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Bollengo
04 Ottobre 2024 - 11:56
In Canavese ci sono sempre meno medici
La sanità pubblica piemontese è in grave sofferenza, e la cronica mancanza di medici di famiglia sta mettendo a dura prova i cittadini, in particolare nelle piccole comunità montane. A Bollengo e Tavagnasco, due comuni del Canavese, la situazione è diventata insostenibile, con centinaia di pazienti lasciati senza assistenza e costretti a rivolgersi a soluzioni di emergenza, che non sempre riescono a rispondere ai bisogni della popolazione, in particolare degli anziani.
A Bollengo la fine del mandato del dottor Roberto Roffino ha scatenato il caos. Il problema è emerso con forza il 30 settembre scorso, quando il medico, che fino a quel momento aveva assistito circa 1.500 pazienti, ha cessato il suo mandato di medico di famiglia. Il sindaco del paese, Luigi Sergio Ricca, ha immediatamente preso atto della gravità della situazione e ha deciso di scrivere una lettera ufficiale indirizzata al presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, all’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, e al direttore generale dell’Asl To4, Stefano Scarpetta.
Il sindaco di Bollengo Luigi Sergio Ricca
La missiva, breve ma incisiva, ha messo in luce il problema che ha coinvolto inaspettatamente un gran numero di cittadini, lasciando molte persone senza un medico di riferimento. Nella sua lettera, Ricca ha spiegato come, nonostante la comunicazione ufficiale sia arrivata solo cinque giorni prima della cessazione del mandato del dottor Roffino, la comunità sia stata subito colta di sorpresa e si sia trovata a fronteggiare una corsa alla sostituzione dei medici. Tuttavia, la scarsità di professionisti disponibili ha rapidamente esaurito le poche alternative.
«Medici che di fatto erano soltanto uno», ha stigmatizzato il sindaco Ricca, sottolineando che, dei due medici con disponibilità di spazio nel distretto, uno avrebbe cessato a sua volta il mandato a novembre, lasciando così i pazienti con una sola scelta effettiva, il cui carico di lavoro è stato saturato in pochissimo tempo. Al momento, ci sono ancora oltre 200 pazienti senza medico di famiglia, che si trovano costretti a cercare soluzioni in Comuni distanti, con tutte le difficoltà logistiche che ne derivano, soprattutto per gli anziani.
La lettera di Ricca non si limita a descrivere il problema, ma contiene anche una chiara richiesta di intervento da parte della Regione e dell’Asl. «Sono ben consapevole delle difficoltà che la Regione sta incontrando nel reclutamento di nuovi medici di famiglia e degli sforzi fatti per immettere nuovo personale», ha scritto il sindaco, «ma è urgente che venga assegnato un nuovo medico anche nel nostro Distretto, o che si consenta ai medici presenti di superare il limite di assistiti attualmente concesso».
La lettera inviata dal sindaco Ricca all'Asl e al presidente della regione Piemonte Alberto Cirio
Il caso di Bollengo non è isolato. La carenza di medici di famiglia è un problema diffuso in tutto il Canavese, in particolare nei Comuni più piccoli e nelle aree montane, dove la popolazione è mediamente più anziana e ha bisogno di un’assistenza sanitaria costante. A Tavagnasco, il sindaco Moreno Nicoletta si è trovato di fronte a una situazione analoga, con un numero crescente di cittadini rimasti senza medico di riferimento.
«Fino a qualche anno fa, qui a Tavagnasco avevamo quattro medici di famiglia», ha raccontato Nicoletta. «Poi sono iniziati i pensionamenti, e la situazione è andata peggiorando. Ora, nonostante la disponibilità a spostarsi nei Comuni limitrofi, non ci sono posti liberi, e il sistema dell'Asl segnala continuamente l’impossibilità di procedere con la scelta di un nuovo medico di base. Le liste sono chiuse, e questo problema va avanti ormai da due anni».
Il sindaco di Tavagnasco Moreno Nicoletta
Anche a Tavagnasco, il sindaco ha preso carta e penna per scrivere una lettera al direttore dell’Asl To4, facendosi portavoce delle preoccupazioni dei suoi concittadini. «Molti cittadini si rivolgono direttamente alla guardia medica, o in alternativa al pronto soccorso di Ivrea, contribuendo a sovraccaricare ulteriormente un sistema di emergenza già in difficoltà», ha scritto Nicoletta. «Sono particolarmente preoccupato per gli anziani, che non possono muoversi facilmente per andare in ambulatori medici distanti, e che ora si trovano completamente privi di assistenza sanitaria sul territorio».
Il sindaco ha ricordato che, fino a pochi anni fa, il Comune di Tavagnasco metteva a disposizione gratuitamente un ambulatorio nello stabile comunale, utilizzato dai medici di famiglia e per il servizio di prelievi ematici, con un dispensario farmaceutico annesso. «Questo servizio era molto apprezzato sia dai cittadini che dai medici», ha spiegato Nicoletta, «ma ora l’ambulatorio viene utilizzato solo per i prelievi e il dispensario è chiuso, costringendo i nostri cittadini più anziani a dipendere da altri per ottenere le medicine di cui hanno bisogno».
Il problema di Bollengo e Tavagnasco non è un'eccezione. In molte aree del Canavese, soprattutto nei Comuni montani, la situazione è altrettanto critica. La carenza di medici di famiglia è un fenomeno che si è progressivamente aggravato negli ultimi anni, complice il pensionamento di molti professionisti e la difficoltà nel trovare sostituti. Nei piccoli centri abitati, dove la popolazione è sempre più anziana, i servizi pubblici come le farmacie sono ormai chiusi da anni, e spostarsi per ottenere le cure necessarie è diventato un’impresa.
In questi territori, i medici di famiglia rappresentano spesso l’ultimo baluardo del servizio sanitario pubblico. Tuttavia, la penuria di camici bianchi sta lasciando scoperte intere comunità, che non riescono a garantire ai loro abitanti un’assistenza sanitaria adeguata. La situazione è particolarmente grave per le fasce di popolazione più vulnerabili, come gli anziani, che non hanno la possibilità di spostarsi agevolmente e rischiano di rimanere senza cure proprio quando ne avrebbero più bisogno.
I sindaci di Bollengo e Tavagnasco, Luigi Sergio Ricca e Moreno Nicoletta, hanno entrambi chiesto con forza un intervento immediato da parte della Regione e dell’Asl per risolvere questa crisi. Entrambi hanno espresso la loro disponibilità a collaborare con le autorità sanitarie e con gli altri Comuni del territorio per trovare soluzioni che possano garantire la continuità dell’assistenza sanitaria territoriale.
«Siamo disposti a mettere a disposizione tutte le risorse comunali per agevolare il reclutamento di nuovi medici», ha dichiarato Nicoletta, «ma è necessario che si intervenga rapidamente, prima che la situazione diventi insostenibile. Non possiamo permettere che i nostri cittadini rimangano senza assistenza sanitaria».
Al momento, i pazienti di Bollengo e Tavagnasco attendono una risposta dalla Regione Piemonte e dall’Asl To4, nella speranza che le istituzioni possano intervenire con urgenza per far fronte a una crisi che rischia di allargarsi ulteriormente. Il futuro del servizio sanitario territoriale dipende dalle decisioni che verranno prese nei prossimi mesi, e la comunità del Canavese guarda con preoccupazione all’evoluzione della situazione.
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