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Eporediese
12 Novembre 2024 - 14:45
Al cento con Mussolini a sinistra e Matteo Salvini a destra
E poi c’è Ivan Martini, consigliere comunale di Collaretto Giacosa, noto per il suo eclettico talento da maestro di ballo: salsa, bachata, e pure Kizomba. Un personaggio poliedrico, che vive a Pavone Canavese, ma è di Ivrea, e ad Ivrea non manca di frequentare il gruppo della Lega di Matteo Salvini nella cui lista si era candidato alle ultime elezioni amministrative.
Martini, orgogliosamente legato alla sua appartenenza politica, vanta tra le sue amicizie social anche il deputato Alessandro Giglio Vigna e la consigliera Astrid Sento.
Amicizie e posizioni che già delineano un certo profilo, ma a offrire un quadro più chiaro è un post che Martini ha recentemente pubblicato, e che a definirlo provocatorio o "nostalgico" potrebbe essere riduttivo.
Sì, perché Martini, sotto l’immagine di Benito Mussolini, non ha potuto fare a meno di abbandonarsi al classico repertorio di frasi fatte. Eccoli, uno dietro l’altro, i capisaldi della più stanca e scolastica retorica nostalgica: “Ha dato le pensioni, ha costruito case popolari per gli italiani poveri, ha fatto leggi per difendere gli invalidi, ha costruito orfanotrofi per educare e formare i bambini orfani, imponeva attività sportive per formare giovani atleti e fieri del futuro, faceva lavorare tutti perché nella patria non dovevano esistere parassiti…”
Tra i suoi seguaci, c’è chi applaude, chi commenta con “parole sante”, chi si dichiara fiero di condividere “valori” che, per chi si ricorda davvero cosa fu il ventennio fascista, di certo hanno significati ben diversi.
In effetti, a una lettura approfondita, quella “patria che non tollerava parassiti” suona più sinistra che romantica.
La realtà storica, infatti, racconta un’Italia impoverita e imbavagliata, dove le libertà venivano soffocate, i dissidenti mandati al confino e le conquiste sociali spacciate come gentili concessioni di un regime totalitario.
Le “pensioni” di cui si fa vanto il consigliere erano in realtà un impianto rudimentale, ben lontano dal moderno welfare che conosciamo, e le case popolari per “gli italiani poveri” erano perlopiù operazioni di facciata destinate a celebrare il regime. Ma la ricostruzione storica poco interessa a chi si affida alla leggenda e, a quanto pare, basta una citazione trita e ritrita per accendere i cuori.
Curioso, quindi, come un maestro di ballo, di professione esperto nel movimento e nel ritmo, finisca intrappolato in una danza senza tempo, fatta di passi pesanti e rigidi, una specie di “valzer” della nostalgia.
Mentre gran parte del paese cerca di andare avanti, investendo nella modernità e nel progresso, c’è chi ancora si aggrappa a miti e a slogan da altre epoche, come se fossero, paradossalmente, l’unica certezza rimasta.
Il paradosso si fa ancora più evidente alla luce del suo ruolo di consigliere comunale: una ruolo che, sulla carta, dovrebbe rappresentare il presente e costruire il futuro. Ma per Ivan Martini, a quanto pare, il passato sembra l’unico “valore” a cui ancorarsi. E se un post su Facebook può parlare da solo, forse basta davvero scorrere la sua bacheca per capire quale “futuro” ha in mente per il suo comune e per i suoi “amici” virtuali.
Ah già, giusto, dimenticavamo, Martini fa anche parte dello Stato Maggiore del Carnevale di Ivrea e tira nei Tuchini.... Evviva il Carnevale...
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