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Punto Rosso

Fame di spazi

Ivrea e il bisogno di spazi per la comunità: tra promesse elettorali e realtà, il dilemma della gestione degli spazi pubblici e il caso del Movicentro.

Fame di spazi

A Ivrea la fame di spazi è cronica. Nessuna giunta, più rossa o più nera che fosse, ha mai affrontato alla radice questo tema, pur essendo molto sentito dalla popolazione attiva della città. Per dare a Cesare quel che è di Cesare, si deve dire che l’attuale giunta ha riaperto alcuni luoghi, come i centri di aggregazione giovanile a Bellavista e a San Giovanni, il centro anziani di San Lorenzo, dando anche una sede all’associazione Piazzetta Alzheimer e all’AISM (associazione italiana sclerosi multipla) e lo Spazio Arte Giovani di via Dora Baltea con annesso Informagiovani.

sicurezza

Non poca cosa certo, si sono infatti restituiti alla cittadinanza luoghi chiusi dalla giunta Sertoli o precedenti, mancano però nuove progettualità di recupero aree da offrire alla cittadinanza. Dalle associazioni, dai giovani, dagli artisti, arrivano richieste continue di luoghi per svolgere le proprie attività, per spazi di condivisione e aggregazione, spazi accessibili per proporre alla cittadinanza spettacoli, conferenze, feste. A differenza dei piccoli paesi la “città” non ha locali comunali attrezzati come sono i cosiddetti pluriuso presenti in tutti i centri dell’Eporediese e non solo. Tutto si riduce alle sale comunali di Santa Marta e della Sinagoga, alle quali si aggiungono le aule di infermieristica, tutte a pagamento, quindi non accessibili a tutti.

Proprio perché il tema è molto sentito da giovani e meno giovani, e perché riconosciamo il valore dell’incontro e dello scambio, come Unione Popolare ne avevamo fatto un punto centrale della nostra campagna elettorale delle ultime amministrative eporediesi.

Ricordo la passeggiata corsara per toccare alcuni luoghi abbandonati della città. Dall’ex Valcalcino chiusa in fretta e furia dalla giunta Sertoli per problemi di sicurezza e ancora chiusa (ora si attendono le opere di compensazione Rfi per ristrutturare gli edifici, ma non risultano date) a villa Caffaro (ex sede del Serd, il servizio Asl per le tossicodipendenze), dall’ex Informa Giovani in piazza Fillak (assegnata allo Stato maggiore carnevalesco) ai locali del Castellazzo in pieno centro cittadino, dalla sala Cupola nel complesso La Serra all’ex-Dispensario Asl (zona San Michele).

Non toccammo il Movicentro perché quest’area, complicata come tutte le aree adiacenti alle stazioni ferroviarie, era ben presidiata dalla cooperativa ZAC! che abbiamo anzi difeso, insieme a migliaia di cittadine e cittadini, dagli attacchi della giunta di centro-destra.

Attacchi che dai tavoli della maggioranza sono passati oggi a quelli della minoranza, ma con uguale fervore mistificante. Prima di tutto si prova a confondere il Movicentro con la Cooperativa ZAC! e di conseguenza i problemi di sicurezza urbana attorno alla stazione con la cooperativa.

Spiace anche vedere che nelle linee guida del bando viene chiesto al gestore di garantire “un servizio di sorveglianza delle aree interne/esterne per il miglioramento della sicurezza dell’immobile in concessione e dell’area adiacente mediante personale qualificato, compatibilmente con l’orario di funzionamento del servizio ferroviario e del servizio di trasporto pubblico su strada”, viene cioè chiesto al gestore di fare da poliziotto?

Totalmente fuori luogo, come lo sono le mozioni del centro-destra che chiedono che un locale del Movicentro venga destinato a punto di polizia, come se fosse il consiglio comunale a decidere dove deve stare la polizia di stato.

L’obiettivo – centrato – dello ZAC! era ed è quello di dar vita e restituire ai cittadini un immobile inutilizzato per farne un luogo di collaborazione e sperimentazione di percorsi legati alla rigenerazione urbana, alla comunità e all’economia solidale. E quello è l’obiettivo da conservare per il Movicentro.

Ma allo stesso tempo è doveroso trovare con urgenza degna sede ad associazioni che hanno un ruolo sociale, come ad esempio l’associazione Sclerosi Multipla Canavesana che legittimamente chiede da tempo una sede adeguata per poter svolgere le proprie attività.

Ma anche uno spazio espositivo civico gratuito per le artiste e gli artisti che vogliono esporre le proprie opere o esprimere la propria arte, uno spazio civico dove poter fare incontri pubblici. Una casa comunale aperta e accessibile a tutti e a tutte le tasche.

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