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Sanità
20 Ottobre 2024 - 05:36
Alberto Cirio e Federico Riboldi
In Piemonte, è in arrivo un imponente piano di investimenti nel settore sanitario, per un totale di 4,5 miliardi di euro. Queste risorse provengono da un mix di fondi: contributi Inail, finanziamenti statali e regionali, risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e investimenti privati.
Con questo capitale, la Regione prevede di realizzare 11 nuovi ospedali tra cui Ivrea, oltre a 4 ristrutturazioni e ampliamenti di strutture esistenti. Inoltre, il progetto comprende la creazione di 91 Case di Comunità, 30 ospedali di comunità e 43 centrali operative territoriali, per garantire una presenza capillare di servizi sanitari sul territorio.
Per assicurare la trasparenza e la legalità nella gestione degli appalti e dei servizi sanitari legati a questi interventi, la Regione Piemonte ha istituito un gruppo di esperti specializzati nel contrasto all'illegalità.
Il team, operativo all'interno della Direzione Sanità, include figure di alto profilo come Filippo Dispenza, prefetto a riposo e commissario straordinario del governo di Caivano; Franco Frasca, generale di Brigata dei Carabinieri (in riserva); Giovanni Mainolfi, generale di Corpo d'Armata (ausiliario) della Guardia di Finanza; e Antonio Rinaudo, ex pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo della Procura di Torino.
"L'incremento di risorse da parte di Inail", ha spiegato il governatore Alberto Cirio, "ci consente di aggiornare il piano di edilizia sanitaria e di realizzare con fondi pubblici anche gli ospedali di Cuneo e Alessandria. Si tratta di grandi investimenti per oltre 170 interventi, tra grandi ospedali e Case di Comunità, di cui si stanno svolgendo, a seconda dei casi, progettazioni, gare e lavori che nei prossimi anni daranno un volto nuovo agli ospedali della nostra regione, in modo da rispondere sempre meglio alle esigenze di cura dei cittadini".
Cirio ha enfatizzato la vastità delle procedure e delle risorse coinvolte, evidenziando l'importanza di un attento monitoraggio da parte degli organi dello Stato per garantire trasparenza e legalità.
Il piano, aggiornato grazie a un ulteriore stanziamento di oltre 400 milioni di euro dall'Inail, punta a concretizzare progetti che erano già stati pianificati ma necessitavano di coperture finanziarie adeguate.
Cirio ha sottolineato che tutte le nuove strutture sono già localizzate e completamente finanziate, con molte gare per la progettazione già in corso e alcune fasi progettuali già avviate.
"A breve poseremo la prima pietra per il Parco della Salute di Torino, i cui lavori sono stati affidati", ha annunciato Cirio, aggiungendo che "la salute dei piemontesi viene tutelata attraverso strutture moderne e in continuo sviluppo".
L’attenzione alla legalità degli appalti, secondo il presidente, "è fondamentale quando si utilizzano risorse pubbliche", un principio fortemente sostenuto anche dall'assessore dalla sanità Federico Riboldi, che ha voluto dotare la Regione di un ulteriore strumento di garanzia per accompagnare questo complesso percorso di trasformazione del sistema sanitario regionale.
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Gli esponenti del Movimento 5 Stelle, Sarah Disabato, Alberto Unia e Pasquale Coluccio, hanno accolto con favore il "dietrofront della giunta Cirio sul partenariato pubblico-privato per la realizzazione degli ospedali di Cuneo e Alessandria", ma hanno anche criticato la tempistica della decisione, definendola "in grave ritardo".
"L'annuncio dell'incremento di risorse da parte dell'Inail è arrivato oggi - spiegano i tre consiglieri - ma la notizia era nell'aria da settimane, grazie ai pareri dell'Università Bocconi e di Agenas che evidenziavano l'insostenibilità economica dei partenariati per le due opere. Un dietrofront che non ci stupisce e che condividiamo. A rammaricare è il fatto che si sia perso tutto questo tempo".
I pentastellati hanno sottolineato come "il partenariato pubblico-privato non fosse mai stata la soluzione giusta per i problemi della sanità piemontese" e hanno accusato la giunta regionale di aver "perso cinque anni".
"Cinque anni in cui non abbiamo visto posare neanche un mattone", denunciano, "in cui i ritardi si sono accumulati, i costi sono lievitati e i cittadini hanno continuato a pagare per errori di gestione che oggi si cerca di correggere solo parzialmente".
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