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Cronaca
26 Settembre 2024 - 17:03
Un esemplare di Pitbull
Aveva ucciso un neonato di 5 mesi, ora si è scagliato contro un'operatrice del canile, ferendola gravemente.
Un tragico episodio di violenza animale torna a scuotere il vercellese, risvegliando i terribili ricordi della tragedia che, nel maggio scorso, costò la vita al piccolo Michele, un neonato di appena cinque mesi. Il protagonista, ancora una volta, è Nerone, un pitbull già tristemente noto per la sua pericolosità, che ora ha attaccato un’educatrice del canile in cui era stato trasferito dopo il fatale incidente di Palazzolo. Questo nuovo episodio solleva forti preoccupazioni sulla gestione di animali considerati pericolosi e mette in discussione la capacità delle strutture di contenere soggetti che hanno già dimostrato un’aggressività letale.
Era il maggio del 2024 quando Nerone si rese protagonista di un episodio che sconvolse non solo la comunità di Palazzolo, ma tutta Italia. Il cane, sfuggito al controllo della nonna del piccolo Michele, si avventò senza pietà sul neonato, uccidendolo in pochi istanti. Un evento che portò all’apertura di un’inchiesta da parte della Procura, la quale decise di trasferire l’animale al canile consortile di Borgo Vercelli. Qui, il pitbull avrebbe dovuto essere sottoposto a un programma di rieducazione, affidato alle mani esperte di volontari ed educatori specializzati nella gestione di cani problematici.
Tuttavia, la speranza di poter recuperare Nerone si è scontrata violentemente con la realtà dei fatti.
Sull'accaduto indaga la Procura di Vercelli
Durante una sessione di lavoro, un’educatrice del canile è stata brutalmente aggredita dal cane, che l’ha morsa gravemente a una mano e a una gamba. La donna, una sessantenne con alle spalle una lunga esperienza nella gestione di cani difficili, è stata immediatamente soccorsa e trasportata in ospedale, dove è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico per tentare di riparare i danni causati dai morsi. Nonostante l’intervento sia riuscito, l’educatrice dovrà ora affrontare un lungo e difficile percorso di riabilitazione.
L’aggressione è avvenuta in un’area del canile riservata esclusivamente ai volontari e agli educatori, lontano dagli occhi del pubblico.
L’attacco subito dall’educatrice riapre un dibattito mai davvero chiuso sulla gestione degli animali pericolosi e sulla capacità delle strutture di prevenire ulteriori incidenti. Nel caso specifico di Nerone, la decisione di trasferirlo in un canile dopo l’uccisione del neonato di Palazzolo era già stata accolta con preoccupazione: si temeva il verificarsi di nuovi episodi di violenza.
Un’intera ala del canile di Borgo Vercelli è dedicata alla gestione di razze considerate pericolose, come i pitbull. Tuttavia, l’aggressione subita dall’educatrice dimostra che anche le misure più severe possono rivelarsi insufficienti di fronte a un animale con un passato di aggressioni. La domanda che molti ora si pongono è se sia giusto continuare a tentare di rieducare cani come Nerone, o se invece non sarebbe più sicuro optare per soluzioni più drastiche, come l’eutanasia, per evitare ulteriori rischi.
La Procura di Vercelli ha annunciato l’apertura di un’indagine sull’accaduto per valutare se vi siano state negligenze nella gestione di Nerone e per capire se il cane possa continuare a rappresentare un pericolo. Intanto, il futuro del pitbull rimane incerto. Dopo l’aggressione, è stato nuovamente isolato all’interno del canile, in attesa delle decisioni delle autorità competenti.
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