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01 Ottobre 2024 - 19:23
I cinghiali sono una piaga per gli agricoltori del territorio
Sono trascorsi quattro mesi dall'istituzione del Parco Provinciale dei 5 Laghi di Ivrea, eppure, a oggi, il Parco sembra essere più una promessa che una realtà concreta. I problemi non si limitano solo alla sua effettiva esistenza operativa, ma includono anche una totale incertezza sui fondi disponibili per farlo funzionare. Una situazione che sta creando malumori non solo tra gli agricoltori locali, ma anche tra i cittadini, i quali si chiedono quale sarà il futuro di questa nuova area protetta.
La denuncia di Coldiretti Torino: "Un Parco senza visione strategica"
Uno dei primi a sollevare il problema è stato Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino, che ha criticato l'assenza di un piano faunistico e il blocco delle attività di contenimento dei cinghiali, un problema che sta causando danni crescenti alle coltivazioni locali.
«Siamo appena alla presentazione di una bozza di Piano di strategico per la futura gestione del Parco – sottolinea Mecca Cici – Questo, mentre dal 1 giugno, l’entrata in funzione sulla carta del nuovo Parco ha già prodotto l’effetto di bloccare il contenimento dei cinghiali. Per ricominciare con gli abbattimenti dovremo aspettare i nuovi piani faunistici del Parco. Intanto, i danni da cinghiali continuano ma non si possono più abbattere».
Il presidente di Coldiretti Torino Bruno Mecca Cici
Coldiretti Torino ha espresso preoccupazione anche per l’impatto che il Parco potrebbe avere sulle attività agricole locali, paventando un futuro caratterizzato da maggiore burocrazia e minore attenzione allo sviluppo sostenibile. «Nelle prime proposte per il futuro del nuovo Parco abbiamo trovato solo temi secondari e nessuna visione davvero strategica. Ci voleva un Parco per promuovere i percorsi escursionistici più conosciuti del Canavese? Ci voleva un Parco per la regolazione del traffico veicolare e per implementare un servizio navette? Ci voleva un Parco per realizzare un nuovo parcheggio o un servizio di videosorveglianza contro la microcriminalità? Non bastavano i piani regolatori e le delibere comunali?», continua Mecca Cici.
In alternativa al nuovo soggetto burocratico, Coldiretti Torino ha presentato un piano per lo sviluppo sostenibile del territorio, proponendo un modello di gestione che coinvolga direttamente le aziende agricole locali. «Gli agricoltori che vivono e lavorano nei comuni dei 5 laghi devono essere i protagonisti di una svolta economica e sociale che metta al centro lo sviluppo green dell’Eporediese. Invece, il nuovo Parco aggiunge soltanto burocrazia e posti di comando che faranno penare le aziende agricole e i cittadini per ottenere qualunque permesso che oggi si ottiene recandosi in Comune», ha denunciato Coldiretti, sottolineando come l'area fosse già tutelata in quanto parte della Rete Natura 2000.
Il nodo dei fondi: una "scatola vuota" senza risorse finanziarie
Un altro nodo cruciale riguarda i fondi destinati al Parco, ancora oggi avvolti nel mistero. Coldiretti Torino ha chiesto con forza trasparenza sui finanziamenti e sulle spese previste. «Vogliamo sapere quanti soldi sono stati messi a bilancio dal consigliere delegato alle aree protette provinciali della Città Metropolitana, il sindaco di Chieri, Alessandro Sicchero, per coprire le nuove spese che la Città Metropolitana dovrà coprire nell’immediato», ha dichiarato Coldiretti. Tra le domande sollevate: quanti soldi sono stati stanziati per la sede operativa del Parco? Quanti per il funzionamento ordinario e per il personale addetto alla vigilanza e alla gestione burocratica?
Le risposte, per ora, sembrano vaghe e si parla di bandi europei e fondi nazionali o regionali da reperire, ma senza una dotazione finanziaria iniziale, il futuro del Parco appare incerto. «Ma se non ci sono soldi dove si troveranno le risorse per fare funzionare questa scatola vuota? Speriamo che ai cittadini non sia chiesto di pagare un biglietto di ingresso per passeggiare nei boschi o per fare il bagno nel lago Sirio», è la preoccupazione espressa da Coldiretti, paventando ulteriori costi a carico della comunità.
Forza Italia contro il Parco: "Una ferita da sanare"
Anche Forza Italia è scesa in campo criticando duramente l’istituzione del Parco dei 5 Laghi. Paolo Ruzzola, presidente del Gruppo di Forza Italia in Regione Piemonte, ha dichiarato: «L’allarme lanciato quest’oggi da Coldiretti Torino sull’emergenza cinghiali nel Parco Cinque Laghi d’Ivrea è la conferma di quanto avevamo denunciato lo scorso mandato: quest’area posta sotto tutela non andava creata per non mettere in difficoltà le aziende agricole e i cittadini presenti in essa. Una forzatura voluta dal Partito Democratico e dalla Lega che non abbiamo votato allora e che continua a trovare la nostra assoluta contrarietà».
Il consigliere Paolo Ruzzola presidente del Gruppo di Forza Italia in Regione Piemonte
Secondo Ruzzola, il blocco del piano di abbattimento dei cinghiali è solo uno dei tanti problemi generati dal Parco. «Raccogliamo quindi l’appello lanciato da Coldiretti e lo facciamo nostro sotto tutti i punti di vista: l’aumento di burocrazia per gli abitanti e gli operatori che vivono all’interno dell’area, l’esplosione dei danni da ungulati e fauna selvatica arrecati agli agricoltori, l’assenza di risorse adeguate al suo mantenimento», ha aggiunto il leader di Forza Italia, sottolineando come l’area fosse già sufficientemente tutelata prima della creazione del Parco.
Forza Italia ha presentato una proposta di legge per chiedere l'abrogazione dell'istituzione del Parco, con l'obiettivo di ridare "libertà" ai cittadini e agli agricoltori locali. «La nostra proposta di legge vuole riportare i cittadini a riappropriarsi di parte delle loro libertà nel rispetto doveroso dell’ambiente», ha concluso Ruzzola.
Un futuro incerto tra polemiche e domande senza risposta
Il Parco dei 5 Laghi, nato con l'obiettivo di tutelare l'ambiente e promuovere il turismo sostenibile, è ora al centro di un acceso dibattito. La mancanza di risorse finanziarie, l'incremento della burocrazia e la gestione del problema cinghiali sono solo alcune delle questioni che mettono in discussione la sua reale utilità. Restano da vedere quali saranno le prossime mosse delle istituzioni e se il Parco riuscirà a trasformarsi in un’opportunità per il territorio o se rimarrà una "scatola vuota", come accusano i critici.
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