Cerca

Ivrea

Trenta sindaci in campo per il carcere: collaborazione e progetti per il reinserimento

L'appello dell'Associazione Volontari Penitenziari “Tino Beiletti” per costruire una rete di supporto al carcere di Ivrea. Opportunità di lavoro e giustizia riparativa al centro dell'incontro.

Armando Micalizza

Armando Micalizza

Lunedì scorso, presso le Officine H di Ivrea, si è svolto un incontro promosso dall'Associazione Volontari Penitenziari “Tino Beiletti” e altre organizzazioni, che ha visto la partecipazione di circa 30 comuni del Canavese. L'obiettivo principale era di avviare una rete di collaborazione tra le amministrazioni comunali e il carcere, per affrontare le difficoltà quotidiane della struttura penitenziaria e individuare nuove opportunità di lavoro per i detenuti.

Tra i presenti, rappresentanti di amministrazioni già con una lunga esperienza di collaborazione con il carcere, come Ivrea, Borgiallo, Chiesanuova e Vidracco, ma anche comuni che si affacciavano per la prima volta a questo tema, spinti dall'interesse per il progetto e dal desiderio di comprendere meglio la situazione.

Alla riunione hanno preso parte figure di rilievo, tra cui la Direttrice del Carcere Alessia Aguglia e la Comandante Giuseppina Gambino, oltre a volontari e rappresentanti delle cooperative che gestiscono sportelli di orientamento e lavoro all'interno dell'istituto penitenziario.

L'evento è stato aperto da Armando Michelizza, presidente dell'AVP. Ha sottolineato l'importanza di creare connessioni tra il carcere e i comuni. "È fondamentale," ha detto Michelizza, "che il carcere non resti un'isola separata, così come i comuni. Creare relazioni è un'opportunità per tutti, soprattutto per valorizzare le competenze dei detenuti, che spesso rimangono inespresse."

La discussione si è concentrata su come i detenuti possano essere coinvolti in progetti di lavoro che potrebbero, da un lato, dare loro una nuova dignità e, dall'altro, rispondere alle esigenze delle amministrazioni locali.

In questo contesto, il garante dei detenuti del Comune di Ivrea, Raffaele Orso Giacone, ha presentato la proposta di un "mini coordinamento". L’idea è di creare una rete in cui i comuni più grandi e con risorse disponibili possano supportare quelli più piccoli nel cogliere le opportunità offerte dai prossimi bandi regionali, destinati a finanziare cantieri di lavoro per i detenuti.

Uno degli aspetti centrali del dibattito è stato il tema della formazione professionale all'interno del carcere.

Perla Allegri, volontaria dell’associazione Antigone, ha illustrato i risultati di una sua ricerca sulla formazione e sul reinserimento lavorativo dei detenuti.

"Dove è stato possibile offrire una formazione professionale mirata," ha spiegato Allegri, "si è osservata una significativa riduzione della recidiva e un inserimento più stabile nel mondo del lavoro."

Questo ha aperto una riflessione tra i sindaci presenti, molti dei quali hanno portato esempi di come la collaborazione tra i comuni e il carcere abbia permesso ai detenuti di partecipare a cantieri, contribuendo al miglioramento del territorio e creando un legame con la comunità.

Non sono mancati, tuttavia, alcuni segnali di allarme. Alcuni sindaci hanno evidenziato le difficoltà incontrate nella gestione di queste esperienze. "Non tutte le persone - si è osservato -sono adatte a partecipare a questi progetti e spesso richiedono risorse straordinarie per poter essere seguite adeguatamente." La necessità di un supporto maggiore, sia nella selezione dei partecipanti sia nel monitoraggio delle attività, è stata un tema ricorrente nel dibattito, con diverse richieste di maggiore assistenza da parte delle istituzioni.

l'incontro con i sindaci

L'incontro

Sul tema della giustizia riparativa è intervenuta l'assessora Gabriella Colosso del Comune di Ivrea, che ha presentato un progetto in fase di avvio nella città in cui si lavorerà per costruire occasioni di incontro tra le vittime di reato e i colpevoli, con l’obiettivo di risolvere i conflitti e favorire una riconciliazione.

"Siamo ancora in una fase iniziale," ha spiegato l’assessora, "e mancano linee guida e fondi adeguati, ma è un progetto in cui crediamo fortemente e che speriamo di sviluppare al meglio."

La riunione si è conclusa con l’intervento del Garante Raffaele Orso Giacone sull’urgenza di affrontare alcune problematiche concrete legate al futuro di circa venti detenuti che verranno rilasciati entro la fine dell'anno.

"Molti di loro," ha ricordato "non solo non hanno un lavoro, ma non dispongono nemmeno di una sistemazione abitativa temporanea."

Le strutture di accoglienza sul territorio, come la comunità di Lessolo e la casa di Santa Croce di Candia, sono già al limite della capacità, e anche le storiche strutture della Caritas sono momentaneamente sature. I comuni sono stati quindi invitati a cercare soluzioni concrete per offrire ospitalità a queste persone, con l’auspicio che si possa evitare una situazione di emergenza sociale.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori