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02 Ottobre 2024 - 09:59
Norma Cossetto è una vittima delle foibe
Anche a Cuorgnè si terrà quest’anno la manifestazione Una Rosa per Norma, che è giunta alla VI° edizione e viene organizzata all’inizio di ottobre. È dedicata a Norma Cossetto, una ragazza istriana uccisa e gettata in una foiba il 3 o il 4 ottobre 1943 ed assurta, per le organizzazioni dell’estrema destra, a simbolo della barbarie comunista.
È la prima volta che questo anniversario viene celebrato a Cuorgnè e non per caso: dallo scorso mese di febbraio, nell’area del cimitero cittadino destinata alle associazioni, c’è infatti una targa che ricorda i Martiri delle Foibe e gli esuli istriani, giuliani e dalmati. Era stata collocata su richiesta di un gruppo di cittadini sostenuti dal Comitato 10 Febbraio e l’amministrazione comunale aveva concesso il suo patrocinio.
Ad organizzare la commemorazione, che si terrà domenica 6 ottobre alle 11,30 appunto nel cimitero della città, è sempre il Comitato X Febbraio in collaborazione con la sezione canavesana dell’associazione CulturaIdentità, che annovera fra i suoi esponenti l’ex-sindaco di Rivarolo ed ex-eurodeputato Fabrizio Bertot e l’ex-consigliere comunale di Cuorgnè Dario Noascone.
È facile immaginare che la manifestazione sarà preceduta e seguita dalle polemiche, come già era avvenuto per l’apposizione della targa, vista la sua marcata connotazione politica.
Ma chi era Norma Cossetto? Una studentessa istriana di Visinada (un paesino non molto lontano da Parenzo) che subì una fine tragica durante la prima ondata di persecuzioni anti-italiane seguite all’Armistizio dell’8 settembre: se fino ad allora erano stati gli slavi a subire una feroce oppressione, ora le parti si erano invertite ed erano i partigiani titini a vendicarsi in modo indiscriminato in base all’assunto che essere italiani significava automaticamente essere fascisti e responsabili dei crimini del regime, anche quando si trattava di civili che non avevano mai svolto attività politica, di donne, di bambini.
Famigliari di Norma Cossetto: Loredana Cossetto, Vittorio Guglielmi, Diana Cossetto
Norma Cossetto in realtà faceva parte di una famiglia chiaramente schierata: suo padre aveva preso parte alla Marcia su Roma, era stato a lungo segretario del fascio locale, quindi podestà di un altro paese della zona ed in quel periodo faceva parte della Milizia Volontaria. La ragazza, che aveva 23 anni e frequentava l’Università, a sua volta era iscritta al GUF (Gioventù Universitaria Fascista).
Le sue colpe – per quanto è dato sapere – si fermano qui. Fu tuttavia imprigionata, uccisa e gettata in una foiba. Sedici partigiani, accusati del crimine, vennero catturati dai tedeschi, costretti a vegliarne il cadavere e quindi fucilati.
Fin qui i fatti sono incontrovertibili. Versioni contrastanti a seconda delle fonti riguardano invece le orrende sevizie alle quali fu sottoposta (che da alcune parti vengono messe in dubbio) e gli autori del crimine (secondo alcuni studiosi a compierlo furono in realtà dei resistenti italiani).
A Norma Cossetto, nel 2005, l’allora Presidente della Repubblica Ciampi conferì la Medaglia d’Oro al Merito Civile, ma la sua figura finì presto al centro di polemiche per la scelta dell’estrema destra di farne un’eroina, mentre dall’altra parte viene considerata semplicemente (e non è che sia poco) una vittima del clima di odio che si era instaurato in quelle terre di confine. Le polemiche si ripetono tutti gli anni e non sembrano destinate a finire ancora per molto tempo.
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