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Giustizia
09 Ottobre 2024 - 10:01
la disperazione
Un fardello insostenibile che pesava sulle spalle di un uomo da oltre dieci anni, segnato da debiti e tragedie personali, ha trovato finalmente una via d'uscita. È la storia di un ex agente di commercio che, dopo aver accumulato un debito vertiginoso di 609 mila euro, ha visto la sua vita prendere una svolta decisiva grazie a una sentenza del Tribunale di Ivrea.
Il risultato, reso possibile grazie al supporto di Legge3.it, l’organizzazione fondata da Gianmario Bertollo e sua moglie Maria Sole Pavan, che da anni aiuta privati ed imprenditori ad uscire da situazioni di sovraindebitamento.
La sua odissea comincia nel 2002, quando, dopo due anni di disoccupazione, l’uomo decide di aprire una ditta individuale. I primi tempi sembrano promettenti: il lavoro c’è e le entrate sono sufficienti a garantire una vita dignitosa per lui e la sua famiglia. Ma dietro quell’apparente tranquillità si cela una trappola pronta a scattare. La mancanza di esperienza gestionale, gli errori burocratici e la confusione fiscale tra il 2001 e il 2008 accumulano debiti su debiti. La situazione precipita nel 2009, con l'arrivo della crisi economica e la prematura scomparsa della moglie, pilastro fondamentale per il bilancio familiare.
La tragedia personale lo getta in un vortice di disperazione, ma il peggio deve ancora venire. La crisi, i debiti e le difficoltà sembrano inseguirlo in un circolo vizioso senza fine.
Anche l'arrivo della pandemia di Covid-19 ha un impatto devastante sulla sua attività, costringendolo infine a chiudere i battenti nel 2021 e a ritirarsi in pensione con quota 100.
Ma nemmeno la fine della sua vita lavorativa riesce a mettere un punto alla sua sofferenza. Il debito, immenso e insormontabile, continua a perseguitarlo, impedendogli qualsiasi speranza di un futuro sereno.
Eppure, quando sembra non ci sia più via d’uscita, gli avvocati intervengono, portando il suo caso all'attenzione del Tribunale di Ivrea.
Grazie alle tutele previste dalla Legge 3 del 2012, conosciuta come la "Salvasuicidi", e dal nuovo codice del sovraindebitamento, il tribunale dispone lo stralcio del 97% del debito, consentendo all’uomo di pagare solo 500 euro al mese per tre anni.
Questa sentenza rappresenta una vera rinascita.
Dopo anni di lotta contro una montagna di debiti, l’uomo può finalmente lasciarsi alle spalle un capitolo buio della sua vita e guardare al futuro con speranza. Un futuro che, grazie al coraggio di affrontare il passato e al lavoro dei suoi avvocati, si prospetta più leggero e sereno.
La Legge 3 del 2012, conosciuta comunemente come "Legge Salvasuicidi", è uno strumento legislativo introdotto in Italia per offrire una via d’uscita a chi si trova in situazioni di sovraindebitamento, ovvero quando una persona non è più in grado di far fronte ai propri debiti con il patrimonio o le entrate disponibili. Il nome informale della legge deriva dal fatto che, in assenza di strumenti di tutela come questo, molte persone, oppresse dai debiti, rischiavano di finire in situazioni talmente disperate da considerare il suicidio come unica soluzione.
A chi si rivolge? La Legge 3/2012 è destinata a privati cittadini, piccoli imprenditori, e in generale a tutti quei soggetti che non possono accedere alle procedure fallimentari previste per le grandi imprese. In particolare, si applica a:
Come funziona? La legge prevede tre possibili strumenti per risolvere una situazione di sovraindebitamento:
Accordo di ristrutturazione del debito: Si tratta di un accordo che il debitore propone ai propri creditori per la ristrutturazione del debito, quindi per ottenere la possibilità di rientrare attraverso pagamenti dilazionati o ridotti, a seconda delle risorse disponibili. L'accordo deve essere approvato dalla maggioranza dei creditori.
Piano del consumatore: Questo strumento è specifico per i privati cittadini e non richiede l'approvazione dei creditori. È un piano che viene presentato al giudice e, se considerato fattibile e sostenibile, permette di ridurre o dilazionare il debito in base alla capacità di rimborso della persona sovraindebitata.
Liquidazione del patrimonio: Il debitore può richiedere al tribunale la liquidazione dei propri beni per estinguere i debiti. Tuttavia, si tratta di una procedura controllata, in cui viene tenuto conto delle necessità del debitore e dei suoi familiari, ad esempio escludendo dalla liquidazione beni essenziali come la prima casa o gli strumenti necessari per il lavoro.
Qual è l’obiettivo? L’obiettivo della Legge 3/2012 è duplice:
Questa legge ha rappresentato una vera e propria ancora di salvezza per molte persone che, schiacciate da situazioni economiche disperate, avrebbero altrimenti rischiato di perdere tutto.
La Legge Salvasuicidi, sin dalla sua introduzione nel 2012, ha rappresentato una svolta importante per molte persone in difficoltà economica, salvando numerose vite da situazioni disperate. Ci sono diversi casi di cui si è parlato nei media, dove famiglie e piccoli imprenditori sono riusciti a ricostruire la propria esistenza grazie a questa legge.
Una delle storie più toccanti è quella di una famiglia di Bologna che aveva accumulato 450 mila euro di debiti a causa di investimenti immobiliari andati male. Il capofamiglia, un piccolo imprenditore, aveva provato a ristrutturare una vecchia casa per rivenderla, ma a causa della crisi economica e di problemi burocratici, il progetto si era rivelato fallimentare. La famiglia si era trovata schiacciata dai debiti, non riuscendo a pagare né i mutui né le bollette. Grazie alla Legge 3/2012, il tribunale ha disposto la riduzione del debito e la ristrutturazione dei pagamenti, permettendo alla famiglia di evitare il pignoramento della casa e di uscire dalla crisi finanziaria.
Un altro esempio significativo è quello di un imprenditore del Lazio, che aveva contratto debiti per oltre 300 mila euro dopo il fallimento della sua azienda edile. L’uomo, che aveva sempre gestito con successo la sua attività, si era trovato in difficoltà a causa della crisi del settore e del calo degli appalti. Con l’accumularsi dei debiti, l’imprenditore era arrivato a un punto di non ritorno, fino a pensare al suicidio. Grazie all’intervento della Legge Salvasuicidi, è stato possibile rinegoziare il debito, consentendogli di pagare una cifra sostenibile e di conservare la propria dignità.
A Napoli, un commerciante di 55 anni si era trovato con 200 mila euro di debiti, accumulati a causa di scelte sbagliate e della crisi economica che aveva colpito duramente il settore al dettaglio. Incapace di rimborsare i creditori, l’uomo rischiava il fallimento totale e il pignoramento della casa. Con l’aiuto degli avvocati e del tribunale, grazie alla Legge 3/2012, il suo debito è stato ridotto e ha potuto rateizzarlo in modo sostenibile, riuscendo così a mantenere la sua attività e la casa di famiglia.
Un altro caso emblematico riguarda una libera professionista di Milano, la cui attività era stata colpita duramente dalla pandemia di Covid-19. Avendo contratto debiti per oltre 150 mila euro con banche e fornitori, la giovane si trovava sull’orlo del fallimento personale e professionale. Attraverso la Legge Salvasuicidi, ha ottenuto lo stralcio della maggior parte del debito e un piano di rientro che le ha permesso di riprendere il lavoro senza il peso insostenibile del sovraindebitamento.
In Veneto, un pensionato di 70 anni si era ritrovato con debiti per 80 mila euro dopo aver firmato come garante per il figlio, la cui attività commerciale era fallita. Con la pensione minima, non riusciva a far fronte alle rate e rischiava il pignoramento dell'abitazione. Grazie alla Legge 3/2012, il tribunale ha stabilito un piano di rientro equo, evitando il pignoramento e permettendogli di vivere serenamente gli ultimi anni della sua vita.
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