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Ambiente
12 Ottobre 2024 - 19:18
La devastazione lungo le sponde del Po a Chivasso
Una minaccia verde sta invadendo le rive del Po, soffocando gli alberi e mettendo a rischio l'ecosistema del parco fluviale.
La Sicyos angulatus, una pianta rampicante dalle foglie larghe e dai tralci vigorosi, si sta espandendo incontrollata, avvolgendo gli alberi come una coperta mortale.
Negli ultimi mesi, intere aree del parco sono state colonizzate da questa pianta, che cresce rapidamente e soffoca la vegetazione locale, limitando l'accesso alla luce e impedendo la crescita delle specie autoctone.
La situazione è allarmante. Alcuni esperti da noi contattati non hanno dubbi: "La Sicyos angulatus è una pianta estremamente invasiva. Cresce rapidamente, e se non viene controllata, può devastare l'intero ecosistema di un'area".
La sua capacità di arrampicarsi sugli alberi, coprendoli completamente, ha già causato la morte di diversi esemplari arborei, mentre il sottobosco sta progressivamente scomparendo.
La diffusione della pianta è preoccupante soprattutto tra San Mauro Torinese, Settimo Torinese e Chivasso, dove vaste aree di vegetazione spontanea lungo il fiume sono state già completamente avvolte dai tralci della pianta rampicante.
L'impatto ecologico è evidente: gli alberi sono privati della luce solare necessaria per la fotosintesi, le piante native non riescono più a competere e stanno rapidamente scomparendo.
La Sicyos angulatus non è una novità in Italia, ma la sua diffusione incontrollata lungo le rive del Po sembra aver raggiunto un punto critico.
In altre regioni, come la Lombardia, il fenomeno è già stato affrontato con successo. Un esempio virtuoso arriva dal parco dell'Adda, dove l'invasione della pianta rampicante è stata arginata grazie a un piano di contenimento che ha coinvolto esperti, volontari e squadre di giardinieri.
"Nel parco dell'Adda abbiamo affrontato una situazione molto simile", ci spiegano. "Abbiamo iniziato con la rimozione manuale delle piante, concentrandoci sulle radici per evitare che ricrescessero. È stato un lavoro lungo, ma necessario per preservare l'equilibrio dell'ecosistema".
Il progetto, durato diversi mesi, ha ridato vita alle aree fluviali che erano state invase dalla Sicyos angulatus, restituendo luce e spazio alla vegetazione autoctona.
Gli effetti devastanti della pianta non riguardano solo gli alberi. Anche la fauna locale ne risente. Gli insetti impollinatori, come api e farfalle, trovano sempre meno piante fiorite da cui trarre nutrimento.
Inoltre, la perdita della vegetazione di sottobosco riduce le fonti di cibo e i rifugi per piccoli animali, mettendo in pericolo l'intero ecosistema. "L'impatto su tutta la catena ecologica è enorme", continua l'esperto. "Siamo di fronte a una crisi ecologica che richiede interventi immediati".
La devastazione lungo le sponde del Po a Chivasso
Gli esperti suggeriscono diverse soluzioni, ma nessuna sembra essere priva di difficoltà. Il metodo più efficace è la rimozione manuale della pianta, concentrandosi sulle radici per impedirne la ricrescita. Tuttavia, questa soluzione richiede un impegno massiccio e risorse che spesso le amministrazioni comunali o l'Ente Parco faticano a reperire. Un’altra opzione è l’uso di erbicidi mirati, ma molti temono che questi prodotti chimici possano causare danni collaterali all’ecosistema già fragile delle rive del Po.
Anche nel parco del Sile, in Veneto, un'invasione simile è stata contrastata, ma solo grazie all'intervento tempestivo dei volontari. In quel caso, il coordinamento tra enti pubblici e associazioni ambientaliste ha permesso di ridurre drasticamente la diffusione della Sicyos angulatus, riportando la biodiversità a livelli accettabili. Il parco è stato diviso in settori di intervento, e ciascuna area è stata monitorata costantemente per evitare nuove infestazioni. Un modello che potrebbe essere replicato anche lungo le rive del Po.
La devastazione lungo le sponde del Po a Chivasso Nonostante gli esempi di successo in altre regioni, lungo il Po l'invasione della Sicyos angulatus continua a crescere.
“Se non si agisce subito, rischiamo di perdere interi tratti di vegetazione lungo il fiume. Se si rimanda, la situazione diventerà irrecuperabile. Abbiamo visto come la natura può riprendersi, ma solo se diamo una mano”, avvertono gli esperti.
Insomma, bisogna fermare la diffusione della Sicyos angulatus prima che sia troppo tardi.
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