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Ivrea
03 Ottobre 2024 - 07:00
Il collegamento
C’è un filo invisibile che unisce due mondi distanti, apparentemente separati da migliaia di chilometri, culture e storie. Questo filo parte dal cuore di Ivrea e arriva fino a Natitingou, nel nord del Benin.
Si chiama "Coltivare competenze per far crescere la comunità", un progetto di cooperazione internazionale che ha fatto della solidarietà, della formazione e dello sviluppo sostenibile il suo obiettivo principale.
Ed è proprio questo filo che ha legato, lo scorso 30 settembre, nella Sala Dorata del Municipio di Ivrea, amministratori, cittadini e volontari per presentare i risultati di un’iniziativa che parla di speranza, di futuro e di crescita.
Non si trattava di una semplice presentazione di numeri, ma della storia di un ponte costruito su basi solide, di un legame umano che ha saputo superare barriere geografiche e culturali.
Matteo Chiantore, sindaco di Ivrea, ha aperto la giornata con un discorso che trasudava orgoglio e partecipazione, sottolineando il valore di un’iniziativa che da anni accompagna le comunità di Ivrea e Natitingou in un percorso comune di sviluppo e autonomia.
Ma il momento più toccante è stato forse il collegamento online con il sindaco di Natitingou, Tatè Ouindeyama, che ha partecipato all’evento in diretta dal Benin. Una testimonianza di quanto questa collaborazione sia vissuta e sentita anche dall'altra parte del mondo. Un futuro gemellaggio tra le due città non è più solo un sogno lontano, ma una possibilità concreta, capace di rafforzare ulteriormente questo legame speciale.
Presenti all'incontro Elena Ciarlo di Anci, Daniela Guasco di Re.Te Ong, Roberto Falcio di Seniores International Experts Volunteers e la consigliera regionale Paola Antonetto presidente della Commissione per la cooperazione internazionale.
Elena Ciarlo di Anci, Daniela Guasco di Re.Te Ong
La consigliera regionale Paola Antonetto
Roberto Falcio
L'Istituto Ubertini
Il progetto "Coltivare competenze per far crescere la comunità" ha radici profonde, che affondano nel 2017, quando Ivrea, sotto la guida dell'allora sindaco Carlo Della Pepa, decise di investire nella cooperazione internazionale con Natitingou.
Da allora, molto è stato fatto, passo dopo passo, per costruire un percorso che potesse davvero fare la differenza nella vita delle persone. Si cominciò con la ristrutturazione della Maison de la Coopération et du Développement Durable, un centro di formazione pensato per offrire ai giovani del Benin competenze professionali in ambito agroalimentare e agricolo.
Un progetto ambizioso che mirava non solo a migliorare le infrastrutture, ma anche e soprattutto a creare nuove opportunità di lavoro e sviluppo per una comunità che vive principalmente di agricoltura.
Nel 2018, con il secondo bando finanziato dalla Regione Piemonte, il progetto fece un ulteriore salto in avanti. Si strutturarono percorsi formativi nel campo dell’agricoltura naturale e della ristorazione, basati sull'uso di prodotti locali e sullo scambio di competenze tra Italia e Benin. Il concetto chiave, in tutto questo, era la sostenibilità: non si trattava di un aiuto una tantum, ma di fornire strumenti concreti per far sì che la comunità potesse camminare con le proprie gambe. Formazione, scambio di esperienze e creazione di nuovi saperi sono stati il cuore pulsante del progetto, che ha visto coinvolti non solo giovani, ma anche donne beninesi, spesso escluse dalle opportunità lavorative e sociali.
Nel 2020, sotto l’amministrazione dell’ex sindaco Stefano Sertoli, un nuovo capitolo, con l’espansione delle attività e il consolidamento di quanto fatto negli anni precedenti.
La costruzione di un pozzo dotato di impianto di irrigazione e l’installazione di pannelli fotovoltaici hanno segnato un importante traguardo: garantire alla comunità di Natitingou l'autosufficienza energetica e idrica, due risorse fondamentali in un Paese che affronta quotidianamente sfide legate alla siccità e alla mancanza di infrastrutture.
Il cuore di tutto questo, però, sono state le persone. Persone che hanno creduto in un cambiamento possibile e che hanno deciso di investire il proprio tempo e le proprie competenze in qualcosa di più grande.
Tra queste, un ruolo centrale è stato svolto, negli ultimi mesi, dall'assessora alle politiche per l’integrazione di Ivrea, Gabriella Colosso, che è volata in Benin per seguire da vicino lo sviluppo del progetto.
Colosso, che ha visitato personalmente le strutture e incontrato i beneficiari del progetto, ha riportato a Ivrea una testimonianza toccante: “Investire nell'istruzione significa dare ai giovani gli strumenti per costruire un futuro migliore. Non possiamo cambiare tutto in un giorno, ma possiamo fare la differenza un passo alla volta", ha dichiarato, con la convinzione che solo attraverso la formazione e l'autonomia si possa costruire un futuro più giusto.
Durante il suo viaggio, Colosso è stata accompagnata dai responsabili di Seniores International Experts Volunteers e Re.Te Ong, due organizzazioni che hanno dato un contributo fondamentale al successo del progetto. Agronomi, architetti, industriali e bancari in pensione: un vero e proprio esercito silenzioso di volontari, che con la loro esperienza e la loro dedizione hanno contribuito a cambiare il volto di una comunità. Le loro competenze, acquisite in anni di lavoro e vita professionale, sono state messe a disposizione di chi ne aveva più bisogno, in un gesto di solidarietà che non cerca visibilità, ma risultati concreti.
Tra i risultati più tangibili del progetto, oltre alla creazione del pozzo e dei pannelli fotovoltaici, c’è stato anche il finanziamento di cinque start-up locali nel settore agropastorale e della ristorazione.
Giovani e donne formatisi all’interno del progetto hanno potuto presentare le loro idee imprenditoriali e, grazie ai fondi messi a disposizione dal progetto, hanno avviato piccole attività che oggi sono un motore di sviluppo per tutta la comunità. Un segnale importante, che dimostra come l’autonomia e la crescita economica possano nascere dall’istruzione e dalla formazione.
La presentazione dei risultati del progetto è stata anche l’occasione per riflettere sul futuro di questa cooperazione.
Il sindaco Matteo Chiantore ha sottolineato l’importanza di mantenere viva questa collaborazione e di esplorare nuove strade, come il possibile gemellaggio con Natitingou. Un gemellaggio che non sarebbe solo simbolico, ma rappresenterebbe un ulteriore passo avanti verso una cooperazione più strutturata e duratura. Il coinvolgimento della Regione Piemonte, che ha già finanziato tre bandi per un totale di oltre 50mila euro, sarà fondamentale anche per il futuro.
Come ha ricordato Chiantore, "Questo progetto è un esempio virtuoso di come, attraverso la cooperazione e il dialogo, si possano raggiungere risultati concreti e duraturi."
Presente alla presentazione anche Amadou Oubeidoulaye, cittadino beninese residente in Canavese, che ha portato una testimonianza personale sul legame tra le due comunità. Le sue parole hanno colpito profondamente il pubblico, ricordando a tutti che la cooperazione non è solo una questione di numeri, ma di persone, di storie e di vite che si intrecciano.
Alla fine dell’incontro, la sensazione era chiara: Ivrea e Natitingou non sono mai state così vicine.
E questo grazie a un progetto che ha saputo andare oltre le differenze, puntando su ciò che unisce: la volontà di crescere insieme, di costruire un futuro migliore attraverso le competenze e la solidarietà. Un progetto che non si limita a "coltivare" competenze, ma che fa crescere una comunità intera, una competenza alla volta.
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