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Torino
28 Settembre 2024 - 19:02
Bassi redditi, diete malsane e stili di vita a rischio: uno studio lancia l'allarme per la salute dei bambini europei
Uno studio internazionale rivela come, fin dai primi anni di vita, i bambini appartenenti a contesti socioeconomici svantaggiati abbiano stili di vita meno sani, generando uno svantaggio che rischia di pesare sulla loro salute per tutto il corso della vita. Torino è una delle undici città europee analizzate nello studio, che ha coinvolto oltre 60mila bambini, nell'ambito dei progetti internazionali ATHLETE e LifeCycle. Lo studio, a cui ha partecipato l’Unità di Epidemiologia dei Tumori della Città della Salute di Torino e dell’Università degli Studi di Torino, è stato recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Social Science & Medicine.
Oltre a Torino, lo studio ha esaminato altre città europee: Oslo, Copenaghen, Bristol, Bradford, Rotterdam, Nancy, Poitiers, Gipuzkoa, Sabadell e Valencia. Si tratta di contesti urbani molto diversi per ubicazione geografica, amministrazione, popolazione e cultura. L’Italia ha contribuito alla ricerca attraverso i dati raccolti dal progetto NINFEA, coordinato dall'Unità di Epidemiologia dei Tumori di Torino, diretta dal professor Lorenzo Richiardi.
“La distribuzione dei rischi ambientali e la vulnerabilità ai loro effetti variano tra i gruppi socioeconomici. Il nostro obiettivo – dichiara la professoressa Costanza Pizzi, prima autrice dell’articolo – era analizzare la relazione tra la posizione socioeconomica (SEP) alla nascita e le diverse caratteristiche relative agli stili di vita dei bambini, oltre che all’ambiente urbano in cui vivono durante l’età prescolare (0-4 anni), utilizzando l’approccio dell’esposomica.”
L'esposoma, ossia l'insieme delle esposizioni ambientali subite da una persona durante la vita, include sia fonti esterne (come sostanze chimiche, inquinanti, dieta e stile di vita) che interne (metabolismo, fattori infiammatori, microbiota). In questo studio, ci si è concentrati sull’esposoma esterno. I due indicatori SEP considerati sono stati il reddito familiare e il livello di istruzione materna.
La prima infanzia è un periodo cruciale in cui le disuguaglianze nelle esposizioni esterne – ad esempio alimentazione, fumo passivo, inquinamento atmosferico e accesso alle aree verdi – possono influenzare il percorso di salute per tutta la vita. Le differenze nelle esposizioni tra i bambini di diverso SEP contribuiscono ad ampliare le disuguaglianze.
Analizzare il legame tra SEP ed esposoma nella prima infanzia è fondamentale per informare politiche volte a ridurre le disuguaglianze nella distribuzione dei rischi ambientali e sanitarie, e per identificare interventi prioritari.
Nello studio, i bambini con basso SEP, indipendentemente dal contesto urbano, risultavano meno allattati al seno e consumavano meno uova, pesce, frutta e verdura. Al contrario, passavano più tempo davanti alla TV (screen time), erano più esposti al fumo passivo e consumavano maggiori quantità di latticini, patate, bevande zuccherate, biscotti salati, patatine, grassi e carboidrati. Inoltre, il possesso di animali domestici era più frequente.
Questi bambini, ancora prima di iniziare la scuola, partono quindi già svantaggiati rispetto ai coetanei provenienti da famiglie con SEP più elevato.
Come intervenire per ridurre queste disuguaglianze sociali? È cruciale agire già in età prescolare, migliorando la dieta e gli stili di vita dei bambini con basso SEP. I risultati dello studio sottolineano la necessità di un approccio mirato al contesto: pianificatori locali e decisori politici devono considerare un modello urbano che tenga conto dei rischi ambientali e delle disuguaglianze, al fine di promuovere un ambiente più sano ed equo per tutti i bambini.
Link all’articolo "Socioeconomic position during pregnancy and pre-school exposome in children from eight European birth cohort studies” CLICCA QUI
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