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Allarme export piemontese: le tensioni in Medio Oriente bloccano beni e servizi per 2,6 miliardi di euro

Le tensioni politiche in Medio Oriente frenano l'export piemontese e italiano, colpendo settori chiave come moda e macchinari.

Tensioni in Medio Oriente

Allarme export piemontese: le tensioni in Medio Oriente bloccano beni e servizi per 2,6 miliardi di euro

Le tensioni politiche e i conflitti in Medio Oriente stanno avendo un impatto significativo sull'economia piemontese, rallentando il flusso di beni e servizi verso l'area. Questo calo rappresenta un campanello d'allarme per l'economia regionale, dato che l'export piemontese verso i paesi arabi e confinanti costituisce un valore aggiunto significativo, pari al 2,09% del totale regionale, per un volume complessivo di 2,6 miliardi di euro. Ma cosa significa tutto questo per l'industria italiana nel suo complesso?

Un'analisi di Confartigianato Piemonte evidenzia come i settori di punta dell'export piemontese, tra cui prodotti raffinati, alimentari, bevande, moda, design, materiali lapidei, arredamento, sistemi informatici, digitali e macchinari, siano apprezzati per l'alta qualità e originalità. Tuttavia, la domanda nei mercati mediorientali ha subito un rallentamento a seguito delle tensioni, penalizzando le aziende piemontesi. Non è solo il Piemonte a soffrire: altre regioni italiane con esportazioni significative verso il Medio Oriente stanno vivendo situazioni simili.

Regioni italiane e esposizione alla crisi

La Toscana, ad esempio, registra un'esposizione del 2,95% del proprio valore aggiunto regionale, con esportazioni per 3,1 miliardi di euro, seguita da Emilia-Romagna (2,07%), Veneto (2,02%) e Lombardia (1,91%). L'export della Lombardia verso il Medio Oriente raggiunge 7,1 miliardi di euro, coprendo quasi il 30% delle vendite italiane nell'area. Il Piemonte, con il suo 10,4% di quota sul totale nazionale, si conferma un attore importante, ma la crisi ha inciso sulla crescita delle esportazioni regionali: il primo semestre 2024 ha visto un calo del 7,6% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Export piemontese a rischio

A livello nazionale, i macchinari e impianti rappresentano il settore principale per l'export verso il Medio Oriente (25,3%), seguiti da mobili, gioielleria, occhialeria (12,5%), moda (9,2%) e alimentari e bevande (7,2%). Gli Emirati Arabi Uniti sono il mercato più importante per le esportazioni italiane, con una quota del 26,8%, seguiti da Arabia Saudita (19,4%) e Israele (13,4%).

Negli ultimi anni, nonostante le incertezze, l'export verso l'Arabia Saudita ha registrato una crescita significativa (+23,5%), seguito dagli Emirati Arabi (+21,8%). Al contrario, le esportazioni verso il Qatar, il Kuwait e Israele hanno subito cali marcati.

Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, ha espresso preoccupazione per l'effetto destabilizzante della crisi politica e ha auspicato "un intervento diplomatico per stabilizzare la regione e ridurre le ripercussioni sul commercio".

Felici parla anche dell'importanza di "un sostegno concreto da parte delle istituzioni locali e nazionali per proteggere le imprese italiane e incentivare l'attuazione del PNRR, come mezzo per alimentare la fiducia e sostenere la crescita occupazionale". In un contesto globale sempre più complesso, l'Italia deve affrontare sfide significative per mantenere la sua posizione nei mercati internazionali.

Le tensioni in Medio Oriente rappresentano un ostacolo, ma anche un'opportunità per rivedere strategie e politiche economiche, puntando su innovazione e diversificazione. La capacità di adattamento e la resilienza delle imprese italiane saranno fondamentali per superare queste difficoltà e continuare a crescere.

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