lo sviluppo economico quanto la preservazione dei delicati equilibri naturali di questi luoghi. 

Con la presente, la Sezione di Torino del CAI intende prendere nuovamente posizione manifestando la contrarietà all’esecuzione di tale opera e mostrando la preoccupazione che gli sforzi fatti finora per lo sviluppo delle Valli di Lanzo ed in particolare del Vallone di Sea vengano vanificati.

Parimenti questa sezione, insieme alla scuola di alpinismo del CAI "Giusto Gervasutti", ha già manifestato l’intenzione di continuare a sostenere le manifestazioni quali il raduno di settembre 2024, che costituirà una nuova occasione per sensibilizzare i partecipanti sulla situazione del Vallone di Sea ed ampliare nuovamente la platea dei fruitori e contribuenti alla sua economia.

Con la speranza che questa lettera venga recepita come una forma di apertura al dialogo, ci rendiamo disponibili alla discussione ed al supporto dell’amministrazione attuale e futura per sostenere il processo decisionale in atto.

Il Consiglio Direttivo del CAI Torino

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