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Ciriè
11 Novembre 2024 - 16:41
Orazio Scalzo aveva 33 anni
Un urlo disperato, il rumore dei sassi che rotolano giù e un volo di 30 metri in un dirupo. E' questo il racconto straziante di altri tre escursionisti che hanno assistito al drammatico incidente in cui ha perso la vita Orazio Scalzo, ingegnere di 33 anni nato a Catanzaro e vissuto a Ciriè per molti anni.
Qui, per il suo impegno politico e la sua passione, ha lasciato un segno molto profondo.
Orazio Scalzo aveva 33 anni e una vita vissuta percorrendo tante strade, sempre con lo stesso spirito intenso.
Si era laureato in ingegneria a Roma prima di arrivare a Ciriè dove aveva trovato lavoro presso il consorzio irriguo. Qui Orazio aveva creato una grande famiglia di affetti, lontano da quella biologica rimasta in Calabria.
Si era subito inserito molto bene nel tessuto cittadino, frequentando il Laboratorio della Maglia, un collettivo giovanile indipendente. Tra il 2018 e il 2020 era stato referente del gruppo di Potere al Popolo Ciriè.
A Ciriè Orazio era un volto conosciuto non solo per il suo lavoro, ma soprattutto per l’impegno sociale e politico. Giulia Sopegno, sua amica e compagna di militanza in Potere al Popolo, lo ricorda con affetto e ammirazione: "A livello politico ha fatto moltissimo. Era sempre attivo, specialmente nella difesa dei diritti delle donne. Per lui, la lotta per il diritto all’aborto era fondamentale. Aveva persino organizzato il passaggio della marcia della Pace di John Mpaliza per Robassomero e Ciriè, dimostrando ancora una volta il suo instancabile impegno".
Orazio conosceva bene le battaglie locali, come la vicenda dell’Ipca, l’ex industria chimica che ha segnato la storia del Canavese oppure quella ambientalista combattuta da Pasquale Cavaliere.
Orazio era un No Tav, un antifascista, uno che credeva nelle cause collettive e nella forza della comunità. Giulia lo ricorda come "un grande amico, un compagno". La tristezza è infinita: "Non ci sono parole per descrivere il dolore di questa perdita."
Non mancava neppure di prendere parte agli eventi della tradizione cittadina, partecipando al Palio dei Borghi.
In post su Istagram del giugno del 2022, Orazio ricorda proprio quei momenti e sotto una foto in cui corre la staffetta, scrive: "Quando si correva per rabbia o per amore".
Orazio Scalzo al Palio dei Borghi di alcuni anni fa
Dopo alcuni anni a Ciriè, nel 2021, Orazio aveva lasciato il Piemonte per trasferirsi a Magenta, vicino Milano, dove aveva trovato lavoro all’acquedotto. Nonostante la distanza, non aveva mai reciso il legame con i luoghi che sentiva ormai come casa. Al circolo Arci era ancora di casa e Terry, storico volto del Circolo, gli era molto affezionata.
Tornava sempre, come diceva lui, "per le feste comandate": il 25 aprile, il 1° maggio, l’8 dicembre, per condividere la lotta e l’amicizia con chi aveva lasciato a Ciriè. "Sarebbe dovuto tornare per l’8 dicembre," racconta Giulia, una promessa che ormai riecheggia come un vuoto insopportabile.
In Lombardia, Orazio aveva scoperto la montagna, una passione che lo aiutava a combattere la solitudine di Magenta.
Una tragedia inspiegabile, per chi lo conosceva bene. Orazio, infatti, non era un improvvisato: era molto allenato, aveva seguito un corso di alpinismo e affrontava la montagna con rispetto e preparazione. Tuttavia, la sua ultima escursione, quella sulla montagna Cavallo in alta Valle Brembana, gli è stata fatale.
La tragedia è avvenuta sabato pomeriggio, quando intorno alle 14 tre escursionisti, presenti in zona, hanno sentito le grida disperate di Orazio e il rumore di massi che rotolavano giù. Sono accorsi sul punto, trovandolo già privo di vita. La caduta di trenta metri, fuori dal sentiero, non gli aveva lasciato scampo. I soccorsi, arrivati in elicottero da Sondrio, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso e portare il suo corpo alla chiesa di Valleve.
Un dolore straziante ha pervaso la comunità di Ciriè e chi lo aveva conosciuto.
Orazio lascia un fratello e due nipoti, oltre ai genitori I suoi funerali si terranno venerdì a Catanzaro, dove la sua salma farà ritorno, accompagnata dall’abbraccio della sua famiglia biologica, mentre la sua famiglia d’adozione a Ciriè lo saluterà a distanza. "Era un compagno, un amico straordinario," ricorda Giulia con un filo di voce. E con lui se ne va una parte di quella grande famiglia, costruita con forza e passione negli anni, che resterà a ricordare il suo sorriso e il suo impegno in ogni festa comandata, in ogni ricordo di lotta condivisa.
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