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Una rosa per Norma: la prima commemorazione a Cuorgnè senza il patrocinio comunale e con pochi partecipanti

Il Comune canavesano ospita l'evento nazionale tra le polemiche

Norma Cossetto

Norma Cossetto

Si è svolta per la prima volta a Cuorgnè, la mattina di domenica 6 ottobre, la manifestazione “Una rosa per Norma” organizzata a livello nazionale dal Comitato X Febbraio, cui si è affiancata, a livello locale, l’associazione “CulturaIdentità”.
La protagonista della commemorazione era Norma Cossetto, una studentessa istriana uccisa, violentata e gettata in una foiba dai partigiani di Tito fra il 4 e il 5 ottobre 1943. Nel 2005 il presidente della Repubblica le conferì la Medaglia d’Oro al Merito Civile e da allora è diventata un simbolo per le organizzazioni dell’estrema destra.

La cerimonia si è tenuta nel cimitero cittadino, davanti alla stele apposta lo scorso febbraio e che ricorda i “Martiri delle Foibe e gli esuli istriani, giuliani e dalmati”.

È stata rapida e un po’ in sordina, senza i rappresentanti delle istituzioni cittadine, assenza attribuita alle polemiche che erano seguite al patrocinio concesso dal Comune per la stele. Non erano presenti, questa volta, nemmeno politici come Fabrizio Bertot o Augusta Montaruli, che avevano invece partecipato alla cerimonia di febbraio.

I presenti alla commemorazione

Dario Noascone, presidente di CulturaIdentità, si è mantenuto sul generico; “Le polemiche, a questo punto, possono anche non essere più parte della nostra storia. Se le vuole le faccia qualcun altro ma non le cerchiamo. L’importante è essere qui anche se in pochi”.

Più netta la presa di posizione di Matteo Rossino del Comitato X Febbraio: “Era importante esserci, a prescindere dal numero, a maggior ragione per la presenza di questa targa, che ha suscitato polemiche e le polemiche hanno fatto sì che magari non ci fosse il patrocinio: il gioco è quello. Il problema della destra è essere succube di questo gioco mentre per la sinistra non è mai così. Per tanti anni abbiamo dovuto combattere contro i negazionisti, oggi contro i giustificazionisti come Eric Gobetti, il che è peggio perché i negazionisti sono fuori dal mondo, i giustificazionisti no”.

Rossino è convinto che le cose stiano cambiando: “Il cambio di passo, c’è, sta arrivando, ma non è assolutamente una battaglia vinta. La nostra presenza dev’essere costante sul territorio, anche se siamo in sei, anche dove non c’è il patrocinio perché serve a mettere un tassellino: prima siamo in sei, poi saremo in dieci, in venti e ad un certo punto il sindaco sarà costretto a non ascoltare più questi e a venire perché si dirà: A Torino lo ha patrocinato il consiglio regionale! Anche con Una rosa per Norma è così: il nostro presidente Olmi ha fatto la conferenza-stampa nella Sala Congressi della Camera dei Deputati. L’obiettivo sarebbe che un domani il 4 o il 5 ottobre diventino come il 10 febbraio: un giorno in cui per legge si ricorda Norma Cossetto.

Passando alla lettura del comunicato ufficiale, Noascone ha ricordato le circostanze della morte di Norma Cossetto “uccisa in maniera orribile perché preferì morire che rinnegare la patria italiana. I suoi aguzzini volevano cancellarne il ricordo, far sparire il suo cadavere, annientare la sua fede. Non sapevano che il loro gesto criminale avrebbe consegnato Norma all’immortalità, che nel 2005 l’allora presidente Ciampi le avrebbe conferito la Medaglia d’Oro al Merito Civile, che ottant’anni dopo il suo ricordo sarebbe stato ancora più vivo”.

La commemorazione si è poi conclusa con la recita dell’“Eterno Riposo”.

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